” QUESTA NON E’UNA CANZONE D’AMORE ” DI ALESSANDRO ROBECCHI – SELLERIO
12 Aprile 2017” DI RABBIA E DI VENTO” di ALESSANDRO ROBECCHI – SELLERIO
19 Aprile 2017Un giorno Alan, marito e padre esemplare, viene ritrovato morto in uno squallido parcheggio periferico, seduto nella sua auto,i pantaloni abbassati,la gola
tagliata. La polizia pensa a una rapina finita male o al raptus di una prostituta.Così la vita perfetta e senza scosse della moglie Sandra e della figlia Devon su-
bisce un trauma profondo.La ragazza si sente ferita, se la prende con la madre, ma anche lei è sconvolta, si sente tradita due volte e certo la bella casa dove
vivono non la consola. Chi era veramente suo marito ? L’uomo buono e comprensivo che non faceva mancare loro niente o un uomo cinico dalla doppia vita ?
Sandra vuole saperne di più e scopre che il marito stava indagando su un efferato caso di cronaca di trent’anni prima quando erano stati rapiti e poi uccisi
sei neonati, un caso che aveva fatto molto scalpore e che mai era stato risolto. Vi era implicata una donna che aveva rapito tutti i bambini a Richmond, ma
non era mai stata trovata.
Ma perché Alan si interessava a questo lontano caso ? A Sandra sembra di entrare in un girone infernale di cui non si intravede una uscita, e sc0pre che erano
in molti, compreso suo marito, a tenere nascosta la verità. Inoltre un filo indissolubile sembra legare passato e presente e anche lei comincia a sospettare
di tutto e di tutti e a sentirsi in pericolo.
Con L’uomo di casa Romano De Marco abbandona i suoi noir milanesi e ambienta addirittura la sua storia negli Stati Uniti. Una trama intensa, violenta, dove
il motivo fondamentale è la conoscenza,la fiducia che può legare due persone, in questo caso marito e moglie,, ma appunto se questa fiducia viene meno cosa
può accadere ?
Sandra Morrison vive con il marito e la figlia una esistenza agiata a tranquilla in un quartiere residenziale alla periferia di Washington, lei è un’apptrezzata
logopedista, ma un giorno tutto cambia, quando il marito viene assassinato dove viene trovato in un parcheggio nella sua macchina con la gola tagliata e
i pantaloni abbassati, il che fa pensare o a un rapporto finito male o a una rapina.
Tutto il mondo di Sandra sembra crollare, ma chi era veramente quest’uomo, apparentemente padre e marito ideale ? Cosa nascondeva ? Aveva una doppia
vita ? Sandra tenta di ricostruirne la vita e scopre che stava indagando su un tragico caso irrisolto di una trentina di anni prima,avvenuto nella città di Rich-
mond, quando sette neonati erano stati uccisi a rapiti, la presunta colpevole, Lilith, non era stata mai trovata. Sandra così riprende l’indagine del marito per-
ché capisce che solo ripercorrendo quel cammino potrà arrivare a capo di questo mistero, e lo fa anche per riconquistare l’amore della figlia che odia tutto e
tutti e lei in particolare quasi fosse la responsabile degli atti del marito.
Grazie alle sue amiche, all’avvocato di famiglia, a un vicino di casa da cui si sente irresistibilmente attratta Sandra va avanti nelle sue ricerche , e questo le
fa capire che in tutta quella storia c’erano troppi segreti e misteri, oltre tutto le sembra di essere in pericolo.
Alla base di questa storia c’è la volontà dello stesso autore di costruire un romanzo di successo.Ma per ottenere questo va ideata una storia piena di senti-
menti, di tante situazioni, creando personaggi reali, evidenziandone le più profonde emozioni- Sempre seguendo il nostro autore lui dice che bisogna arrivare
al cuore del lettore, avvincerlo e coinvolgerlo nella lettura, e così gli sembra che il thriller sia il sistema migliore.
Per ottenere questo Romano De Marco si è staccato completamente dai suoi precedenti romanzi ambientati nelle metropoli italiane, costruiti come dei poli-
zieschi all’italiana. E allora ha voluto ambientare negli Stati Uniti, che ben conosce abitandosi una sua sorella, questa storia ideata con i toni del giallo clas-
sico. Ha preso come protagonista una donna qualsiasi, sposa, madre, con un marito che l’ama, insLomma una persona comune, normale.
Un thriller di sapore anglosassone, ben costruito, pieno di suspense e di misteri. Come detto, benché nel titolo si parli di un uomo, protagonista è una donna
che vuole scoprire i motivi dell’assassinio del marito, sino a quel momento una persona tranquilla, senza ombre, il classico marito e padre esemplare. Per
ritrovare la propria serenità e quella della figlia cerca di scoprire chi era ” veramente” la persona che le viveva accanto. Scopre intanto che lui era come osses-
sionato da una brutta vicenda accaduta tanti anni prima e mai risolta dalle autorità.
Alternando la prima e la terza persona, ora è Sandra che si racconta, ora la vicenda viene narrata in terza persona , la storia va avanti. Si alternano anche
passato e presente, si ricordano delitti a danni di bambini piccolissimi scoperti insieme a un ragazzino denutrito e pieno di ferite in una casa degli orrori.
Ma l’assassina, si ritiene una certa “Lilith di Richmond”, non era mai stata ritrovata, con grande smacco della polizia.
Questa è un po’ la storia che ci racconta De Marco che ha puntato molto sui questa ambientazione all’estero, anche se poi alla fin fine ci si può chiedere
se era necessario spostarsi in Virginia per raccontare questa storia, storia che di per se stessa poteva funzionare anche alle nostre latitudini. All’apparenza
potremmo parlare di storia sin troppo ” impostata” proprio per dare credibilità ai vari personaggi, insomma resta un po’ l’impressione di una qualcosa
di fortemente precostituito in omaggio alla location scelta.
Comunque L’uomo di casa resta un buon romanzo, sviluppato secondo diversi punti di vista e narrato su piani temporali diversi. Si gioca su più verità,
del resto tutti i protagonisti del libro si affannano per cercare la soluzione, ma l’autore sembra voler dire che non può esistere una verità assoluta. Un gioco
a incastri in cui la nostra protagonista cerca di trovare la via giusta in mezzo a inganni,menzogne, verità di comodo.
Se Sandra è la protagonista che da corpo alla storia non mancano altri personaggi notevoli, ad esempio la figura dell’assassina, una donna sopravvissuta
a un passato tremendo, che però sembra non averle tolto la tranquillità, sembra quasi che lei abbia cancellato il passato perché lei stessa era stata la prima
vittima. Ma poi lei ha voluto vendicarsi di questo passato, anche qui facendosi scudo di quanto aveva subito, insomma creandosi una propria “verità” che
anche in generale , porta sempre a giustificare e ignorare la propria colpa.
GIUSEPPE PREVITI