” FINIRAI ALL’INFERNO ” DI GIORGIO SIMONI- YOUCANPRINT
14 Maggio 2013” CIELO NERO ” DI ARNALDUR INDRIDASON- GUANDA
22 Maggio 2013Giancarlo Onorati insegnante di professione ma anche storico per vocazione e passione, scrittore, ricostruttore di vicende inerenti la sua zona d’origine, Sezze
(Latina) si imbatte consultando documenti e cronache in un personaggio singolare….
Ma procediamo con ordine. 14 aprile del 1865, a una settimana di distanza dalla resa del generale sudista Lee, il 16° presidente degli Stati Uniti Abramo Linc0ln
fu ucciso da John Wilkes Booth mentre era a teatro. Si scatenò una immediata caccia all’uomo e nel giro di alcuni giorni l’attentatore fu ucciso in un un conflitto a
fuoco e molti sospetti imprigionati. Alcuni di loro, tra cui una donna, Mary Sutton, furono poi impiccati.
L’unico a fuggire fu John H. Surratt, una spia confederata, e solo nell’aprile 1866 fu rintracciato nel territorio pontino. Infatti il Surratt, giunto a Roma, si era arruo-
lato sotto falso nome tra gli zuavi pontifici, e successivamente era stato invitato a Sezze per combattere il brigantaggio.
Una volta individuato per la delazione di un vecchio compagno d’armi, un canadese che lo aveva conosciuto a suo tempo e denunciato al console americano a Roma.
Per vari mesi fu giocata una complessa partita diplomatica tra Washington e Roma per la sua estradizione. D’altra parte la lentezza nelle comunicazioni, le difficoltà nella
identificazione, l’abilità del fuggiasco che riuscì a evadere dalla prigione di Veroli dove nel frattempo era stato internato, rallentarono di molto la soluzione del caso.
Surratt riparò ad Alessandria d’Egitto dove si concluse la sua fuga con l’arresto e il ritorno in America, avvenuto all’inizio del 1867. Fu processato con l’accusa di aver
cospirato contro Lincoln ma non fu raggiunto un verdetto di colpevolezza.La settimana santa del 1865 segna una data importante nella storia degli Stati Uniti d’America. La domenica delle Palme, 9 aprile, aveva infatti visto la resa del comandante delle truppe confederate, generale Lee, e quindi la fine della guerra civile tra nordisti e sudisti. Ma qualche giorno dopo l’attentato mortale contro il presidente Lincoln suscitò una grande impressione e scatenò un’autentica caccia all’uomo, con l’arresto di molti presunti congiurati e l’uccisione dell’attentatore. Si salvò soltanto il giovane John Surratt, 21 anni, una spia sudista, assai abile negli spostamenti e nel mimetizzarsi. Prima riparò in Canada, poi si trasferì in Inghilterra. Nella primavera del 1866 lo ritroviamo addirittura a Roma, arruolato nell’esercito di papa Pio IX. Faceva parte degli zuavi pontifici e fu mandato nei territori pontini per combattere il brigantinaggio. Riconosciuto e denunciato fu per mesi al centro di un caso diplomatico tra Washington e Roma, riuscirà ancora a fuggire per poi venire di nuovo arrestato e tradotto in patria. Giancarlo Onorati con L’ultimo dei cospiratori ci presenta così una vicenda reale ma ai limiti dell’incredibile, sembra tratta da un feuilleton, è la storia di una spia, di un cospiratore che all’indomani dell’attentato fatale al Presidente dopo varie peripezie finirà per rifugiarsi addirittura sui colli lepini, dove combatterà i briganti. Veramente straordinaria questa ricostruzione e storico e letteraria che ci fa trovare addirittura in terra laziale l’ultimo di coloro che tramarono contro Lincoln.L’autore conferisce alla sua opera un tono da spy-story, centrando l’obbiettivo di costruire una trama, dove verità e storia vengono fondamentalmente rispettati. Assai rigoroso è l’impianto storico si cui Onorati si è basato pur avendo necessariamente a tratti romanzato l’opera. Lode a questa iniziativa della casa editrice Ego rivolta alla storia del territorio pontino, ma lode anche a questa impresa di Onorati che con un lavoro di ricerca assai meticoloso si è cimentato nella prova , abbastanza coraggiosa, di collegare un tragico fatto nella storia di un grande Paese alle vicende di casa nostra, dalla Roma di papa Pio IX ai problemi del brigantaggio. Fil rouge di questa ricerca la singolare storia di una spia che da Washington finisce a Sezze.
Francamente se L’ultimo dei cospiratori fosse un’opera di fantasia, una fiction nessuno la prenderebbe sul serio. Veramente incredibile questa fuga da un continente all’al-
tro, sedici mesi dagli avvenimenti talmente poco credibili che non ci….crederemmo se non fossero del tutto reali !
La vicenda della presidenza di Lincoln e del suo brutale assasinio sono troppo noti per trovare qualcosa di nuovo, anche se il cinema va a nozze con questa
vicenda vedi il pluripremiato Linc0ln di Spielberg o l’azzeccatissimo film di Redfor sulla madre di John Sutton, Mary.
Con un susseguirsi di vicende a mezza strada tra il thriller storico e la guerra tra spie Onorati ricostruisce le fasi di questa fuga continua. Il controspionaggio e gli uffici diplo-
matici degli Stati Uniti non persero mai d’occhio il fuggitivo ma seguirne la varie tappe non è stato affatto agevole. Dai rapporti dei servizi segreti, dai dispacci delle
ambasciate, dai dossier del congresso, dagli atti processuali, da quanto emerso dalle dichiarazioni dello stesso Surratt e di altri protagonisti coinvolti nel caso ne esce
una storia sì avvincente ma anche piena di ombre e reticenze anche perché chi lo ha coperto non voleva evidentemente comparire. Si sa molto del suo soggiorno in Canada,
ben poco della sua permanenza in Inghiilterra, e alquanto stranamente lo vediamo poi ricomparire dopo quasi un anno nella palude pontina. La sua fuga si chiuse a 9000
km. da Washington, in Egitto, ma l’impressione che si può ricavare è che egli stesso si fosse stancato di scappare.
Onorati si è “impossessato” di questo personaggio minore, ma interessantissimo, lo ha trovato quasi per caso durante una ricerca sul “brigantaggio postunitario” nello
Stato pontificio. Trova infatti traccia di uno zuavo, tale Giovanni Watson, in realtà John Surratt. In Italia mancano riferimenti specifici a questo personaggio, di contro molte
le note storiografiche in lingua inglese dedicate alla sua permanenza nella regione laziale.
Da questo incontro casuale è nato quindi il suo interesse ad approfondire lo studio del personaggio minore finché volete ma pur sempre tra i protagonisti della storiaccia
che costò la vita al presidente Lincoln.
Onorati si rivela con un taglio secco e molto cronachistico un buon narratore, collegando storia, suspense e un pizzico di sana….invenzione.
GIUSEPPE PREVITI