BREVI DI CRONACA NERA “- DI FRANCO VALLERI- STAMPEDITORE
11 Dicembre 2015” IL CADAVERE DEL LAGO ” DI FRANCO BURCHIETTI-Edizioni Atelier
16 Dicembre 2015Un uomo, Walter Pioggia, direttore editoriale di una importante casa editrice bolognese, si sveglia nel cuore della notte in una stanza che gli è sconosciuta
e dove non ricorda assolutamente niente. Ma il fatto ancora più preoccupante è che ci sono anche due cadaveri e inoltre la stanza è chiusa dall’interno. Wal-
ter fugge via ma ora si trova coinvolto, non sa con quale ruolo,in questo giallo da camera e lui stesso, non ricordando niente, na sa se è un assassino oppure
no.
Sarà per lui una settimana particolare, deve risolvere personalmente l’enigma che lo riguarda, scoprire chi gli ha teso questa trappola diabolica, ma intanto
anche il passato torna minacciosamente a perseguitarlo. E tutto questo minaccia di rovinarlo, ora che gli sembrava di aver trovato l’amore dellan sua vita.
Sarà costretto a ripercorrere tutti i passaggi della sua esistenza, ragazzo di una famiglia povera, con amicizie difficili, una villa maledetta, una chiave miste-
riosa. Questi gli indizi disseminati qua e la, in una vicenda ambientata in una Bologna vista con affetto e ironia ma anche con una certa dose di cattiveria. E
intanto si dipana la storia di un uomo che adesso è diventato un bersaglio ? Ma di chi e perché ?
Gianluca Morozzi con Lo specchio nero ha costruito un giallo labirintico, disseminato di trappole di indizi, e il lettore si sente stimolato dai guai di Walter
Pioggia, tanto più che sono raccontati senza mai far venire meno un filo d’ironia. Questo giovane dirttore editoriale bolognese si sveglia in una stanza chiusa
dall’interno con un coltello in mano e due cadaveri. Non conosce la stanza né i due assassinati, e superato lo scock iniziale scappa via.
L’autore si serve di questo artificio che più giallo non si può, immaginatevi ” il delitto della camera chiusa”, non tanto per sollecitare le nostre capacità riso-
lutive quanto quanto per scandagliare e raccontare l’anima, la paura, le debolezze di un uomo, oltretutto dal passato abbastanza travagliato. Quest’uomo
fa l’editor, è abituato per professione a leggere le trame scritte da altri, questa volta è invece lui stesso il protagonista di una lettura di cui non capisce asso-
lutamente niente. E questo sino a un finale non meno sorprendente e che si può prestare anche a più soluzioni.
Morozzi ha costruito una variante spiccatamente noir del giallo, un giallo che non vede all’opera né poliziotti né investigatori, ma che è scritto con un lin-
guaggio acre, cattivo, ma molto reale e pur sempre venato da una saggia ironia bolognese.
Walter Pioggia è il nostro protagonista, personaggio abbastanza difficile da inquadrare, qualcuno ha parlato di personaggio kafkiano , io ci vedrei allora
anche Dostoevski. Ma al di là dei raffronti lui è certamente al centro di una storia vera e non da fiction come nei racconti che deve leggere tutti i giorni.
Gli è capitato una cosa che può sembrare forse più materia da romanzo che da vita reale, ma invece è tutto vero, si è svegliato in una casa sconosciuta,
dove ci sono i cadaveri di un uomo e una donna accoltellati. E in più la porta dell’appartamento è chiusa dall’interno.
Lui non li conosce, ma rifiuta subito l’idea di essere un assassino, ma non sa rispondere al perché era in quella casa. Cancella le impronte e scappa nella
notte. Poi via via riacquista fiducia perché su nessun giornale appare la notizia del fatto, ma all’improvviso tutto sembra precipitare, il delitto viene sco-
perto, ma principalmente riaffiora il tempestoso passato di Walter.Quel che l’autore vuole evidenziare è che il presente non lo conosciamo assolutamente
quanto agli sviluppi che potrà avere sullo stesso il suo passato.
Un romanzo certamente originale che tocca vari tasti, dalla letteratura al cinema al rock, e del resto sono le propensioni dello stesso Morozzi. Una voce
tra le più interessanti del giallo italiano che ci presenta una storia vista come riflessa da tanti specchi che offrono immagini sempre diverse, a volte defor-
mate, della vita di un uomo che cerca di rimettere insieme i cocci della sua vita.
La scrittura di questo romanzo sa trovare il giusto equilibrio tra realtà e ricordo, tra presente e passato, con al centro l’azzeccato ritratto psicologico di
questo inedito protagonista, visto in una serie di passaggi temporali che ripercorrono con continui flssh-back la sua vita. Veramente descritto con mano
maestra questo Walter Pioggia, così come pure colpisce il ritratto del suo compagno i gioventù, quel Darko tanto cattivo da arrivare a essere quasi…
simpatico. Abile anche in questo Morozzi, come nel disegnare con sottigliezza la cattiveria di questi tempi, prendendo come sfondo la sua Bologna. Una
Bologan ricca di fascino e di mistero, avvolta in un’atmosfera noir in tono al racconto.
L’autore per la gioia degli amanti dei classici del giallo rielabora il mistero della ” camera chiusa”, croce e delizia di tanti autori, lui lo fa con una soluzione
che troverete nelle ultime pagine e che appare veramente geniale.
Quel che alla fin fine colpisce è che l’autore abbia scelto una trama noir, infatti al centro del mistero non c’è l’identificazione dell’assassino, per tessere
l’elogio del giallo classico alla Christie, alla Dickinson Carr attraverso l’enigma del delitto ” della camera chiusa”.
E occhio alla battuta finale ” ……. gli scrittori di gialli sono tutti pazzi…..”.
GIUSEPPE PREVITI