RISCOPRENDO VECCHI FILM:”MARLOWE OMICIDIO A POODLE SPRINGS” DI BOB RAFELSON
31 Ottobre 2012“IL PORTO DELLE NEBBIE” DI PIERRE MARC ORLAN- ADELPHI
2 Novembre 2012Una storia dove una comicità senza freni e un erotismo spudorato la fanno da padroni: questa è la sintesi della breve vita di Oberdan Bacito, vissuta nel periodo del fascismo. Oberdan era figlio unico di madre vedova,una donna tanto pia quanto affascinata dal fascismo. Ma Oberdan,sin dalla prima età, è apparso dedito a ben altri pensieri, cioè un solo pensiero, una fissazione quasi,
la donna e il suo….mistero, questa era l’attrazione fatale di Oberdan. Ma attrazione destinata a restare tale, vuoi per timidezza,vuoi per sfortuna, vuoi per incapacità nei rapporti con l’altro sesso. E così per lui si consuma una esistenza piena di desiderio, di fantasie, di sogni magari alimentati sentendo i discorsi e le…prodezze degli altri. E come l’Italia cammina incoscientemente verso il tragico destino che l’attende anche per Oberdan si preannuncia un beffardo finale….
Lelio Luttazzi con L’erotismo di Oberdan Baciro ci offre una cronaca leggera e briosa di un’epoca apparentemente dedita al culto tronfio della personalità, della forza ginnica, purtroppo
delle armi, ma anche molto libertina,irriverente ai “grandi destini” e molto invece attratta da cosa c’è sotto le gonne….Veramente un maestro dell’ironia, forse un po’ cinico ma estremamente divertente e con un pizzico di nostalgia il nostro Lelio.
Per trent’anni questa storia è rimasta nei cassetti dello showman triestino, conosciutissimo come autore di canzoni e direttore d’orchestra, conduttore radiofonico e televisivo, attore.
In lui, scomparso due anni fa, c’era anche la vena dello scrittore, tanti romanzi e racconti da lui scritti, anche se poi è stato pubblicato il solo Operazione di Montecristo, romanzo autobiografico in cui rievocò la sua odissea giudiziaria, quella che incise tanto profondamente sulla sua vita, sulla sua carriera, sul suo modo di affrontare la vita.
Quando Lelio Luttazzi venne completamente scagionato aveva solo 47 anni ma non volle più riprendere la vita di prima e abbandonò le scene. Divenne n discepolo del pigro Oblomov
chiudendosi praticamente in casa. Solo in questi ultimissimi anni la moglie Rossana riuscì a fargli vincere questo torpore convincendolo anche a esibirsi nuovamente in pubblico.
Luttazzi era una persona libera, un vero borghese,uno spirito dissacratore, ma principalmente una persona tranquilla,mai sopra le righe, dotata di un notevole senso dell’humour e certamente l’essere stato accusato ingiustamente deve essere stata lui la fine del mondo.
Dopo il primo libro pubblicato, circa una trentina di anni fa buttò giù una prima stesura dell'”Erotismo di Oberdan Baciro”, facendola leggere a Mario Soldati a cui piacque molto.
Ma Lelio aveva il rigetto del pubblico, dell’esposizione mediatica, preferiva non comparire, e così come per tante colonne sonore anche questo manoscritto rimase nel cassetto.
L’anno scorso riordinando tutte le sue opere la moglie Rossana lo ritrovò e ne ha promosso la pubblicazione.
Un testo che è un po’ un concentrato di Luttazzi, del suo pensiero,del suo humour, della sua voglia di dissacrare e divertire a un tempo chi lo legge o chi lo ascolta. E nasce questo romanzo abbastanza erotico, la storia di un ragazzino con il chiodo fisso delle donne, molti ci hanno voluto vedere la storia vera del piccolo Luttazzi. Sicuramente rispecchia il pensiero libero e affatto ipocrita dell’adulto Luttazzi, libertario e libertino a un tempo, insofferente a ogni dogma e proibizione in nome della morale, arciconvinto che l’eros fa parte della natura umana.
Tutto questo finisce per riversarsi nel carattere di questo immaginario Oberdan, che noi accompagniamo da 4 a 18 anni di vita.
Il nome è già un programma,volto dalla madre una vera patriota, una fascistona, una grande …rompicoglioni. Maestra in un paesino oltre Trieste comanda a bacchetta il figlio che però
è affetto da continue pulsioni erotiche. Pulsioni represse dispoticamente dalla madre, dal pensiero comune, dal “rigorismo clerico-fascista”, ed ecco la battaglia di Oberdan(e certo anche del Luttazzi) contro i genitori che reprimono gli istinti naturali e le curiosità spontanee dei bambini.
In questa storia si palesa il pensiero dell’autore contro le imposizioni sotto forma di adunate e di esercizi ginnici dell’era fascista, ma anche il piacere ad esempio dell’uso del dialetto triestino, e poi lo scoprire il jazz,facendone quasi una ragione di vita, andando contro le regole del fascismo che avversava questa forma di musica “da negri”.
Un racconto di una vita che è anche profondamente anticipatore di certi temi come il conflitto tra genitori e figli sul piano della morale, del sesso, del modo di vivere. Forse oggi questi elementi appaiono superati, l’erotismo nella nostra ultra libera società non è più un problema o se lo è è perché è stato fin troppo…liberalizzato, ma comunque resta un documento
sulla morale di un’epoca.
E questa maniera scanzonata e irriverente di raccontare le cose vi piacerà e vi terrà avvinti,curiosi quasi di sapere come andrà a finire la storia di questo “figlio unico di madre vedova”
ricco i umori e di pulsioni, ma anche di frustrazioni e di inibizioni.Oltre a questo si può godere un ritratto assai brillante e veritiero della Trieste anteguerra, città aristocratica per eccellenza,che disprezza i rudi agricoltori sloveni, che rimpiange il sogno imperiale asburgico contrapposto alla rozzezza del fascismo. E anche la cultura ha una sua importanza e vitalità, ma certo Luttazzi non può che schierarsi contro quella “anti-cultura che terrorizzava un po’tutti,specialmente i bambini con la paura dell’inferno, del peccato mortale…..
Il finale, in linea con tutto il libro che è sicuramente più lieve di queste note, è altrettanto beffardo e spiazzante, ma anche profondamente tragico nella sua conclusione, Luttazzi sa farci ridere ma dietro il riso la sua maschera celava ben altro….
GIUSEPPE PREVITI