“LA FABBRICA DELLE STELLE” di GAETANO SAVATTERI – SELLERIO
1 Giugno 2018” IN RICORDO DI CORNELL WOOLRICH”
19 Dicembre 2018Andrea Camilleri è certamente uno dei più grandi scrittori a cavallo di questo secolo e del precedente e a lui è dedicato per il suo 94°
compleanno il quinto numero della rivista letteraria Micromega.
E’ un sentito e anche un doveroso omaggio a questo splendido novantatreenne, conosciuto certo dal pubblico per i suoi romanzi gialli
con protagonista Montalbano, ma anche autore di una sterminata produzione che va dai romanzi storici al teatro alla poesia.
Ed infatti la raccolta inizia con una testimonianza dello stesso Camilleri che parte dai suoi esordi letterari, piccolo ” poeta fascista”,per
poi passare a una attiva frequentazione teatrale, sia come allievo dell’Accademia di Arte Drammatica, sia come regista e autore, per poi
approdare al mondo della scrittura e qui naturalmente ricorda il suo “incontro” con Montalbano, la invenzione del “vigatese”, le donne
e gli uomini dei suoi romanzi, la notevole produzione che del resto precede il giallo di romanzi storici. Ma del resto è un po’ il racconto
della sua vita, il suo impegno letterario, civile, politico, il voler sempre “partecipare”, anche quando è diventato ceco.E proprio all’inizio
di questa estate nella magica atmosfera del Teatro di Siracusa ha recitato il monologo scritto da lui stesso, Tiresia.
Una prima sezione della Rivista è dedicata ai suoi due filoni narrativi, quello dei gialli e quello dei romanzi storici, che però possiamo con-
siderare le componenti di un unico sistema letterario, in cui molta importanza ha ovviamente il sistema linguistico usato.
La “verità” non è una definizione assoluta nei romanzi di Camilleri. infatti i “buoni” non è detto che siano sempre tali, così pure i “cattivi”.
Questo vale per i romanzi storici ma anche per i gialli. Quel che interessa meno Montalbano è la scoperta dell’assassino, lui studia e cerca
di capire le motivazioni e il dolore, sia delle vittime che dell’assassino, in lui c’è sempre molta pietà.L’autore vuole che la cronaca diventi
storia, narra del quotidiano, in questo i romanzi gialli e storici si avvicinano molto. Potremmo ricordare La mossa del campo(1999)
un giallo in forma di romanzo storico con protagonista l’ispettore dei mulini Bovada a cui i mafiosi tendono una trappola a cui lui risponde
con una beffarda contromossa, in cui il vigatese gioca un ruolo decisivo.
Già il vigatese, lingua d’invenzione che fa da base a tutti gli scritti di Camilleri e ne costituisce il trait d’union. Il vigatese è una lingua d’in-
venzione, per la quale ci si palesa come un “fenomeno linguistico”.
Non è stato facile per Camilleri arrivare a una definizione del suo linguaggio,con questo vigatese da molti considerato un misto di italiano
e siciliano, ma non è affatto così. Per anni Camilleri ha cercato il linguaggio ideale,è partito dall’italiano ma non gli sembrava sufficiente, a
dire quello che voleva rappresentare. E il segreto fu scrivere come ” si racconta oralmente”: E questo portò alla formulazione di un linguaggio nuovo, autonomo, che non è né siciliano né italiano, ma una commistione, raggiunta con indubbia difficoltà, ma raggiunta,
tra dialetto e italiano, trasformandosi in una lingua tutta nuova.
Quello che è importante è che il nostro autore plasma però tutta questa materia creando un idioma che non corrisponde a nessuna parlata
reale e che quindi abbisogna anche della partecipazione del lettore, almeno agli inizi.Ad esempio significativo è Il corso delle cose che
venne scritto nelle due versioni. Va pure aggiunto che tutti i suoi romanzi storici nascono da episodi reali vedi Un filo di fumo,La strage
dimenticata,La stagione della caccia, Il birraio di Preston.
Con i primi romanzi aveva venduto in sei mesi 90mila copie, nel 1994 esce il primo Montalbano, e subito La forma dell’acqua passa a
400mila copie.
Pure i Montalbano nascono da episodi reali, solo qui lui cambia tutto, a partire dall’ambientazione, Vigata, località che non esiste.
Non voleva diventare scrittore seriale, ma poi scrisse Il cane di terracotta per definire meglio il personaggio, poi anche per i…soldi
venne tutto il resto. Interessante è quel che dice Camilleri dei suoi romanzi, letterariamente gli storici valgono più dei polizieschi, pur
se nel tempo la prosa di Montalbano si è migliorata, ma il suo vero linguaggio lo trova negli storici.
Va pure detto che per anni ha scritto contemporaneamente storici e i Montalbano. Ovviamente parlando di Montalbano non si può
non parlare di televisione e quindi largo spazio è lasciato a Luca Zingaretti, a Alberto Sironi, a Michele Riondino e ai tanti protagonisti
necessari a realizzare il ciclo.
Importante è costatare come i suoi romanzi siano stati tradotti in moltissimi paesi e vari traduttori spiegano come si sono comportati
con questa strana lingua, i i “trucchi” a cui sono ricorsi per interpretarla e proporla ai loro lettori.
Infine una bella testimonianza sull’impegno civile e politico ma anche sulla sua generosità e apertura verso tutti ce la da Maurizio De Giovanni che lo considera il Padre Nobile di tutti i giallisti contemporanei.
ROMANZI STORICI
E’stato chiesto a Andrea Camilleri quale sia stata l’influenza su di lui dei romanzi storici di Leonardo Sciascia e lui ne riconosce la grande
influenza pur se ravvisa tra loro una grande differenza. Sciascia ha un approccio continuo con la storia reale, mentre lui Camilleri le storie
se le inventa.Ma è anche vero che i romanzi storici di Camilleri sono veritieri quanto a ambientazione poi è lo sviluppo che lui da ai suoi
romanzi e che è assolutamente originale e particolare.
E’stata anche rilevata una certa influenza pirandelliana sullo scrivere dei due grandi autori siciliani.
§In tutta la sua produzione letteraria la storia ha sempre avuto un ruolo importante, i riferimenti storico-temporali sono però sempre
rielaborati in maniera soggettiva per cui la storia viene interpretata, se no ci si limita a una interpretazione dei fatti.
Camilleri procede sempre a una fedele ricostruzione dei fatti, ma riesce a far entrare nei suoi libri una dimensione inventiva-fantastica.
Da ricordare anche come nasce il Camilleri scrittore,in realtà lui era partito dal teatro in cui lavorava.Le opere in dialetto del Goldoni,di
Ruzante, del Belli, di Porta lo colpirono molto e gli fecero scoprire l’uso letterario del dialetto siciliano, che cominciò a usare nelle sue
prime opere.
Ma la svolta definitiva gliele dette il padre che assisteva gravemente malato all’ospedale. Per alleviargli le sofferenze cominciò a raccontargli una storia in dialetto. Avrebbe voluto pubblicarla ma temeva di non saperla tradurre in italiano, allora suo padre gli
suggerì di scriverla così come gliel’aveva raccontata ma lui comprese che per farsi capire da tutti non poteva scrivere solo in dialetto
e allora ideò quello che verrà definito “il vigatese”.
GIUSEPPE PREVITI