“EIKONESS”DI OSCAR MONTANI-ROMANO EDITORE
27 Ottobre 2011“LA FORZA DEL DESTINO”-DI MARCO VICHI-GUANDA
9 Novembre 2011Sono tornati con un libro scritto a quattro mani “Malastagione“Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.Lo ambientano a Casedisopra,un minuscolo paesino dell’Appennino tosco-emiliano. Qui accquattato in un bosco,dove è appostato per dare la caccia a un cinghiale,conosciamo Adùmas,un vecchio montanaro.
Ed ecco che la bestia appare,ma Adùmas rimane come ipnotizzato,il cinghiale ha un piede umano tra le fauci.Tornerà in paese e nella trattoria-bar dove un pò tutti si ritrovano al suo racconto tutti lo scheniscono, gli daranno dell’ubriacone. Soltanto Marco Gherardini, detto il Poiana,giovane ispettore della Forestale gli crede e comincia a indagare per trovare un cadavere senza un piede.
L’indagine non sarà facile,intanto scopre che tra i notabili del luogo c’è un giro di interessi che porta a un giro vizioso di losche complicità. “Poiana”ripercorre le strade dei boschi, e vi trova impronte e tracce di uomini che si muovono furtivamente.Si imbatte in persone che vivono in paesini abbandonati,conoscerà Francesca,ragazza di città, che si è venuta a rifugiare nella vecchia casa dei nonni disgustata della vita di Bologna.
Ma Marco Gherardini non demorde, si fa affidare il caso…in barba ai carabinieri perchè lui vuole veramente tutelare i territori che sente ulteriormente in pericolo, salvare la natura oltre che cercare la verità.
Dopo circa tre anni torna la coppia Guccini/Macchiavelli,stavolta il loro protagonista non è il maresciallo Sanvito, ma resta l’ambientazione in montagna, un paese Casedisopra che tanto ricorda la Pavana di Guccini, in un noir assai legato al territorio, un “noir di montagna” o “appenninico”, abbastanza inusuale nel mondo del giallo italiano,,perchè unisce i temi legati alla tutela del territorio e alla serenità della vita tra i monti,temi certamente cari a Guccini, ai più canonici moduli del classico poliziesco,e qui certo si vede la mano di Macchiavelli.
Intanto una novità nel protagonista, un “forestale”,il giovane Marco Gherardini, che è nato e cresciuto tra i monti.Per lui questo mondo è tutto e ,oltrechè per esigenze di servizio,lo vuole salvaguardare perchè lo ama profondamente. In estate il lavoro aumenta per la presenza dei villegianti che sciamano,non sempre a proposito,tra i
boschi,e quindi vanno seguiti. Poi ci sono gli animali che scorrono ovunque,e che Gherardini e i suoi uomini devono proteggere contro i bracconieri, così ncome loro compito è la salvaguardia dei pesci,dei funghi e di tutto quanto la natura offre.
Tutta questa comunità si ritrova “da Benito”,una trattoria dove si incontrano paesani e villeggianti,ma pure chi viene su per lavoro,dai muratori giunti dal Sud ai fratelli tunisini Haled e Samir,occupati nell’edilizia,al cameriere Amdi.Qui ognuno racconta la sua storia,e qui infatti arriverà trafelato Adùmas a parlare di quanto capitatogli nel bosco.I più la considerazione la farneticazione di chi ha alzato il gomito, ma non l’ispettore. Per lui il vecchio montanaro è una persona seria,un burbero di poche parole che mai esagera, nè è mai stato visto ubriaco. E da questa sensazione scaturirà l’indagine che investirà tutto il paese.
Quel che colpisce in questo romanzo è che l’indagine,difronte alla ritrosia e allo scetticismo dei più,carabinieri compresi,va avanti perchè ci sono dei giovani che hanno a cuore la serenità e la conservazione dei boschi e del territorio in cui vivono, e quindi lo vogliono difendere dalle speculazioni,dalle lottizzazioni,dalle incurie,dall’abbandoni di chi vi è nato e l’ha lasciato. Considerano l’Appennino come un grande amico che va difeso e rispettato.
