” COCAINA ” DI MASSIMO CARLOTTO GIANRICO CAROFIGLIO GIANCARLO DE CATALDO- einaudi stile libero
18 Marzo 2014” IL PALAZZO DALLE CINQUE PORTE ” DI STEFANO DI MARINO- MONDADORI
25 Marzo 2014Stefano Di Marino, Xavier Le Normand, Friedrick Karman, Stephen Gunn quanti autori ? Già, ma la sorpresa è che l’autore è uno solo, è sempre lo
stesso, cioè Stefano di Marino, non per niente considerato il più prolifico tra gli scrittori italiani. Di Marino ha scelto così vari pseudomini quali Le
Normand per i romanzi siglati Vlad, Kamn per i romanzi horror e d’avventura, Gunn per la collana Segretissimo il cui protagonista, Il Professioni-
sta, ha ormai una vita ventennale.
Di Marino non appartiene alla categoria di quelli che si tengono i manoscritti nel cassetto, lui stesso è in difficoltà nel quantificare la sua produzione
letteraria, a cui poi dobbiamo aggiungere racconti, saggi sul cinema e le arti marziali, libri di viaggi. Si parla di oltre cento pubblicazioni, sicuramente
non vi è branca della c.d. ” letteratura popolare” che non lo abbia interessato, portandolo a inventare sempre nuove storie. Il suo intendimento è stato
di costruire dei prodotti appassionanti, mai pedanti, che possano interessare e anche divertire il maggior numero possibile di lettori.
L’uso dello pseudonimo non è una novità, è dovuto anche al continuo cambiamento di genere, quasi una nome diverso per un tipo letterario diverso.
Hanno influito anche le esigenze commerciali, visto ad esempio che le spy-story più vendute sono quelle degli scrittori anglosassoni, ed ecco spiegato
il ricorso a nomi esterofili……gli spaghetti-western non sono passati invano.
Ancora resiste alla grande Stephem Gunn, anche perché è legato a una serie di oltre quaranta episodi, ” Il professionista”, ormai un classico.Un personag-
gio che ha varie sfaccettature, non solo lo 007 alla James Bond, ma vi si può trovare anche l’avventura, anche l’hard-boiled, insomma può accontentare
più palati, il personaggio è italiano ma ha una portata più vasta, può piacere anche fuori dei nostri confini.
In realtà Stefano Di Marino ha scritto di tutto, dalla spy-story all’avventura, dal noir alla fantascienza, dal fantasy agli western, dall’horror al thriller, e
anche sceneggiature per fumetti e graphic novel.
Tra l’altro il fatto di essere considerato un esponente della letteratura “popolare”lo ha portato a essere considerato uno ” scrittore per edicola”.
In conclusione diremmo che ci troviamo difronte a uno scrittore a tutto tondo, mai….fermo, sempre con nuove idee.
Tra le sue passioni c’è sempre stato il thriller ” italiano”, una maniera di fare il giallo mescolando horror, violenza, gotico, ma anche con un pizzico d’ironia.
Questo lo si e verificato sia nella scrittura che nel cinema con un cammino pressoché parallelo ricco di mistero e di suspense, con un linguaggio crudo e
realistico, insomma abbiamo fornito i connotati del giallo italiano secondo il nostro autore. Lui si dichiara da sempre fedele e appassionato a questo tipo
di scrittura, ed eccolo cimentarsi in un giallo- se vogliamo old-style- Mosaico a tessere di sangue.
Ambientato al Lido di Latina, in un fine stagione, in un’atmosfera malinconica come lo sono le fine stagioni nei posti di mare, ecco una location perfetta
per un thrilling moderno nell’impostazione ma ” classico” nel suo svolgimento con investigatori, vittime e caccia al colpevole.
L’estate sta finendo sul litorale pontino ma in verità la nostra storia comincia un anno prima a Milano. Franco Belli è stato un poliziotto molto attivo e fortunato, abile come
investigatore, è venuto spesso alla ribalta sulla stampa per avere risolto dei casi clamorosi. E ha anche molto successo con le donne.
Ma un bel giorno il mondo sembra precipitargli addosso. Dopo una notte “caliente” mentre sta tornando a prendere la macchina, un killer, che rimarrà sco-
nosciuto, gli spara a bruciapelo colpendolo alle gambe e ferendolo gravemente.
