” LA BAMBINA NEL BUIO” DI ANTONELLA BORALEVI- LA NAVE DI TESEO
23 Giugno 2019” IL PIANTO DELL’ALBA ” di MAURIZIO DE GIOVANNI – Ultima ombra per il commissario Ricciardi- EINAUDI
8 Luglio 2019Un’amara sorpresa attende i nostri ” magnifici tre”, i poliziotti in pensione Ferruccio Pammattone, Eugenio Mignogna e Luc Santoro: le loro pensioni non vengono più
erogate per un disguido tecnico, e cosi’ per i nostri eroi, Semolino,Kukkident,Maalox, la situazione diventa di estremo disagio, e così cominciano a capire quei tanti che
senza mezzi non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena, e così ora guardano con un filo di comprensione quei tanti disperati che si arrabattano per tirare a cam-
pare. Nei quartieri più poveri di Genova, corrispondenti per lo più al centro storico,ce ne sono tanti, ma qualcosa sta cambiando anche qui. In questi quartieri da tempo c’è
molto disagio sociale e miseria, ma adesso a chi vi vive da tempo si stanno aggiungendo i “nuovi poveri”, specie gli immigrati, così tutti gli equilibri si stanno sfasciando. Ma
si segnalano anche strani movimenti speculativi ad opera di persone legate al mondo degli affari, delle banche, della politica, persino della chiesa, e saranno proprio i nostri
eroi a scoprire, dopo la morte sospetta di un prete, un piano ben congegnato per costringere i proprietari a cedere a prezzi d’affezione le loro case fetiscenti, che poi saranno>
>trasformate in appartamenti di lusso.
Sembra un’impresa vana,dall’esito scontato,i tre poliziotti, o meglio i tre ex, non mollano e danno battaglia a questi affaristi senza scrupoli e grazie a loro il piano dei palazzinari
sarà sventato.
C’è un motivo musicale che fa un po’ da leit motif alla quarta operazione di Squadra speciale minestrina in brodo, Mazzo e contromazzo, scritto e…. musicato insieme a
Enrico Santacatterina da Roberto Centazzo.
E’un Christmas blues/un blues di sentimenti/che fanno a pugni dentro di me(malinconie e rimpianti)/è un Christmas blues/li sento tutti quanti/gli anni lasciati indietro/
quelli del presente/e i pochi che ho davanti.
Un romanzo, la sua parte struggente,tra contrattempi,acciacchi, aspetti della città, un’indagine,con l’impressione quasi di essere un volta tanto dall’altra parte della barricata….
E’una bella storia questa che conferma un assunto generale, ovvero gli scrittori sembrano sempre più lontani dal….genere, ora costruiscono romanzi dove si raccontano storie
non più legate solo all’investigazione ma che invece inquadrano un dato momento storico e quello che vi gira intorno.
Per i nostri “pensionati”un’indagine assai difficile che li metterà addirittura a confronto con i poteri forti della città. Ma intanto, e qui la vena comica di Centazzo prende il so-
pravvento sul Centazzo dei thriller: succede per i nostri un problema gravissimo, non vengono più pagate le loro pensioni e così si ritrovano presto al verde. Un attimo di scora-
mento e di rabbia, ma poi dagli uomini pratici che sono si danno da fare per trovare un’occupazione che permetta loro di sopravvivere. Uno riprende a vendere panini con la
porchetta, l’altro fa il ciabattino,il terzo il guardiano notturno.
Tutto questo li porta a frequentare quel mondo quasi invisibile dei diseredati, di tutto coloro che si devono arrabattare per rimediare un pasto o un posto letto.Un mondo sot-
terraneo dove il confine tra legalità e illegalità è quanto mai labile, dove agli ultimi di estrazione nostrana si aggiungono le folle degli immigrati in continuo arrivo, e tutto questo§
porta a una convivenza sempre più difficile nel centro storico di Genova. Un mondo a sè stante, una città nascosta, dove purtroppo abbiamo guerre tra poveri, ma anche episodi
di solidarietà e di reciproco aiuto.
Conosciamo così tanti personaggi, nuovi e vecchi,Peppe Gargiulo il vecchio napoletano che ha sempre lottato per vivere però rispettando i valori; Michelangelo il falsario, Gratta-
paglia, l’assassino della donna che Ferruccio aveva amato, Efrem,il poliziotto di colore infiltrato, Lugaro, il poliziotto per caso…, tutte figure con un lor ruolo, che sanno entrare a meraviglia in questo….gioco a mazzo e rubamazzo. E quel Ciro Forcella, napoletano trapiantato a Genova , un degno erede di Pulcinella, più che patetico fiero di se stesso quando
decide di recitare a platea vuota….E poi la figura di Don Parodi, un prete per bene,messo al centro di un gioco più grande di lui, lui lo capisce, però non esita a mettersi contro tutti, pur se sa che non se la caverà… “Mi uccideranno,mi ucideranno….” continua a ripetere.
E d’altra parte la stessa domanda se la ripetono i componenti di “squadra speciale minestrina in brodo>”, c’è da mettersi contro una forza assoluta: mafia,politica,banche, chiesa ,ma i nostri hanno capito cosa si sta tramando e allora pensano che dove non si arriva con la forza ce la possono fare con l’ingegno, una volta tanto….ingannando chi voleva in-
gannare.
E altrettanto importanti sono le figure delle donne, Yasmina, Anghela e Rosa, Yasmina vive con Ferruccio, capisce ormai a volo quel passa per la testa del….gigante buono, e
con molta discrezione cerca di aiutarlo quando lo vede in difficoltà. Anghela vorrebeb che Magnogna si dedicasse interamente a lei,oltre tutto è molto gelosa e non capisce
l’umiliazione del suo uomo, rimasto senza quattrini e costretto a tornare a fare l’ambulante. Ma non capisce nemmeno che lui fondamentalmente è rimasto un poliziotto e poco>
approva i traffici che lei organizza nel mondo dell’arte. Luc è sempre il solito donnaiolo, anche se poi con le donne di casa sua (le tre figlie) abbia un gran rapporto e neppure con Rosa.Ma alla fine è quello che reagisce meglio di tutti alla nuova situazione di…indigente, tornerà a fare quello che aveva imparato a fare in gioventù,il ciabattino.
E’ curioso che questi tre uomini che hanno passato tutta la vita a far rispettare le leggi ora arrivano a capire che non mondo non è tutto bianco o tutto nero,e ciascuno capirà cosa
voglia dire doversi adattare a tante cose per sopravvivere.
Un incrocio di vicende personali e di mondo vissuto,un’inchiesta da mandare avanti, una volta tanto non importa come, ma il principio è sempre quello,fare giustizia.
Tante pagine piene di umanità e poesia, i versi della canzone citata all’inizio ne sono un esempio, tutto ben intonato, intorno alla storia che ci viene raccontata.
Una scrittura come sempre agile,fresca, con momenti però anche aspri, naturalmente molto spazio al Centazzo giallista,come sempre abile nell’intreccio dei suoi personaggi e
nel conferire loro la giusta suspense.
Un libro dedicato agli “ultimi” e anche questo è notevole,
GIUSEPPE PREVITI