“IL PORTO DELLE NEBBIE” DI PIERRE MARC ORLAN- ADELPHI
2 Novembre 2012“UN COLPO ALL’ALTEZZA DEL CUORE” DI MARGHERITA OGGERO- MONDADORI
10 Novembre 2012Stefania Valbonesi, origine romagnola, fiorentina d’adozione, giornalista di successo ma con una forte voglia di narrare, raccontare ed ecco l’approdo alla scrittura e il debutto nella letteratura noir con “Lo strano caso del Barone Gravina“.
In una sonnolenta cittadina di provincia vive in Sicilia il barone di Gravina,uno strano personaggio talmente chiuso in se stesso da apparire quasi anormale, incapace di rapporti umani pur se è considerato una delle menti culturali più avanzate del luogo tanto da essere molto richiesto come conferenziere. Sposato, ha un grande amico nel dottor Cataldo. Questi è un uomo forte, solido,concreto tutto l’opposto del barone. Figlio di contadini gli è sempre stato vicino fin da piccolo, prima compagno di giochi inseparabile, poi negli anni la sua “stampella” ovvero colui che l’ha sostituito in tutte le incombenze pratiche, negli affari, nella gestione del patrimonio, dei terreni, del personale.
Il barone, un ometto “dimesso” per abitudine e portamento pur se sempre vestito di tutto punto, si era sposato con una compagna di università, sembrava un grande amore giovanile, ma poi qualcosa nel loro rapporto non aveva funzionato e mutato la via di entrambi. Anzi del terzo componente del triangolo, appunto il Cataldo, a sua volta innamoratissimo della donna, ma sempre da lei respinto perché a sua volta attaccatissima al marito.
Tre personsggi centrali, sullo sfondo un quarto sui generis, l’odore che può emanare una persona, qualcosa di impalpabile ma che tanta affluenza avrà nella nostra storia.
Un romanzo breve o un racconto lungo qual dir si voglia, in un processo di narrazione dall’impianto quasi teatrale. Tre personaggi si muovono in un’atmosfera singolare, da una parte
l’universo chiuso del barone, la villa dove abita, la spiaggia dove cammina solitario pensando e rimuginando, dall’altra la cittadina, la strada, qui c’è la vita e vi compaiono gli altri personaggi che faranno chi più chi meno da coro alla vicenda.
Il racconto si basa sulla scomparsa improvvisa della baronessa e sulla traccia assai sfumata che condurrà un commissario di polizia a scoprire cosa è successo senza però poterlo provare.
Questo labile indizio è l’odore che il raziocinante barone avverte in modo assai sgradevole nella moglie portandolo prima a mal tollerarla nel talamo, poi a respingerla e infine a odiarla.
Il barone è un uomo assai buono, non la scaccia di casa né le chiede il divorzio, sarebbe la cosa più semplice. Gravina sin da piccolo è sempre stato prima un ragazzo,poi un uomo di sani principi che non vuole fare male agli altri, non sopporta il dolore che un altro essere può subire per colpa sua, e quindi non si sente di abbandonarla.
Una vita quindi che per lungo tempo scorre in una situazione di attesa, anche perché la donna è innamorata di lui e non si sente a sua volta di lascialo, sopporta e tace. Ma un certo giorno il barone deciderà di cambiare il corso delle cose e la donna sparisce,nessuno sa dove o come.
In un’atmosfera densa di allusioni, ammiccamenti, sottolineature, odori ma che non sfocia mai in un’accusa specifica, piomba un commissario di polizia,piovuto dal nord. E lui che prima ha sottovalutato la denuncia di scomparsa della moglie da parte del barone,adesso vuole vederci chiaro, pur tra l’ostilità del magistrato e la reticenza dei tanti presunti testimoni.
Se il ruolo della baronessa e del marito è quello della vittima e del marito,più intrigante è il personaggio di Cataldo, che oltretutto ama la donna. Lui è il grande amico del barone, al cui padre ha dato la parola di custodire e mantenere i beni di famiglia,e non verrà mai meno a questa promessa, costi quel che costi. Si può pensare a una figura che ha un suo tornaconto personale in tutto questo modo di comportarsi, ma poi l’uomo acquista una sua dimensione,una sua tragicità nel voler mantenere la parola data a suo tempo e nel non volere rinnegare
l’amico.
Quanto al protagonista invisibile del racconto, ossia questo odore acuto e profondo che addirittura sconvolge il barone sino a mutare il corso della sua vita, potremmo anche considerarlo
l’equivalente dell’incapacità di tanto individui, anche di cultura profonda, di accettare di coesistere con gli altri, di tollerarne i pensieri anche se non condivisi, di accettarne pregi e difetti.
Un romanzo forte, cupo, con questi personaggi tipici di una Sicilia gattopardesca, con il senso dell’onore e dell’amicizia, con l’omertà più assoluta. La Valbonesi descrive i vari caratteri con toni asciutti, sfugge alla retorica della scrittura piena di orpelli e descrizioni, e questo è già un merito.Nel romanzo si dà molto spazio alle sensazioni legate alla natura, al profumo del mare,
alla sabbia dove passeggia il barone, ai colori dei tramonti, ma a tutto questo si contrappone e alla fine vince l’odore dolciastro della morte, il fetore dei cadaveri che ti impregna tutto e ti dà un continuo senso di nausea.
Un libro che ha elementi di natura gialla, se l’odore è il catalizzatore della storia, intorno ad esso non mancheranno delitti e indagini, in una Sicilia abbastanza simile a quella cantata da Camilleri e Sciascia. E il testo appare più un romanzo di umori e di sensazioni, di relazioni pur male in tessute, in sostanza lo si può leggere come un giallo ma si va anche oltre pur in questa cavalcata verso l’orrore.
La Sicilia della Valbonesi assai surreale, da una parte odori forti e nauseanti, pessimismi, cattive azioni, dall’altra la Sicilia dei colori, della luce,del mare, della natura,del cielo sempre azzurro.
Un personaggio quello del Gravina che riassume in sé i caratteri del gattopardo ma un singolare gattopardo chiuso in un suo piccolo mondo che lo porta a considerare l’odore come un nemico da scacciare, da eliminare con chi gli procura questa sensazione.
La cosa che più colpisce in un pensatore che rifugge all’azione è la decisione con cui a un certo momento affronta la questione e anche l’abilità con cui arriva ad agire.Ma mal gliene incorrerà, perché il barone sarà costretto a portarsi perennemente dentro di sé l’odore della moglie. Quindi se sfuggirà alla giustizia terrena non sfuggirà comunque alla sua colpa.
Una storia ricca di personaggi, priva di riferimenti temporali o storici, tutto si gioca tra i dialoghi tra i vari personaggi. Spicca certamente il tragico ruolo del barone, un uomo alquanto indecifrabile,cinico e senza morale, ma anche attaccato al suo stato sociale e a questa sua mente di pensatore che alla fine giustifica tutto,in primis se stesso.
Poi l’insopportabile afrore spezza gli esili equilibri, si impadronisce di lui che sta camminando sulla spiaggia. Un personaggio ermetico ma anche affascinante a suo modo, che possiamo inserire tra i grandi personaggi dell’horror.
Un apologo sul fatto che qualsiasi uomo, anche il più educato, può tirare fuori da sé il mostro che gli è dentro.
La domanda che potremmo porci è quanto sia credibile un tale personaggio, ma al giorno d’oggi la realtà dei fatti che avvengono intorno a noi è talmente…fuori della norma comune che nulla può più sorprendere.La normalità che a