” MONACO” DI ROBERT HARRIS – MONDADORI 30.05.2020
30 Maggio 2020” IO SONO IL DESTINO” DI GIANCARLO DE CATALDO – EINAUDI- 2.05.2020
2 Giugno 2020Sylvie è una bella ragazza diciassettenne, molto procace, impudica, senza troppi scrupoli, ha un magnifico seno che tutti gli uomini sognano di toccare e palpeggiare altret-
tanto…impudicamente. Sua amica del cuore, o almeno sua inseparabile…ombra, Marie, 18 anni, brutta, strabica, timida, ha paura di tutti e di tutto. A scuola la scansavano tutti,
dicevano che aveva il malocchio. Ma con Sylvie c’era sempre stato un grande affiatamento, Sylvie le diceva spesso “Quando sarò ricca ti prenderò come cameriera, e ogni mattina
mi pettinerai”. Ma Marie aveva una prerogativa nei confronti dell’amica, capiva tutto quello che le passava per la testa, intuiva tutto,, ma verso di lei ha sempre avuto un atteggiamento a metà tra il disprezzo e la condiscendenza. Sa per esempio che si spoglia con la luce accesa per ingelosire il padrone della pensione dove lavorano e sa anche che
è lei la causa del suicidio di un ragazzo ritardato e epilettico. Sylvie non ha nessun scrupolo e il suo cinico scopo è di lasciare il paese che per lei è sinonimo di miseria, e così le
due ragazze arrivano a Parigi. Sylvie va alla caccia dell’occasione, Marie è più tranquilla e riflessiva, la segue ma ha un suo cervello e quando quella sparisce per chissà dove lei
,colpita dal duplice tradimento dell’amica, le ha fregato anche …l’uomo, andrà per la sua strada rimanendo comunque a Parigi. Si rivedranno ventotto anni dopo, sarà Sylvie a
cercarla, ha bisogno del suo aiuto, Marie accetta ancora una volta, dando l’impressione che non è cambiato niente. Già, ma sarà proprio così ?
Simenon nel dopoguerra entrò nel mirino degli epuratori dopo la liberazione e per tre volte fu rinviato a giudizio e per tre volte fu prosciolto dell’accusa di collaborazionismo.
Comunque si era seccato profondamente del trattamento e così si era trasferito negli Stati Uniti. Fu appunto nel 1951, a Lake City(Connecticut). che scrisse Marie la strabica,
In America lo scrittore viveva in una villa sontuosa e certo gli saranno venuti a mente i primi tempi in cui era vissuto a Parigi, praticamente in povertà visto che i suoi racconti
venivano quasi sempre rifiutati. Il palazzo in grande decadenza dove aveva affittato una stanzetta si trovava in Place des Vosges,21. Indirizzo evidentemente emblematico per Simenon, vi abiterà infatti per un breve periodo il commissario Maigr et,e sempre al 21 si stabilirà Marie la strabica. Marie e Sylvie sono due ragazze di campagna, prima vanno a
fare le cameriere in una pensione sul mare, poi, anziché tornare a casa, affrontano la grande avventura parigina. Sono diametralmente opposte,la “bella e la bestia” in apparenza,
qualcosa si può capire dai brevi discorsi che fanno la sera prima di addormentarsi.Marie è sgraziata, brutta, un occhio che butta dove vuole, con una carattere assi chiuso, una che vede il male ovunque ,ma comunque non si capisce fin dove abbia ragione e fin dove le piace mettere zizzania. Sylvie si fa forte della sua bellezza, sa come far girare la testa
agli uomini, spesso Marie la nota quando si mette in posa davanti alla finestra con il seno scoperto per farsi vedere e così finirà per far perdere la testa a un giovane ritardato che a causa sua si suiciderà. Non ha sentimenti per nessuno, si rifiuterà di tornare a casa dal padre malato né andrà ai suoi funerali. Suo obbiettivo è sfruttare le debolezze altrui e ri-cavarne il più possibile, vuole andare a Parigi e diventare ricca. Tra le persone da sfruttare c’è naturalmente Marie la strabica,sin dai loro giochi da bambine, e Sylvie che le ricorda che sarebbe stata “la sua cameriera”.
Arrivate a Parigi le due si sono ben presto ambientate, Sylvie ha ben presto piantato in asso la povera Marie e ha usato tutte le sue arte per diventare una mantenuta di lusso.Marie è comunque rimasta a Parigi e si è costruita una sua vita. Tutto questo ha visto passare ben ventotto anni, quando improvvisamente Sylvie ricompare a Marie, e ancora una volta ha bisogno di lei. Il suo amante e protettore sta morendo, ha fatto testamento in favore di lei, ma la famiglia sta tentando di farglielo cambiare, e allora Sylvie
prega Marie di presentarsi in quella casa come infermiera e sorvegliare che le manovre contro di lei non riescano….
Un romanzo abbastanza “difficile”, Simenon li definiva romanzi “duri”. E’ una storia abbastanza sgradevole, due caratteri a confronto.in apparenza una è buona e l’altra è cattiva, ma poi è proprio così ? L’autore arriva a un processo narrativo che fa quasi pensare alla struttura di un giallo, la storia si sviluppa in vari passaggi, ci sono tracce,indizi,
misteri,scomparse, non è che sfocino in un delitto, ma c’è un crescendo di fatti, di di sensazionj che potrebbero benissimo essere le chiavi di un romanzo giallo.
In molti atteggiamenti e fatti delle due ragazze si può notare una certa tendenza di Georges Simenon a parlare più o meno velatamente di se stesso Da quando era in America si era messo a bere, come pure sua moglie,un’americana, beveva molto, salvo poi smettere e di nuovo ricominciare.
Sylvie è una che beve molto, alla fine del romanzo è quasi un’alcolizzata il fatto che nella sua vita non si è mai rilassata, ha sempre agito per calcolo,ovviamente anche accettando
le cose più sgradevoli,del resto era il pegno da pagare, e certamente tutto questo l’ha condizionata. Ora che sta per raggiungere finalmente la stabilità e la sicurezza, il suo amico sta per morire e la famiglia la combatte duramente. Lei cerca scudo in Marie, ma si sente stanca, ha paura, e allora cerca forza nell’alcol. Riusciranno i suoi avversari a far cambiare il testamento ? E Marie cosa potrà fare ? Ma poi Marie è veramente affidabile ? O, di contro, non è lei stessa che non è più affidabile ?
Un gioco perverso, un gioco che, come in certi giochi dell’infanzia, ci riporta tutti alla casella iniziale, quella con Sylvie e Marie insieme, ma c’è un vincitore ?E’ possibile che in tutti questi anni non sia successo nulla ?
Marie qui louche è il titolo originale, Maria la strabica, ma anche la “losca”, la “sgradevole”, la “doppia” etc. Insomma tante definizioni che ben si adattano a questa ragazza apparentemente spaurita, ma che, a pensarci bene, non sai mai dove guarda….Certamente lei a un certo punto dell’arrivismo della compagna non ne può più e sparisce, pur se
continua a saper tutto di lei.E al momento buono quando l’altra la cerca lei è lì, ma ora è lei che manifesta la sua vera natura di arrivista, l’altra forse si illuderà di comandare, ma
chi veramente risulta indispensabile è Marie, e Marie questo lo sa e sa anche che avrà così modo di ripagarsi delle tante umiliazioni subite e addirittura di celebrare il suo trionfo
mormorando a Sylvie ” Ammetti che mi odi “.
GIUSEPPE PREVITI