“LAMOADINA GALLEGGIANTE”DI WOODY ALLEN-REGIA ARMANDO PUGLIESE
12 Febbraio 2012“MAMMA MIA” Musical di BENNY ANDERSSON BJORN ULVAEUS-regia di PHILLIDA LLOYD N°3
16 Marzo 2012Cast:Elio De Capitani-Ida Marinelli-Gabriele Calindri-Marco Cacciola-Giuseppe Amayo-Marco Bonadei-Angelo Di Genio-Loris Fabiani-Andrea Germani-Andrea Macchi-Alessandro Rugnone-Vincenzo Zampa
E’una storia assai attuale quella riprodotta in The History Boys di Alan Bennett,uno scrittore ben noto per i suoi divertentissimi romanzi.La commedia è del 2004,è stata vincitrice di 6 Tony Award e poi trasformata in film nel 2006.
Vi si racconta di un gruppo di otto giovani studenti all’ultimo anno di college alle prese con gli esami di ammissione alle prestigiose Università di Oxford e Cambridge.I ragazzi costituiscono un gruppo assai affiatato pur se sono assai diversi, dal leader della classe, dal donnaiolo(ma non solo…)Dakin al fragilissimo Polsner,innamorato di lui,dal poco convenzionale Scripps,in crisi spirituale,allo sportivo Rudge che non si vergogna della sua ignoranza e bada al sodo.
Hector(Elio De Capitani)è l’eccentrico insegnante di inglese mentre Mrs.Lintott(Ida Marinelli) insegna storia.Entrambi cercano di stimolare l’interesse dei loro allievi andando oltre i convenzionali percorsi previsti dai programmi scolastici, non tenendo conto del prestigio della scuola, delle tradizioni, dei punteggi che elevano il valore della scuola.Inevitabilmente si scontrano con il preside(Gabriele Calindri) che per il buon nome dell’istituto vorrebbe tutti gli allievi ammessi alle università più famose.
Ed ecco che arriva un nuovo professore(Marco Cacciola), un giovane ambizioso, cinico, che ha l’incarico di dare una “ripulita”allo stile dei ragazzi, rendendolo più brillante,giornalistico,più adatto a quello che ora è definito “il supermercato del sapere”, infischiandosene della ricerca storica e della metodologia.Insomma se Mrs.Lintott ha dato loro le basi della cultura ed Hector con le sue lezioni imprevedibili ha insegnato che non basta l’erudizione,Irwin pone in secondo piano i fatti.
Hector ama i suoi ragazzi, forse…troppo,pur non andando oltre qualche fuggevole…palpata, ma a loro fa pena come persona e lo tollerano per quello che è.Alla fine tutti supereranno l’esame ma i festeggiamenti saranno rovinati dalla notizia della morte di Hector in un incidente.
La conclusione ci anticiperà che tutti i “boys”hanno fatto una brillante carriera,solo Polsner seguirà le orme di Hector,mentre Irwin diverrà un importante giornalista.
Questo intelligente testo di Alan Bennet vede lo scontro in un college inglese tra due professori dalle opposte visioni,il che poi non è altro che una metafora della condizione umana .
Ci troviamo a Sheffield,anno 1985,e in questa scuola si consumano i drammi, grandi o piccoli che siano,della vita.La scena si apre su un gruppo di otto studenti e un loro insegnante,Hector,anticonformista,creativo,appassionato di poesie. Ha improntato il suo insegnamento al godimento della cultura e non al prepararsi a come ottenere una posizione sociale più elevata.
L’ottuso preside gli opporrà un professorino,Irwin,uno spregiudicato arrivista che accetta l’incarico di spiegare agli studenti i trucchi per fare colpo sui commissari d’esameMa npon importa tanto chi sia il migliore insegnante tra i due,quel che conta è lo scontro tra opportunismo e idealismo, tra il piacere di studiare per accrescere il proprio sapere e lo studio visto come chiave per fare carriera.
Ma Hector non sarà sconfitto dal cinico opportunismo di Irwìn quanto dal maledetto vizio di palpeggiare i propri allievi mentre li riporta a casa in motocicletta.Hector è un grande affubalatore, ma purtroppo resta vittima delle proprie inclinazioni.Ma neanche Irwin è perfetto, lui stesso non era stato accettato a Cambridge e lo ha nascosto ai ragazzi,e anche le sue convinzioni sembrano venir meno di fronte alla corte serrata di Dakin.
Mrs.Lintot si ritiene una progressista, ma dinanzi al crollo di Hector non ha il coraggio di sostenerlo apertamente. Gli stessi studenti oscillano tra calcolo e passione.E così non meraviglia che l’intera storia segni il trionfo dell’ipocrisia e dell’opportunismo.
Una commedia ricca di spunti,narrativamente completa, di una struttura classica pur se molto moderna nel suo amaro disincanto.E del resto lo stesso autore non sembra schierarsi,semmai evidenzia che ognuno deve fare i conti con le proprie contraddizioni che poi sono insite nella vita.
La regia di Bruni e De Capitani(irresistibile Hector) è molto scorrevole e appropriata riuscendo nell’intento di farci cogliere i significati più profondi che vanno oltre l’apparente leggerezza.
Da citare anche il tormentato Irwin di Marco Cacciola, la rassegnata prof.della Ida Marinelli e poi un grosso plauso va rivolto agli otto ragazzi che affrontano il loro compito con ammirevole misura.
E’ stato salutato da molti critici e dai tanti spettatori come “uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti”firmati dal duo Bruni-De Capitani.Lo septtacolo è stato anche gratificato
da ben tre Premi UBu,quello del miglior spettacolo dell’anno, quello per la miglior attrice non protagonista e il miglior nuovo attore under 30(tutti i ragazzi in scena).
La risposta più entusiastica l’hanno data gli spettatori più giovani sempre presenti in gran numero, e mai in crisi in questo coktail di musica e poesia, di musica pop e cultura, in una continua citazione tra la cultura classica e il pop, con citazioni di film e brani musicali.
Il successo non è certo una sorpresa,già lo aveva raggiunto al suo apparire nel 2004,e due anni dopo il cinema lo aveva rinnovato .E così anche questa edizione ha confermato che The History Boys è sinonimo di successo.
GIUSEPPE PREVITI