“La ruota delle meraviglie (Wonder Wheel) di Woody Allen
26 Dicembre 2017Cast: Giovanna Mezzogiorno Alessandro Borghi Peppe Barra Biagio Forestieri Lina Sastri Isabella Ferrari Luisa Ranieri Maria Pia Calzone Carmine Recano Loredana Cannata Angela Pagano Maria
Luisa Santella
Come in tanti suoi film precedenti la protagonista di questo ultimo film di Ferzan Otzepek, Napoli velata,
Giovanna Mezzogiorno nel nostro caso, viene colpita da un evento forte e traumatico che la costringe a
compiere per ritrovarsi a un viaggio all’interno di se stessa.
Nel nostro caso una storia tra il drammatico e il melodrammatico con molte sfumature di noir, il film ci
ha fatto spesso venire in mente un certo Hitchcock de La donna che visse due volte. Il film è ambientato
a Napoli, una Napoli grande co-protagonista, anche se come dice il titolo una Napoli….velata. Un velo
nelle intenzioni del regista che dovrebbe più che velare svelare. Una Napoli ambigua, misteriosa, piena
di personaggi apparentemente all’antitesi, nobili, elegantoni, femminielli, facce patibolari, poliziotti etc
etc-.Il film inizia con il rito di un parto “ambiguo” al maschile, quello dei femminielli, ma la trama non
segue la Napoli chiassosa e popolaresca magari non troppo edificante ma estremamente viva, qui invece
siamo tra la gente della Napoli ” bene”, bei palazzi nobiliari, ricche case borghesi, e allora ecco un altro
tipo di umanità, più sfuggente, più ambigua, più viziata.
La protagonista è Adriana, medico legale, la troviamo insieme a tutto il suo gruppo(caratteristica del re-
gista le famiglie molto allargate) ad assistere appunto a questo singolare parte quando incontra un giovane
che la conquista subito, passeranno una notte insieme e sarà una notte….torrida e molto caliente.
Dovrebbero rivedersi il giorno dopo ma lui non si presenta all’appuntamento, e questa scomparsa,
risolta apparentemente quando Adriana nelle vesti di medico legale si trova a sezionare un cadavere
che riconoscerà come quello dell’amante occasionale, crea in lei uno stato emotivo che la porterà
a subire uno stato di ossessione e insicurezza che finisce per rovinarle la vita.
Luci e ombre nella città, vicoli bui e poco frequentati, luoghi assolati e pieni di vita, così è pure la
vita della donna, un labirinto di sensazioni, paure e tormenti che poi il regista ci rovescia pari pari
nelle visioni della città.
Oztepek ha affrontato più volte il tema di una persona che ha perso qualcuno o qualcuna nel corso
della vita, a da ciò nascono sempre film di forte impatto ma anche profondamente struggenti, pervasi
sempre da un velo di malinconia. Ma questo stato di commozione cerca poi sempre di vincerlo con
contrasti altrettanto forti e coinvolgenti, in questo caso ruoli determinanti sono assegnati ai fantasmi.
Adriana( Giovanna Mezzogiorno al massimo delle sue possibilità ) è una donna forte, fredda, refratta-
ria alle emozioni, anche per il mestiere che fa, medico legale addett0 alle autopsie, ma un incontro casuale
sfociato in una notte di intenso amore le sconvolge la vita. La storia prosegue con tutta una serie di incon-
tri, di memorie, di richiami, viene sfruttata a pieno l’immagine di una Napoli ora buia e ambigua, ora
solare ma provocante, insomma un susseguirsi di fatti e controfatti che fanno il paio con l’animo della
donna.
Da una parte si scava all’interno di Adriana, un personaggio che via via che la storia procede appare sempre più indecifrabile quasi ci fosse una doppiaAdriana, dall’altra si fanno vedere molti dei riti più
singolari e fascinosi quanto ambigui della città, dalla “figliata” alla tombola vajassa, dalla tombola alla
bellezza molto ambigua anche di grandi opere d’arte. In un certo senso un contrasto tra bellezza armoniosa
e bellezza che può derivare anche dal fascino dell’ambiguità.
E del resto molti personaggi centrali del film giocano molto su questa ambiguità che contraddistingue
le loro azioni. Dopo la scomparsa dell’uomo misterioso si entra nell’atmosfera di un thriller, anche se
pur seguendo le indagini della polizia, si capisce che all’autore interessa più l’indagine introspettiva
nell’animo della donna, che un poliziotto dal cuore bu0no si presta a fare mentre la collega commissario
è dai modi più spicci e sbrigativi. Abbiamo già alluso a Hitchcock, in verità il nostro regista sembra voler
alludere più al Rossellini di Viaggio in Italia. Ma richiami storici a parte, per chi è più interessato alla…
sostanza resta il fatto di quest’uomo scomparso misteriosamente e ritrovato morto, mentre tutta la….
corte di Adriana sembra eccedere in allusioni, mezze frasi, insomma ognuno ha il suo segreto, compreso
la zia che l’ha allevata, e che ha invece molte colpe nei traumi infantili della dottoressa-
La storia va avanti con i suoi dubbi o i suoi “veli”, decisamente vira nel finale quando ci riporta ai misteri
dell’animo umana, all’incapacità di subire delle perdite, e del resto la nostra protagonista in questo senso
è doppiamente provata.
Un film interessante che ci avvolge in un’atmosfera dove si passa dall’eros al melodramma, dal dramma
al noir, pur se poi l’anima scanzonata dei napoletani arriva sempre(o quasi…) a stemperare il tutto.IL
finale sembrerebbe voler rimettere tutto in discussione, ma a rifletterci sopra si può pensare, un certo
Pirandello lo aveva detto tanto tempo fa, la verità non è mai assoluta.E del resto il “velo” di cui al titolo
richiama una visualità mai perfetta, ma necessaria, la verità,oltre che a non essere mai assoluta, non va
forse neppure cercata apertamente, meglio intuirla, immaginarla, a questo serve il velo.
GIUSEPPE PREVITI