” FLORA” di ALESSANDRO ROBECCHI- SELLERIO O5.O4.2021
5 Aprile 2021” LA FABBRICA DELLE STELLE” DI GAETANO SAVATTERI- SELLERIO- 11-04-2021
11 Aprile 2021Chiara, vicina ormai ai nove anni, vede solo la notte perché non può vedere la luce del sole. Le capita di fare un sogno, un bruttissimo sogno, che le ha fatto tantissima paura. Le hanno insegnato a contare, perché contando farà andare via il buio, ma il buio non se ne va. Chiara esce di notte e scavando nella notte sotto un albero trova un qualcosa che la sconvolge. Ma ha visto veramente qualcosa di orrendo o se l’è sognato ?
Ed ecco che la madre si rivolge alla polizia, e così arriva a casa loro il commissario Teresa Battaglia, stanca, malata, ma nonostante tutto, pronta a prendersi in carico che la storia
della piccola Chiara.
Teresa come Chiara ha un cuore, forse si potrebbe avere qualche dubbio sul giovane ispettore Marini che la affianca, ma alla fine un cuore,si vedrà, ce l’ha anche lui. E unendo i suoi sforzi a quelli della sua commissaria capo verranno a capo di questa indagine insensata e folle.§
Un sogno, una famiglia disastrata con una bambina piena di problemi fisici e camportamentali, ma molto coraggiosa e che cerca di vincere la paura di aver visto un qualcosa di
orribile, e che poi si rivelerà purtroppo vero. Ma intanto entrerà in scena il commissario Battaglia…..
Stiamo parlando del nuovo libro di Ilaria Tuti, Luce della notte, una scrittrice a cui sono particolarmente affezionato in quanto al suo esordio nel 2o018, “Fiori sopra l’inferno” le feci attribuire il Premio Giallo D’Amare 2018, libro come sempre atteso con grandi aspettative ma accolto in maniera curiosa, o giudizi esaltanti o molto negativi.
il che stupisce un po’, anche se poi alla resa dei conti non si è discusso la scrittrice o la trama, quanto la lunghezza del libro, la larghezza dei caratteri, la calanderizzazioner,
tutte cose poi che con il testo in sè c’entrano relativamente.
Dunque, Luci della notte è un romanzo breve o meglio, un racconto lungo, 176 le pagine dalla impaginazione a righe assai distanziate. Ma veniamo al testo in sè, in cui Ilaria
Tuti torna al thriller e ci riporpone il personaggio di Teresa Battaglia, una donna commissario, di mezza età, scalcagnata, con vari problemi fisici, e tremendamente agitata§
dal fatto che la sua memoria sta vacillando, con problemi di alzheimer, e questo le fa paura.
Ecco un primo aspetto del romanzo, l’essere una sorta di autoconfessione che traspare qua e la tra le pagine. Questa confessione rivela a un tempo la attuale precarietà e fragilità
della commissaria, ma anche la conferma che lei è una donna forte, determinata, decisa a agire e come sempre mettendoci la faccia. Non è di quelle che si arrendono alla malattia , riporta tutto su un diario per non dimenticare le cose che ha fatto, insomma non si da vinta.
L’altra protagonista di questa storia è Chiara, la figlia di Giulia, una madre preoccupata perché la figlia è ossessionata da un sogno ricorrente, un cuore di bimbo sepolto nella terra dietro casa. Chiara ha quasi nove anni, costretta a vivere lontana da tutti, perché paga anche le colpe di un padre inviso a tutto il paese, perché si è rivelato un cattivo amministratore.
Nessuno crede a Chiara, e la madre, benché il padre non vuole, si rivolge alla polizia, arriva Teresa che istintivamente crede alla piccola, anche lei alla fin fine è una “diversa” che ha sempre in bisogno di sentirsi creduta, e quindi risponde all’appello di Giulia. E qui si inserisce anche un altro aspetto della personalità di Teresa che va a visitare un malato
al Rems che non parla, che sembra del tutto assente, ma lei sta con lui , gli legge delle pagine e piano piano ne risveglia l’interesse.
Teresa decide di indagare in maniera non ufficiale, gli uomini della sua squadra come sempre l’affiancano, compreso l’ispettore Marini, prima ostile, non crede ai sogni, ma l’esempio di Teresa che lo sprona continuamente ma esponendosi sempre lei in prima persona, lo convincono e lo conquistandosi avviandosi e essere prima un uomo e poi un poliziotto. Una coppia originale,spesso in disaccordo, ma lui è sempre più conquistato da questa sorta di “madre-protettrice”, finendo addirittura per ergersi a suo protettore,
e questo a onta del carattere chiuso di entrambi.>
Dai primi accertamenti vengono fuori storie remote nel tempo. L’incubo della bambina riporta a lontani fatti del passato quando queste terre era attraversate da chi fuggiva dalla ex-Jugoslavia, ed erano purtroppo storie intrise di molto sangue e di grande violenza.
Un periodo oscuro costellato di episodi altrettanto oscuri, gente che fugge, bambini abbandonati o ceduti al miglior offerente, gente del Paese che si è approfittata della situazione. Una storia in forma di thriller, una indagine che rivela uno dei periodi più cupi di queste terre, gente che ha sofferto, gente che è stata tradita, che è stata abbandonata, e poi anche gente malvagia che si è approfittata di tutto e di tutti. Ma Teresa Battaglia, pur sofferente nel fisico, è altrettanto forte nell’anima, non vuole
soccombere ai soprusi, indicativo è come reagisce a un poliziotto che vorrebbe insabbiare tutto, ed ancora più indicativo è come mette a posto un giovane boss slavo che di fronte
a questa donna malmessa e dimessa ma solo nell’apparenza, perché lei è forte nell’animo e nei comportamenti sì da acquisire il rispetto di uno che è forte solo in apparenza.
Ilaria Tuti ha il grande pregio di creare dei protagonisti come la nostra poliziotta o chi la circonda, tutte persone fondamentalmente normali, e perchè sono tali colpiscono il
lettore e lo affascinando più dei personaggi “tromboni”.
Questo romanzo è l’ideale seguito di “Fiore nella roccia”, per alcuni questa susseguenza andava spiegata meglio, ma questo alla fine in un giudizio sulla qualità di un libro può
essere importante, ma non certo decisivo.
Luce della notte in conclusione ci presenta un mistero da risolvere ma alla fine è la storia di uomini e donne con il loro “accaduto”, le loro fragilità, ma anche con i loro princioi
etici e i loro valori.
Al centro del romanzo questa donna che si sente sempre più fragile, sempre più piena di paura, ma non vuole cedere, sente che gli altri hanno ancora bisogno di lei, In conclusione Ilaria Tuti si fa sempre “leggere” e questo alla fine è quello che conta.
GIUSEPPE PREVITI