” IL CAPITALE UMANO” di PAOLO VIRZI’
17 Gennaio 2014” HANNAH ARENDT ” DI MARGARETHE VON TROTTA
28 Gennaio 2014Cast: Bruce Dern Will Forte June Squibb Angela McEwan Stacy Keach
Al centro di questo splendido film la provincia americana, in particolare il Nebraska dove del resto il regista Alexander Payne ha già girato tre pellicole.
Qui, su un soggetto delicato e assai intimista di Bob Nelson, viene immaginata una storia con due protagonista, la “strada” e un vecchio signore assai testardo.
Ne esce una storia assai tenue, piena di tutto e di niente, di nostalgie e di ricordi, ma anche di speranze e voglia di vivere. In primo piano le suggestioni di una
provincia rievocata in bianco e nero, con un paesaggio sconfinato, una lunga corsa su strada intercalata dalle fermate in alcuni paesi. Un viaggio nel presente
ma che poi si trasforma in un viaggio nel passato che ci ricorda tante cose. A cominciare da tanti ruvidi tipacci che fanno tanto film western. Ma poi sembra di
essere ripiombati ai tempi della Grande Depressione, la crisi economica colpisce dappertutto, anche nella vecchia agricola America, e si tocca con mano la
nuova Povertà. Quindi tanti motivi in questo lavoro di Payne, considerato a ragione tra i maggiori innovatori del cinema d’oltre Oceano.
Al centro della storia un rapporto inesistente tra un padre e un figlio: il padre è un vecchio ubriacone che dal Montana vuole raggiungere il Nebraska per
incassare il primo premio di una Lotteria fasulla e parte a piedi. Il figlio minore gli dà un passaggio più per pietà che per affetto, ma anche perché forse vuole
colmare questo rapporto mancato riempiendo vuoti e silenzi di questi anni.
E’ l’incontro-scontro tra due generazioni, non nuovo nel cinema e teatro statunitense, basterebbe ricordare Morte di un commesso viaggiatore, qui però le cose
si aggiusteranno, semmai spietata è l’analisi di quel grottesco universo che gravita intorno ai due, con vecchi amici del padre tronfi nel loro egoismo e egecentrismo
mentre i parenti confermano il detto di parenti-serpenti, pronti come sono a rapinarlo della vincita.
Il vecchio e malmesso Woody Grant da giovane ha fatto il meccanico, è diventato un alcolizzato, è stato un pessimo marito e altrettanto pessimo padre di due figli,
il maggiore è un conduttore televisivo, l’altro Davide, è un bravo figliolo, che non se la sente di contraddire il padre che sbandiera un biglietto di lotteria che gli
dovrebbe assicurare un milione di dollari. Si capisce a volo che è una promessa fasulla, ma il vecchio non la intende, vuole partire, non si capisce se perché convinto
della vincita o perché vuole compiere una rivisitazione della sua vita.
Partono in macchina, si fermeranno nel Nebraska nel paese di origine di Woody, un paese ormai ridotto all’osso, in piena crisi econo0mica, e l’arrivo di Woody il
” milionario” ne farà una sorta di eroe, ma lo esporrà anche alle invidie de ai rancori di tanti, parenti in testa. Sarà questa la prova più amara per il vecchio protago-
nista, che comunque avrà i suoi acciacchi lungo il viaggio, ma che anche si prende le sue rivincite in questa sorta di anarcord che vuole a tutti i costi rivivere in
barba a vari ricoveri ospedalieri.
A farci vivere questi vasti deserti e del territorio e anche dell’anima soccorrono le romantiche ballate, la scelta del colore in un magnifico bianco e nero, con la
splendida fotografia di Phedon Papamichael che fa rivivere l’America anni’30 di tante storie americane.
Payne è abilissimo nel rievocare queste piccole storie di vita quotidiana, aiutato anche dalla interpretazione di rara forza e sensibilità di Bruce Dern, un grande degli
anni Settanta, ma altrettanto straordinaro è Will Forte, il figlio che lo accompagna nel viaggio, e che sa rendere alla perfezione l’anonima personalità che caratterizza i
giovani di oggi.