L’INVESTIGAZIONE DI MICHELE GIUTTARI-PLUS EDIZIONI
17 Agosto 2010JEAN CLAUDE IZZO-STORIA DI UN MARSIGLIESE DI STEFANIA NARDINI- PERDISA POP
3 Settembre 2010Dicono che in Italia ci siano più scrittori che lettori, probabilmente è una provocazione, un invito a leggere di più.
E’ altrettanto vero che non è semplice per un autore, a parte i soliti noti, farsi conoscere, andare oltre la ristretta
cerchia dei conoscenti, nè le case editrici, grandi o piccole che siano, fanno molto in questo senso. Però se
la qualità c’è, il tam-tam funziona sempre, ecco che mi ha incuriosito il caso letterario dell’estate viareggina,
ovvero lo “scrittore-bagnino” Sergio Vannucchi. Proprietario di un bagno ma non disdegna la vecchia arte del
…salvataggio, sportivo, tipo ameno da “Amici miei” lo definiscono i suoi amici, ecco che in età matura scopre
la voglia di scrivere e in quattro anni sforna quattro libri.
Lui dice che per combattere la “noia e l’apatia”delle tante ore dinanzi al mare, inizia a scrivere nel 2007. Dopo
due romanzi legati a vecende di mare e ricordi d’infanzia,il terzo ci parla del ritorno a casa dei soldati italiani
dalla Russia durante la seconda guerra mondiale.
Con “Mentre la città dorme”arriva l’approdo al noir, un noir d’azione imperniato sulle figure di due investigatori
viareggini.Thomas Manetta e Habrahams De Franceschini. Un intreccio basato sulla suspense e l’azione,
ambientato in una Viareggio che non sfigurerebbe certo nei confronti delle più note capitali della mala.Ricatta-
tori, miliardari da incastrare, informatori, manigoldi, killer professionisti, belle donne, giocatori d’azzardo. Il
tutto in uno scenario ricco di morti, di sparatorie, di pestaggi.
I due detective privati vengono ingaggiati da un miliardario americano stabilitosi in Versilia, e ricattato dal
proprietario di un locale malfamato, tale Capinera, che si rivelerà un vero genio del male.I due , spesso in
disaccordo con la polizia, ingaggiati per evitare il rapimento della giovane figlia del miliardario, dovranno
battersi duramente per risolvere il caso.
Questo libro è essenzialmente un atto di amore per Viareggio, questa città accerchiata da incomparabili
bellezze naturali, divisa- dice mirabilmente l’autore -“dal canale Burlamacca che, muovendosi lemme lemme
come un a persona anziana giunta all’ultimo inverno della sua vita, divide il rione Darsena dei pescatori, dei
marinai, e degli antichi calafati, dal resto della città…..”.Quella dello splendido viale a mare, dei negozi di ab-
bigliamento, dei bar più famosi e dei baretti dove trovi ben altra clientela, dei ristorfanti, degli alberghi.
Sergio Vannucchi costruisce un giallo che, ricco di azione come è e anche pensando ai nomi dei vari
protagonisti, alcuni veramente impossibili, fa pensare a un giallo all’americana, alla Connelly, ma forse
ancor più a quelli degli anni trenta e quaranta dove primeggia la figura dell’investigatore privato tutto alcool
e sesso, ma profondamente giusto. In Italia può far ricordare lo Scerbanenco del Duca Lamberti e per certi
versi, lunghezza del libro,costruzione di una trama non proprio nostrana, anche il primo Faletti.
Ma tornando a questa storia di estorsioni, ricatti, delitti, vi predomina lo scenario della Viareggio dei nostri giorni
con i suoi scorci e i personaggi tratti dalla vita quotidiana.
E del resto i due investigatori non sarebbero altro che lo stesso Vannucci(Manetta) e un suo amico titolare di
una macelleria.Non per nulla Habrahams De Franceschini si è fatto detective per sfuggire alla noia e alla
ripetitività di una vita in….macelleria.
Sergio Vannucchi rivendica il suo amore per la città balneare, non è mai stato in altri paesi se non come
frettoloso turista, e ritiene comunque l’intrigo che ci racconta possibile anche in Versilia. I criminali osserva
il nostro autore non vivono solo a New York o a Chicago o a Milano. Lui conosce as menadito la sua città
e gli è più congeniale ambientarvi le sue storie.
Vicende che certo un cittadino dabbene non immagina nemmeno possano accadere nella tranquilla atmosfera
di tutti i giorni, ma che però, proprio perchè celate sotto l’apparenza della normalità, scorrono invece con il loro rtetaggio di in giustizie e di immoralità.
Una sequenza di poersonaggi, alcuni bellissimi come i loro nomi, a prima vista impossibili, ma poi man mano che la storia procede appaiono sempre più verosimili e intonati al contesto( “Ciuccianespole”, “Strozzaprete”,
“Strizzacervelli”, “Palla di neve”). Da sottolineare anche il ricorso a termini esilaranti( “La vaacca con la camicia
da notte e la cuffietta”) che ci strappano un sorrisdo divertito.
E’un libro di pura invenzione questo poliziesco, scritto in maniera assai descrittiva(forse anche troppo):prim a
ci fa vivere l’ambiente, poi ci introduce i personaggi. E’ stato scritto con lo stile quasi di un romanzo di av-
ventura, singolare il ricorso a nomi più americaneggianti che viareggini. Ma l’atmosfera che si respira è molto
italiana, quasi avesse voluto rendere un omaggio a certi film italiani di 20, 30 anni fa, se lo ricordino i
nostalgici di A:M:Merli, E:M:Salerno, T.Milian, U.Lenzi.
GIUSEPPE PùEVITI