” CESARE IL CONQUISTATORE- ALLE SORGENTI DELLA VITA” DI FRANCO FORTE- MONDADORI
20 Febbraio 2018” IL PROFUMO DELL’ULTIMO TANGO ” di GIAN LUCA CAMPAGNA – HISTORICA
5 Marzo 2018Il 9 maggio 1997 una studentessa universitaria de La Sapienza di Roma, Marta Russo,mentre sta percor-
rendo un vialetto all’interno dell’Università stessa insieme a una sua amica, viene colpita da un proiettile
che penetra nella sua nuca morendo poco dopo. Scatterà una lunga inchiesta che sconvolgerà la vita di uno
degli Atenei più grandi d’Europa. Ma da chi e perché è stato sparato a una bella e bravissima ragazza che
non aveva nemici ? O si può pensare al gesto di un folle ?
Il tutto è avvenuto in uno spazio molto ristretto, in basso il vialetto dove camminavano le due ragazze, in alto i tanti edifici dell’università con le le lunghe file di finestre. E appunto da una di queste è partito lo
sparo. Si fanno le prime perizie, si interrogano vari testimoni, si evidenziano particolari, si studiano i vari
personaggi, finché piano piano l’attenzione si localizza su due giovani assistenti universitari, Giovanni
Scavone e Salvatore Ferraro, che saranno arrestati con l’accusa di omicidio e favoreggiamento e che poi
verranno condannati definitivamente dopo un lungo iter processuale.
Ma non è che si sia risposto in maniera del tutto convincente a tutti i quesiti. Intanto non c’è un movente.
Poi, perché è stato sparato ? Durante l’inchiesta sono comparsi tanti personaggi, si sono accese e spente
tante intuizioni, molti i misteri. Comunque la vicenda si chiuderà con la condanna di Scattone e Ferraro.
Il nostro autore ci fa tornare a quell’Italia fine anni ’90 e a questa incredibile vicenda, osservando che
nonostante la sentenza rimangono tanti dubbi.
Il caso Marta Russo con cui ormai si identifica l’assassinio ” gratuito” di una bella ragazza, studentessa
dell’Università La Sapienza di Roma, colpevole solo di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sba-
gliato. Mauro Valentini ha ricostruito questa vicenda sconvolgente nei fatti e nelle risultanze nonostante
ci siano state ben cinque sentenze. La storia appunto di una giovane studentessa, Marta Russo, che in una mattina del maggio 1997 ,mentre sta percorrendo un vialetto all’interno della sede universitaria, e che ci
viene narrata in Marta Russo Il mistero della Sapienza. Nella presentazione si adombra la tesi che niente
è più pericoloso nell’ambito giudiziario dell ‘”innamoramento della tesi”, nel senso di quando gli inquirenti
si basano esclusivamnente sulla propria tesi assicuratoria, in questo caso fondata sull’affermazione del
“Super-io” dei due imputati, che comunque non in tutti i gradi di giudizio è stato ritenuto motivo sufficiente per spiegare l’uccisione della povera Marta.
Il racconto di Mauro Valentini è molto particolareggiato nelle sue risultanze e nella dimostrazione dei vari
passaggi. Ad esempio il fenomeno dei testimoni che di primo acchito non ricordano niente salvo poi a distanza di tempo ricordarsi di…tutto anche nei particolari più evidenti che dovevano essere stati rivelati
sin dai primi interrogatori. Poi ci sono testimoni che sono partiti da posizioni opposte a quelle degli inquirenti, salvo poi ricredersi e uniformarsi. O anche altri che cambiano versione a ogni interrogatorio.
Sono passati oltre venti anni da quel lontano 9 maggio, chissà mai perché Marta e la sua amica presero
quel vialetto che sarebbe stato fatale alla Russo,Ma tutto in questa storia sembra appeso a un filo, una
morte assurda, un comportamento bestiale e degenere in qualcuno che da dietro una finestra ha puntato
un’arma verso due ragazze che passavano là sotto e ha sparato colpendone una.
Ma l’altro dramma è in quelle finestre, in quelle stanze, in quei corridoi: in quella stanza da dove è partito
il colpo chi c’era veramente ? Quanti hanno visto? Questo è la domanda che si e ci pone Mauro Valentini.