La scena si sposta a un anno di distanza, il nostro poliziotto ora “vegeta” in un ufficio in questura, ferito quasi più nello spirito che nel corpo. Solo l’amicizia del
vicequestore Nitti lo aveva mantenuto in servizio, sia pure dietro una scrivania. C’è da dire che comunque Belli rappresenta una sorta di icona per la questura
di Milano per le sue imprese sul campo. Tra queste l’arresto di Moira Rachelli, ” Moira la pazza”, una spietata e feroce serial-killer, adesso reclusa all’Ospedale
giudiziario psichiatrico di Aversa.
E proprio quando Belli sta per prendersi una vacanza, quindici giorni al mare di fine stagione, al Lido di Latina, succede l’impensabile. Moira la pazza fugge dopo
aver ucciso un dottore e una infermiera, scatta subito l’allarme, si vivono ore molto concitate, ma alla fine la donna viene trovata cadavere ai margini del territorio
ospedaliero. L’ipotesi più corrente sembra che chi l’ha aiutata nel suo piano di fuga l’abbia poi uccisa. Un mitomane ? Una vendetta ?
Balli la ritiene dotata di una intelligenza superiore e gli sembra impossibile che sia caduta in una trappola così evidente, e addirittura ha il sospetto che la morte
sia tutta una messinscena.
Comunque Nitti lo invita a non pensarci , e lo stesso faranno i suoi due suoi migliori amici, la bella criminologa Vanna Naldi, e il sovrintendente di polizia Germano
Bernacchi.>
Balli raggiunge sul lungomare di Latina l’hotel Lungomare, dove troverà una compagnia assai composita. Una “coppia” femminile, un criminologo di grido, un
attore passato un po’ di moda dalla giovanissima fidanzata un po’…sballata, e poi la direttrice dell’albergo e i vari componenti il personale.
L’atmosfera potrebbe essere bellissima e rilassante, ma come la stagione muta continuamente anche il clima tra gli ospiti assume toni inquietanti.
Il fatto è che un fil rouge lega tutti loro a Moira Rachelli. Belli è colui che l’ha arrestata, lo psicanalista l’ha avuta sotto esame a Aversa, una delle due ragazze
era la sua infermiera allo stesso ospedale, l’intrattenitore l’ha denunciata, la direttrice dell’hotel è anche pittrice e l’ha ritratta sempre ad Aversa.
Belli pensa che non sia un caso che tutte queste persone si ritrovino lì nello stesso luogo. Che è che ha tessuto questa trama ? E chi è che comincia a colpire
tra gli ospiti eliminandoli a uno a uno ?
Una fine estate che potrebbe essere teatro di una vacanza da sogno. Un poliziotto con i suoi guai, un serial killer misterioso, una coppia al femminile, un play
boy invecchiato, una star dei talk show televisivi si ritrovano tutti allo stesso albergo. E qui ben presto si scatena una violenza folle, devastante, che miete
vittime su vittime. Vittime legate tra loro dal passato rapporto con una feroce assassina che proprio al momento di questo “provocato” raduno è tornata
alla ribalta.
Di Marino ha adoperato tre location, due introduttive, Milano dove ha inizio la storia, Aversa dove in poche pagine riesce a creare un’atmosfera horror e
lugubre di un manicomio criminale e infine l’hotel sul lungomare. In verità è questo il punto centrale della vicenda, e’come un ritorno ai vecchi classici,
fa venire in mente un’altra…corsa ad eliminazione, quella di Agatha Christie e “I dieci piccoli indiani “.
Ed è nell’albergo che come tante tessere di un mosaico questi personaggi vengono uno ad uno a prendere il loro posto in una progressiva eliminazione
alimentata da un folle desiderio di vendetta. E il poliziotto dovrà usare tutto il suo intuito, l’unica arma che ha in mano, per arrivare alla scoperta del
colpevole.
Da segnalare quindi questo ritorno al giallo di Di Marino con una storia avvincente, ben ritmata, con vari colpi di scena, stavolta anziché “scrittore
da edicola” ecco il Di Marino “scrittore da libreria”, anzi tout-court ecco uno “scrittore”.