Festival del giallo di Pistoia 2012: Mafia e terrorismo
25 Gennaio 2012TEMPO E SPAZIO NELLA LETTERATURA GIALLA-APPUNTI
5 Febbraio 2012Il presidente del Consiglio viene rapito dalle Nuove Brigate Rosse che uccidono nove uomini della sua scorta e lo chiudono in un appartamento del centro di Roma.
Del caso si occupa Leandri un vecchio commissario di pubblica sicurezza a Milano e ora alla direzione centrale della polizia di prevenzione.Il presidente è costretto in una angusta cella,passa da momenti di claustrofobia al altri di grande lucidità,dalla paura di essere ucciso all’impazienza della lotta,del confronto con i suoi carcerieri che lo sottoporranno a un processo.Luca,il capo,è il più calmo.Mario,il più giovane,sembra incerto su come comportarsi.Cecilia si rivela la più dura,la più violenta,molto impulsiva vorrebbe ucciderlo subito.Negli interrogatori si parla di democrazia,di mafia, di parlamento,di televisione,di finanza,insomma tutta la via del sequestrato a 90 gradi.Il presidente si trova a suo agio nelle schermaglie dialettiche, a volte la butta sullo scherzo,via via si sente più leggero,capace di reggere bene il confronto.E addirittura è lui che fa delle proposte ai suoi sequestratori.Intanto Leandri scopre il covo mentre tra i tre brigatisti si accentuano le divergenze….
Questo romanzo ha un titolo singolare “L’uomo con il sole in tasca”,è la storia infatti di un uomo che è convinto di avere il sole in tasca,una immagine che voleva dire che lui era baciato dal successo e questo successo,questo ottimismo lo irradiava agli altri. Questo uomo che tanta parte ha preso nell’immaginario del paese ma sempre più a livello di immagine che non di contenuti qui assurge a personaggio letterario.
E’ un romanzo che esce dalla comune questo di Cesare De Marchi:si occupa del personaggio Berlusconi, non lo nomina mai ma è riconoscibilissimo, è sua la vita che ci passa davanti tra exploit economici,finanziari e politici.Guai con la giustizia,logorrea incontenibile,addirittura questo “presidente di carta”si esprime con un rituale “Mi consenta…”. E poi a fugare ogni…dubbio è indicato come “il presidente del consiglio”.
Altrettanto anonimi i suoi avversari,tre personaggi di cui viene dato solo il nome,Luca,Mario e Cecilia.A lui appariranno con il volto celato dal passamontagna e con lui passeranno i quattro giorni in cui si snoda la vicenda.Unico personaggio nominato è invece il poliziotto,Leandri.
Espedienti narrativi in un modulo a doppio binario:sul protagonista Berlusconi(?!?)ci si esprime con accenti ironici, caricaturali,burleschi da giallo comico;nella fase invece del processo gli accenti sono politici, tipici delle tante storie scritte sulle BR.
Il presidente viene rapito proprio il giorno in cui si sta recando in parlamento per l’approvazione di una legge che elimini le-per lui inutili- procedure parlamentari quindi il giorno è stato scelto ad hoc.
Dopo un avvio cruento il romanzo cambia registro e prosegue con il tema del processo.La vita del presidente è passata al setaccio,sin dagli inizi della sua ascesa prima finanziaria e poi politica.Le prime mosse da imprenditore,la scoperta della TV, i legami e il ricorso ai politici, i rapporti con la mafia, la “scesa in campo”,le iniziative governative sempre per tutelare se stesso e i suoi interessi.De Marchi si ispira al modello del processo Moro con gli interrogatori dei brigatisti, sempre abbastanza corretti quelli del vecchio Luca e del giovane Mario,che gli si rivolgono dandogli del lei.Invece assai sprezzante e insofferente si dimostra Cecilia che gli dà del tu.
Questo interrogatorio assai circostanziato ha un duplice scopo:da una parte l’autore ci mostra tutti gli “orrori”commessi dal presidente nella gestione politica e sociale del potere, dall’altra i limiti dell’ideologia terrorista.
Se questa parte alla lunga può risultare un po’ ripetitiva,le cose migliori del romanzo stanno in altri aspetti vedi i ritratti di alcuni protagonisti.Assai intrigante il riuscitissimo ritratto di quest’uomo che benché sequestrato non rinuncia mai a battersi, dimostrando una grande vivacità dialettica e una logica coinvolgente con le quali riesce ad irretire anche i suoi carcerieri.
Luca è mostrato come l’anello debole della compagnia,una vita da professore frustrato(e il presidente lo aveva intuito),il rifugio nella lota armata ma senza più credervi,sa benissimo che la rivoluzione non avverrà mai.Vuole fare condannare il presidente per i tanti danni provocati ma vuole anche che sia rilasciato e non giustiziato perché crede che la sua liberazione sarebbe “destabilizzante”.
Infine Leandri,il poliziotto,non ama il presidente e il suo modo di fare politica, vede nei giovani protestatari sotto le finestre del suo ufficio un barlume di ragione,però il suo dovere di servitore dello stato gli impone di combattere il delitto e quindi ritrovare il rapito anche se non condivide certe possibili svolte autoritarie.
De Marchi ci riporta alle sofferenze degli anni di piombo ma ci fa anche vedere che non solo da una parte non vi è stato alcun progresso nel tempo e osserva che in generale la vita politica è sempre più involgarita e la gente comune non sa più come comportarsi.Un romanzo interessante,al di là dei facili effetti legati all’agiografia del presidente o ai momenti di azione,perché fa riflettere sui pensieri dei singoli protagonisti che poi non sono altro che il riflesso di chi ha vissuto questi quaranta anni di vita italiana.
GIUSEPPE PREVITI iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii