” SARA AL TRAMONTO” DI MAURIZIO DE GIOVANNI- RIZZOLI
13 Aprile 2018” IL MORSO DELLA RECLUSA” DI FRED VARGAS- EINAUDI
28 Aprile 2018Petra Delicado, ispettrice de la Policia Nacional, si sente invecchiata, ma non ha tempo di commiserarsi, intanto ha una
numerosa famiglia di cui occuparsi e poi un nuovo caso le piomba addosso. Si tratta di un delitto particolarmente efferato, una donna è stata letteralmente massacrata. Si tratta di una signora che viveva sola, una vita anonima, viene
trovata accoltellata in più parti del corpo, l’assassino si è particolarmente accanito martoriandone il volto. Inoltre ha
lasciato sul corpo della vittima un messaggio di amore e di saluto.<>
Quindi sembra si debba partire da un ” amore” magari finito male, certamente si può pensare a un caso di femminicidio.. Dell’inchiesta se ne occupano Petra e il suo fido vice Fermin Garzon ma ai due viene affiancato un altro
detective,mentre intanto nove donne vengono assassinate con lo stesso macabro rituale. Si profila quindi l’opera di un
serial killer , con la stampa che si scatena nel fomentare l’opinione pubblica.
Ai due affiatati investigatori, ma in particolare all’ispettrice, non piace che venga loro aggiunto, e con funzioni direttive,
l’ispettore della polizia catalana, i Mosos, Roberto Fraile, un giovane dal fare assai deciso,che si rivela subito alquanto
rigido e pedante.Veramente l’opposto dei due nostri eroi, loro si muovono seguendo le loro intuizioni, improvvisando
molto, spesso indugiano tra tapas e birre, ma il loro è una sorta di gioco a sdrammatizzare tutte le spiacevoli e pesanti
conseguenze del loro mestiere.
E così l’insolito terzetto- che fotografa anche l’attuale situazione in Catalogna- si mette all’opera. Si scopre una traccia
alla presenza continua di un ometto insignificante che sembra sempre comparire sullo sfondo di ogni singolo omicidio.
E così entrano in contatto con il mondo delle agenzie matrimoniali nel cui ambiente sembrano essere maturati i vari
delitti. E questo porta alla scoperta di un mondo quotidiano ricco di fermenti e di misteri.L’indagine si presenta diffi-
cile, l’assassino sembra quasi prevenire le loro mosse, Petra capisce che non si deve cedere alle facili illusioni , nè ci si
deve sottomettere alle passionalità e allo sdegno che scatena questo feroce assassino.
Tra i tre investigatori si instaura via via un buon rapporto, tra le rigidità del nuovo collega e le anticonvenzionali mosse
del duo Petra/Fermin si trova il modo di convivere, e piano piano si arriverà a scoprire quella che sarà una verità crudele che metterà a dura prova i loro sentimenti.
Tornano in Mio caro serial Killer (Mi querido asasino in serie)di Alicia Gimenez Bartlett l’ispettrice Petra Delicado e il suo vice Fermin Garzon, in una storia ricca di colpi di scena e di misteri. Del resto cosa ci si può aspettare di meglio da una serialità di collaudatissimi romanzi a cui la Bartlett ci ha ormai abituati ? Siamo infatti al decimo capitolo delle inchieste affidate ai due poliziotti spagnoli. I questo nuovo episodio oltre alla parte investigativa si affrontano problemi dai forti connotati sociali, con implicazioni psicologiche, ovvero il femminismo, la solitudine, la ricerca dell’anima gemella, il ruolo delle agenzie matrimoniali.
Ritroviamo una Petra sempre meno tollerante, sempre aspra nei rapporti con il prossimo, solo il fido Fermin sa calmarla e prenderla per il verso giusto. La loro amicizia, pur baruffando spesso e volentieri, non viene mai meno e il suo apporto
in questa brutta vicenda sarà determinante come non mai . Infatti ai due viene aggiunto un giovane ispettore della polizia autonoma, che lei vede come il fumo negli occhi, non riconosce il suo ruolo, non capisce la sua pignoleria, non
approva la sua rigidità.<
Ma grazie a Fermin, ma prima c’è la pace rjtrovata anche in famiglia tra il comprensivo marito, l’andirivieni dei figli e
della suocera, una signora snob che darà una mano nella soluzione del caso, la coabitazione con >Roberto si rivelerà più
proficua del previsto.
Una serie di vittime, tutte donne sole di mezza età. che cercano di vincere la solitudine venendo a conoscere uomini tramite delle agenzie matrimoniali. Spesso trovano uomini che le illudono, le sfruttano per poi abbandonarle, Donne
ingenue probabilmente in questo desiderio di superare le loro ferite e di trovare un po’ di conforto nel prossimo Invece
finiscono per essere prima illuse, poi abbandonate e poi barbaramente uccise, abbandonate piene di tante ferite, nel-
l’anima e nel corpo, con ogni delitto portante un delirante biglietto di addio e di recriminazioni, a firma <Demostene.
Un assassino che renderà la vita assai dura ai tre investigatori anche se ben presto intravederanno la natura del colpevole, e qui sta l’abilità della nostra autrice, nell’aver creato una trama ordita con molta abilità sì da rendere assai
difficile lo smontarla.
Con questo libro si rinnovano quindi i fasti di questa ispettrice tra le più caratterizzate e brave del giallo contemporaneo.
Ma ritroviamo anche una scrittrice, Alicia Gimenez Bartlett, che sa bene raccontare la Spagna di oggi, molto meglio di
un qualsiasi reportage giornalistico.
Come detto c’è un assassino che opera in modo spietato e che si vuole giustificare lasciando uno scritto dove dice che lui
punisce queste donne perché non lo amano più. La storia nel suo dipanarsi ci rivela il mondo abbastanza misterioso delle
agenzie matrimoniali, addirittura quella che sarà al centro della terribile storia, con il pretenzioso nome “Vita futura”
opera solo on line cosicché è anche difficile rintracciarla.
Una Petra sempre più insofferente si applica al caso con meno entusiasmo del solito ed è interessante questo risvolto>
del personaggio, raramente gli autori “seriali” parlano….male del loro personaggio, meno che mai lo mettono in cattiva
luce, qui la Bartlett non fa sconti a nessuno, meno che mai alla sua Petra.
Ci troviamo dinanzi a un romanzo impegnativo, dai molti motivi, la morte, la solitudine tipica delle grandi città, la
solitudine delle donne, la follia, e naturalmente, pur non facendo concessioni a nessuno, la questione catalana ma la
bravissima Alicia sa dosare come sempre passioni e fatti, oltre tutto accentuando i toni umoristici, stemperand0 i toni
più cupi della vicenda e anche questo è un bel risultato.
GIUSEPPE PREVITI
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