” E QUELLO SGUARDO BLUES….” di MARCO DI GRAZIA- AUGH EDIZIONI – O6-09-2021
6 Settembre 2021” I DEMONI DI BERLINO” DI FABIANO MASSIMI – LONGANESI- 26-9-2021
26 Settembre 2021Una guardia notturna durante il suo giro notturno scopre un cadavere: la vittima, colpita da un proiettile in mezzo alla fronte, giace davanti al portone di un palazzo in cui risiedeva con la famiglia. Una famiglia di stranieri, venezuelani, molto ricchi, da vari anni trasferitisi nel nostro paese. Il commissario De Vincenzi vede subito che sarà molto dif-
ficile “entrare” in questo ambiente che sente ostile. Ma avverte anche un qualcosa di torbido e di malsano in questo gruppo, tutt’altro che coeso. Ma il suo mestiere è di trovare gli assassini e quindi si mette all’opera. Presto scoprirà che i segreti sono tutti riferiti al loro passato, ricco di episodi oscuri e buona parte criminosi. De Vincenzi, ispirato anche da un… gatto che lascia impronte di sangue, come sempre verrà a capo di tutto.
Nella Milano degli anni Trenta il commissario De Vincenzi deve rintracciare l’assassino di un facoltoso giovane venezuelano, una figura ben poco limpida, il cui cadavere è stato trovato dinanzi alla sua abitazione. Ma le impronte di sangue disseminate da un gatto che vive nel palazzo fanno pensare a qualcosa di diverso…
Augusto De Angelis ,oltre a essere considerato uno dei padri del giallo italiano, è stato anche uno degli artefici del “seriale” nella letteratura gialla del nostro Paese. Con
L’impronta del gatto , pubblicato quest’estate tra i gjalli Mondadori, siamo infatti alla sesta avventura di questo giovane commissario. Intanto possiamo goderci la lettura di un
buon giallo, ben scritto, ben costruito, ben delineat6o nei suoi personaggi. Ma quel che maggiormente colpisce è il contesto storico in cui .la vicenda si svolger la vicenda, anchese De Angelis, in ossequio alle disposizioni vigenti a quel momento, ci presenta un gruppo di lestofanti, tutti rigorosamente…. stranieri. De Angelis scrisse con successo
nel ventennio fascista. nobilitando il genere giallo che pur il regime aborriva, non ammettendo che in Italia si potessero commettere dei crimini. I suoi gialli sono quindi una testimonianza della scollatura profonda tra la letteratura di genere e il Potere che controllava rigidamente ogni scritto., esercitando quindi un’atmosfera opprimente su scrittori e
lettori.Ma nonostante questo De Angelis , almeno inizialmente, potè scrivere e affermare il suo valore di autore, valorizzando un tipo di giallo spiccatamente “italiano”, come del
resto lo era il suo protagonista. Non più una una brutta copia di investigatore di provenienza straniera. C’erano delle regole da rispettare, certo, niente ambienti esotici, delinquenti sempre stranieri, e poi il sacrosanto trionfo del Bene sul Male.
Il nostro scrittore si prestava a queste disposizioni, ma lasciava anche trasparire quale era la sua vera natura, con un protagonista non privo di dubbi, abbastanza disincantato, malinconico, molto tollerante.
In L’impronta del gatto De Vincenzi si deve occupare dell’assassinio di un giovane milionario molto depravato, come del resto lo è la sua famiglia, un gruppo molto unito, turanneggiato dal vecchio Patriarca, ma nessuno ha fatto i conti con un gatto che con le sue zampe sporche si sangue porterà il commissario, agile e sornione come un…felino.
a dare una svolta decisiva al caso, pur riaffermando il principio che il più delle volte è la casualità a far risolvere tutto.
Certamente oggi la letteratura è piena di grandi autori, ma questi ha portato anche alla riscoperta delle storie del passato, appunto facendo tornare alla ribalta i precursori del
genere, Scerbanenco e De Angelis. De Vincenzi era sicuramente in anticipo sui suoi tempi, un romanziere sensibile e delle grandi doti umane, anche se nei suoi libri i criminali
sono sempre di cittadinanza straniera, nessun riferimento era fatto alla situazione sociale e politica del tempo. Indubbiamente comunque una figura importante quella di De Vincenzi, votato come è comprendere la natura dei fatti e dei personaggi che ha di fronte.Un commissario quindi molto “moderno” e certo ben poco in linea con quella che si puo’immaginare come una polizia di regime.
Quello che comunque colpisce, rileggendo De Angelis,è la sua grande capacità nello scrivere, tanto da conquistare ancora oggi il lettore.
GIUSEPPE PREVITI