Spiccano in questa storia dei poersonaggi scolpiti nella roccia come solo la gente di montagna lo può essere. Ecco il vecchio Adùmas(il padre era un accanito lettore de I tre Moschettieri e gli dette il nome dell’autore A.Dumas….), non è un bracconiere di professione, ma caccia il cinghiale ogni tanto per rifornire sottobanco la trattoria del paese, ma anche da vecchio solitario e un pò dispettoso per togliersi qualche soddisfazione,come….gabbare la forestale.Lo conosceremo nell’ora del bruzzichio(il crepuscolo) quando “incrocerà una bestia come non ne ha mai viste e come nessuno ne vedrà più”. Già, il cinghiale dal piede in bocca….”
Poi conosceremo l’ispettore Marco Gherardini,il più giovane ispettore del corpo,questi posti li conosce come le sue tasche e sa quanti segreti possa celare questa terra scura sotto i castagni.Lui fa parte della Forestale ma può anche occuparsi di delitti quando il crimine avviene nei territori di loro giurisdizione.E subito scoprirà i loschi legami per affari tutt’altro che limpidi che legano i notabili di Casedisopra, dall’ex-sindaco,ora proprietario di una agenzia immobiliare, ad un nobile rampollo sfaccendato, dall’impresario edile dai troppi affari e dalla moglie..vispa a un maresciallo dei carabinieri tutt’altro che simpatico. Al tutto poi si aggiungerà un incendio che divampa nel bosco e sembra propagato ad arte…
E’un personaggio di gran rilievo questo Marco/Poiana uscito dalle penne del duo Guccini/Macchiavelli, un poliziotto giovane che quindi può ancora credere nei valori della giustizia, anche nell’amore e in possesso di quella vitalità giusta,non ancora preda del disincanto,per conoscere la terra,la natura e i pericoli che corre per mano dell’uomo.
Attorno a Marco, a aAdùmas una serie di figure e figurine di cui intanto godiamo il loro modi di esprimersi proprio dell’atmosfera abbastanza “pulita”che si respira in questo crinale dell’Appennino, tra Emilia e Toscana,pur se i gusti della…cattiva civiltà contadina incombono. Siamo, ed è una sensazione comune a tutto il paese,in una fase di Malastagione, con i boschi abbandonati,depredati,cementificati,non più curati, ma una nota di speranza viene da questi giovani che combattono coraggiosamente perchè tutto non vada in malora.
Di contro in questo libro se c’è un inno alla montagna c’è anche un controcanto assai amaro verso la città. Del resto i due autori per primi sono scappati da Bologna,Guccini vive a Pavana, lo stesso Macchiavelli vive fuori città buona parte dell’anno.
Già quella città che “viveva di stanchezza o moriva,come moriva l’Università.Lungo i corridoi si respirava un’aria stantia.Pure per le strade”.Tutto meno che tenere i nostri due autori verso la loro Bologna….
In conclusione ci hanno proposto una storia ndi massacri ambientaliu,di omicidi9, ma anche di difese e comportamenti leali.La storia è imperniata su un giovane, Sanvito il loro precedente personaggio era di altri tempi,ormai pensionato,viveva di ricordi.Questo Gherardini è giovane “quel tanto che basta”, così questa si svolge tutta ai nostri giorni, diremmo che vuole rivolgersi anche a un pubblico meno tradizionale,piu giovane. Ed infatti la montagna di cui si parla è ben viva , è quella attuale, non si narrano dei ricordi.
Un “giallo di ambiente” questo costruito da due signori, “maturi”per l’anagrafe,ma giovani nell’animo, con ancora la voglia di scrivere,di dire qualcosa,di battersi per degli ideali,ancora una volta la chiave del giallo al servizio di cause giuste.
A proposito dello scrivere si diceva un tempo che sulle montagne,specie le toscane,si parlava il miglior italiano, ecco questo è un libro scritto in “buon italiano”e di questi tempi non è poco…..
Quanto al “dire qualcosa”qui,mentre raccontano di boschi e di cinghiali,dicono a tutti di non impaurirsi per la mala stagione:Questo ce lo fanno capire attraverso le parole dei tanti personaggi, da quelli del postoi a quelli venuti da lontani paesi.L’Appennino nella sua serena maestosità che insegna alla città…..
GIUSEPPE PREVITI