LE STORIE DI ORME GIALLE:ANONIMA ASSASSINI/4-ALBERTO EVA
20 Settembre 2010“ERA SOLTANTO LAVORO”DI GIANROCCO PUCINO-MAURO PAGLIAI EDITORE
13 Ottobre 2010Una splendida tela del Tiziano, dipinta alla metà del cinquecento, prende il titolo “L’uomo dagli occhi glauchi”, ma è conosciuta anche come “Ritratto di giovane inglese”.Vi è raffigurato un giovane bello,biondo,sicuro di sè: probabilmete un nobile, ma nessuno ha mai scoperto chi sia veramente l’uomo del dipinto. Patrizia Debiche, sempre interessata al periodo rinascimentale, crea un romanzo- dal titolo “L’uomo dagli occhi glauchi”- su questo personaggio misterioso, identificandolo come Lord Templeton,il figlioccio del duca di Norfolk. Durante un viaggio in Italia il giovane conosce a Venezia il celebre pittore, ne rimane affascinato e gli chiede di essere ritratto. Probabilmente questo incarico gli serve anche come diversivo e pure copertura perchè il,giovane lord deve portare a termine una missione assai delicata, proteggere un eminente cardinale inglese, tra i protagonisti del Concilio di Trento, assai inviso a re Enrico VIII che ne vuole la morte in un momento di grande ten sione tra cattolici e protestanti. Fra duelli e avvelenamenti, aqgguati e insidie, in una Venezia solo apparentemente spensierata( è Carnevale…) e in una Roma corrotta e altrettanto pericolosa, il giovane inglese cerca di onorare il suo incarico, pur comprendendo ben presto che violenze e inganni prevaricano ogni mossa diplomatica.
Patrizia Debiche autrice di romanzi gialli e storici, grande esperta del Rinascimento italiano, sviluppa una trama giocata a metà tra la realtà storica, pur romanzata, e la suspense propria di un giallo.I nostri personaggi si muovono tra Venezia e Roma. La città lagunare è un trionfo di luci e colori, addobbata a festa per il Carnevale. Ma anche Roma è pulsante e molto, ci sarà la corsa deicavalli del martedì grasso, ma poi tanto sfavillio sarà bruscamente interrotto dallo straripamento del Tevere che devasterà la città.La prima cosa che colpisce in questo giallo-storico è la cura con cui sono descritte le due città. La Venezia che vediamo è quella che ci porta dai bassifondi al Palazzo Ducale, con il Carnevale che impazza sempre più invadendo calli,canali, fondachi, strade e poi tantissimi palazzi.Di contro la Roma ponticia, qui i contrasti sono ancora più marcati, tra lo sfarzo della corte papale, dei palazzi cardinalizi, i grandi festeggiamenti, le cerimonie sempre più solenni, e la miseria,la ribalderia, la lotta per sopravviveredel popolino e dei mendicanti. Se alle due città va quindi assegnato un ruolo di protagonista, tanti sono i personaggi che compaiono, parte realmente esistiti, altri di pura invenzione:L’autrice premette un indice dove sono indicati i personaggi vissuti in quell’epoca e quelli da lei creati. Quando si raccontano uomini e donne materialmente vissuti in quel periodo si dà maggiore forza e veridicità alla storia, ma anche quelli inventati, inseriti in un contesto reale, acqauisiscono una loro forza e una loro ragione di essere nello sviluppo della storia, sì che il lettore finisce per chiedersi dove termina il vero e inizia la finzione. In un contesto di uomini coraggiosi e violenti, dove tutti sono pronti a battersi ma anche a sacrificarsi in ragione dell’amicizia, non macano però i personaggi femminili. Rivestono un ruolo non solo complementare, se ci riferiamo al giovane protagonista grande rilievo nella sua vita avranno la giovame moglie morta prematuramente, la saggia madre, la splendente Angela, la cortigiana che si rivelerà donna non solo di struggente dolcezza ma anche di gran cuore. E poi Elisabetta bambina, con in sè già i segni di quel carattere che ne farà una grande regina. Su tutti comunque spicca Templeton, un personaggio non solo valoroso e coraggioso, ma anche arguto, affascinante, pronto a sacrificarsi per il trionfo del bene, ma anche…..grande amatore. Insomma una sorta di agente segreto del cinquecento. Un romanzo storico ricco di intrighi,sesso, nulla risparmia corti e papato, il potere è quello per cu tutti si battono, ancoran ai giorni nostri questo avviene,e forse proprio per questo il genere storico incontra il favore dei lettori. La Debiche ci conduce con molto bravura da Venezia a Roma attraverso lo stato pontificio, e non ci fa mancare niente, in un susseguirsi di violenze, di ben architettate cospirazioni, e certo la chiesa non ci fa una grande figura, tra i tanti congiurati troviamo alti prelati e giovani pretini ambiziosi. Ritroveremo nel finale “l’uomo dagli occhi glauche”, ormai maturo, nella sua bellissima dimora inglese, con un pò di nostalgia per quella fase assai movimentata della sua vita giovanile.
Il pregio di questo romanzo è di essere assai corale, pieo di personaggi di cui serberemo sempre ricordo, dalla bella cortigiana ai giganteschi scudieri di Templeton fedeli sino al sacrificio di se stessi, e un rilevo particolare vogliamo dare all’indimenticabilePuccio da alcuni definito “l’Oliver Twist romano”. Di altrattanta grande statura sono i personaggi storici, dal papa ai vari cardinali, ad altri nobili che si trovano nelle varie fasi del racconto, soprattutto colpisce il ritratto del grande Tiziano Vecelio, non solo sommo artista ma uomo di enorme valore. Sarebbe riduttivo definire l’opera come romanzo storico, è anche un thriller ben costruito nella maniera in cui riesce a creare un’atmosfera di attesa e suspense che coinvolge il lettore.Basterebbe citare la figura del proragonista, quest’uomo dagli occhi glauchi: chi è realmente? E’ incaricato di uccidere o di proteggere il cardinale Pale, il nemico di Enrico VIII? Soltanto alla fine si avrà la risposta. Infine si può anche dire che il romanzo è splendidamente narrato, insomma una fusione di generi da citare ad esempio.Colpisce questa Venezia in cui tutti giranomascherati, nessuno sa chi ha davanti, c’è un alone di mistero inquietante, Oppure la Roma sconvolta dall’inondazione, con i nostri eroi bloccati e quindi in un clima di attesa e di incertezza per i destini della loro missione. E particolarmente toccante la descrizione dei piccolo orfani costretti a mendicare, da essi proviene quel Puccio che tanta parte avrà nella vicenda.
GIUSEPPE PREVITI