Sulla copertina del libro c’è la foto di Marta Russo che sembra guardare lontano, chissà dove, forse verso
un proiettile vigliacco sparato da una finestra e che le ha tolto ogni possibilità di guardare alcunché. Non
erano anni facili a Roma ma certo lontani dagli anni di piombo, dove , ci ricorda lo scrittore, si sparava
spesso. E proprio in quei mesi si erano ricordati i sacrifici di Aldo Moro e di Giorgiana Masi, anch’essa
ammazzata da una pallottola a tradimento. Qualcuno affrontando il caso Russo pensa a un rigurgito di
quei tempi ma niente suffragherà questa tesi. L’autore ripercorre di un evento che impressionerà molto
l’opinione pubblica, se ne parlò molto anche tra le più alte cariche dello Stato, la vicenda ebbe molto risalto
anche all’estero. Un delitto anomalo che i magistrati dell’epoca, Carlo LaSperanza e Mario Ormanni,ricostruiscono con molta difficoltà, tra reticenze, ritrattazioni, superammissioni.Poi si arrivò a
stabilire che il colpo doveva essere partito da una delle finestre dell’aula 6,quella degli assistenti di filoso-
fia del diritto.
Ci furono molte testimonianze, spesso in contrasto, spesso cambiate, ma a un certo punto decisiva fu pro-
bilmente quella di di Gabriella Alletto,Era una dipendente dell’Università , dapprima fu molto reticente e
evasiva, tanto da essere indagata come persona informata sui fatti. Fu molto pressata dagli inquirenti e dai
magistrato, tra l’altro il cognato era un poliziotto, ma poi in seguito a un drammatico interrogatorio, peraltro videoregistrato, sentì il bisogno di “liberarsi” e si rivelò implacabile nell’accusare Scattone e Ferraro. In seguito successero altri fatti, ad esempio quasi un anno dopo l’omicidio venne ritrovato durante
i lavori in un bagno dell’Università una pistola che poteva essere dello stesso calibro di quella che aveva ucciso la Russo ma non fu possibile, visto lo stato del reperto ritrovato, fare il confronto necessario.
Da indagini e testimonianze usciranno poi i rinvii a giudizio per omicidio colposo e favoreggiamento, non
si è fatta alcuna distinzione tra l’esecutore materiale e chi lo ha coperto.
Va anche sottolineata la grossa pressione dell’opinione pubblica, quel che è singolare è che la stessa isteria
collettiva prima furono tutti colpevolisti, poi tutti innocentisti. Ma il corso del procedimento andrà avanti,
Mauro Valentini nella sua lunga e accurata disamina, oltre a esaminare i fatti,le indagini con le varie con-
traddizioni, dimostra un rispetto notevole verso i tanti protagonisti di questa storia che certo ha inciso pro-
fondamente sulla loro vita.
Si ricorda anche che i PM che istruirono il processo furono a loro volta processati per presunti interrogatori nel corso dell’interrogatorio della teste chiave ma furono prosciolti.
Un lungo lavoro investigativo da parte del nostro autore che osserva che chi indagò a suo tempo poteva
indagare forse su più piste anziché fissarsi su una.E Valentini si pone anche l’interrogativo se in questi
casi sia sufficiente affidarsi solo alla prova scientifica che non puo’ da sola risolvere il casoi, può essere
una traccia ma andava sicuramente suffragata da altre indagini.
Un romanzo molto interessante , una sorte di news-thriller abbastanza insolito in Italia, o meglio un
romanzo che non è solo cronaca ma è anche un racconto di varie vite, vite ” vere”, in primis la vita di
una ragazza che vi si affacciava, ma che l’ha vista spezzata sul più bello. E il testo si chiude con un ricordo
di Marta, di cui sono riportate, tra l’altro, delle bellissime parole anche profetiche da cui estraiamo:
Niente e nessuno puo togliermi la speranza, l’ottimismo e la gioia.Voglio essere felice in questa vita
Voglio essere felice in questa vita e non in futuro,ma nel presente per ogni attimo che vivo, perché non
so quanto potrò vivere nè cosa ci sarà dopo !………
GIUSEPPE PREVITI