“MUSICA NERA ” DI LEONARDO GORI – TEA ED.NI
27 Marzo 2017” SQUADRA SPECIALE MINESTRINA IN BRODO-OPERAZIONE PORTOFINO” DI ROBERTO CENTAZZO- TEA
5 Aprile 2017Autore ormai affermatissimo, definito lo scrittore di noir che vende di più in Francia ma ormai in tutto il mondo, Michel Bussi, riprendo in mano
il libro che gli ha procurato la prima grande affermazione, Ninfee nere, che tra l’altro ha ricevuto tantissimi premi. Bussi è nato i Normandia e qui
ha anche ambientato varie sue storie, tra cui appunto questa di cui stiamo parlando.
Giverny è un villaggio della Normandia famoso in tutto il mondo perché vi ha vissuto il grande pittore impressionista Claude Monet che ha immortalato
le bellezze naturali del paese, in particolare dipingendo le ninfee. Ma la cittadina viene sconvolta da una serie di delitti.Le indagini vengono dirette dal-
l’ispettore Seredac e via che procedono entreranno nella vicenda una serie di donne. La prima sarà l’undicenne Fanette, un talento della pittura, poi
Stephanie, la bella e seducente maestra del villaggio , di cui si innamora l’ispettore,e poi la terza donna, una vecchia megera, che vive spiando tutto
quello che avviene nel paese.
Nella storia entra anche il gelosissimo marito di Stephanie, poi si discuterà molto di una serie di tele dipinte dal maestro, tra le quali le ninfee nere,
ma principalmente si parlerà di tele smarrite, rubate, perse, false. Insomma un sottile gioco di rimandi nel tempo, con passioni e contrasti che si
perpetuano o si rinnovano o si intercciano, solo che trascorrendo il tempo tutte le illusioni vengono spoazzate voia.
Ogni personaggio ha una sua storia, ricordi,illusioni, delusioni si mescolano e si confondono, con grande fatica anche a distinguere il vero dal falso.
Michel Bussi sa costruire delle trame veramente diaboliche e ingannevoli come anche nel caso di Ninfee nere.
L’incipit del romanzo è già tutto un programma. tre donne vivevano in un paese. La prima era cattiva,la seconda bugiarda, la terza egoista. Quindi già ci
possiamo prefigurare una storia ricca di personaggi dalle personalità diverse, ma tutte con qualche tara, qualche colpa, qualche mancanza.
Ci troviamo a Giverny il paese di Monet, qui lui vi ritraeva gli stagni, le piante, le ninfee, sua autentica passione., Nella storia ci introduce la voce narrante
di una donna, oggi molto anziana, che ci racconta quel che è diventato Giverny, un tempo luogo tranquillo e rustico, ora una località turistica attraversata
da orde di turisti che vengono a visitare la casa e i luoghi di Monet, i Musei, ma molti vengono anche per rivivere le atmosfere e la natura che ispirava
il grande pittore, tentando di imitarne stile e soggetti.
La vecchietta vive nella torretta di un vecchio mulino, e di li domina paese e valle e può vedere i movimenti di tutti. E via via ci accompagna in questo
mondo che è fatto per lo più di sensazioni, emozioni, ricordi, dicerie, un vero puzzle in cui però mancano sempre degli elementi che verranno poi forni-
ti solo nel finale.
Ma tornando alle tre donne del racconto l’autore ci dice anche che la prima era quella più dura,la seconda era la più firba, la terza quella di maggior ta-
lento. In questo universo apparentemente perfetto ma poggiato su elementi troppo fragili viene ucciso un medico, ricco, famosissimo, gran cacciatore di
donne, pugnalato al cuore, il cranio fracassato e il viso dentro un ruscello. Il ruscello che abbevera lo stagno delle famose ninfee di Monet. In tasca al
morto una cartolina con la citazione di una famosa poesia. Il medico era anche un grande appassionato di Monet, di cui aveva collezionato tantissime
opere, e ne stava cercando una celeberrima praticamente scomparsa.
La polizia cerca di risolvere il caso, ma i due poliziotti che se ne occupano e le tre donne che entrano in questo pastiche cambiano continuamente parere,
prospettiva,ognuno vede la storia secondo il proprio punto di vista, così anche il lettore può vedere il caso sotto varie angolazioni ma resta sempre l’im-
pressione di qualcosa di non determinato, di non rivelato. A complicare le cose anche la grande passione che sbocca tra l’ispettore e la maestra, il cui
marito tra l’altro figura tra i maggiori indiziati. E poi ci sarebbe anche un vecchio caso di tanti anni prima, quando un ragazzino fu ritrovato nel ruscello
morto nelle stesse condizioni del dottore.
Se ci soffermiamo sui personaggi vediamo che i loro caratteri sono i più diversi possibili, basta fare il confronto tra il rude e sfrontato ispettore e il suo
vice più calmo, più riflessivo, più ragionatore-
E non dimentichiamo l’influenza della cittadina, un tempo bella da fare innamorare Monet, oggi un paese più moderno, più cattivo, vittima forse del suo
stesso mito, quasi che la città sia via via appassita come appassiscono i suoi fiori.Ninfee nere potrebbe essere considerato un giallo che vuole ricordare
il mondo della passione per l’arte, qui Monet è il protagonista occulto(ma non troppo….), la sua opera è sempre al centro del romanzo.
L’arte suscita passione, ma ci sono anche le passioni umane, e spetta al nostro ispettore indagare su tre donne, ognuna con un suo segreto, ognuna una
potenziale assassina.
Ninfee nere viene definito dal suo autore un romanzo “impressionista”, ma non soltanto perché ambientato a Giverny, il paese di Monet, ma perché è stato
scritto come si dipinge una tela impressionista, interpretabile in varie maniere. Anche questo romanzo lo possiamo considerare un noir ma anche una storia
d’amore, di passioni, talmente profonde e devastanti da rendere difficile alla fine una etichettatura, che poi al lettore importa sino a un certo punto, piuttosto
è importante l’atmosfera che si è creata. Bussy ha scelto Giverny non solo per evocare Monet e la sua opera, ma perchè vuole rappresentare i luoghi di
provincia che alla fine risultano chiusi in se stessi, diventano opprimenti, chi vi abita può sentirsi chiuso come nella cornicedi un quadro e può avvertire
il desiderio di fuggire.
Il libro parla di una ragazza assai dotata per la pittura, ma anche di un delitto, di indagini, di trappole, di sorprese, e quindi potremmo parlare anche di un
giallo. Ma nel libro si descrive anche un grande amore, sullo sfondo Monet e la sua pittura che accende passioni, voglie, cupidigie, si come un amore tra
due persone. Un romanzo quindi che finisce per comprendere più generi, alla resa dei conti quel che si racconta è il tragico destino di una donna. Ecco
che allora la famosa chiave del giallo usata tante volte per raccontare e denunciare fatti storici e sociali, qui è usata per ” lanciare”una grande storia d’amore.
Se astraiamo per un attimo dai delitti e da quel che ne consegue vediamo che questa storia ha una carica emotiva molto profonda, molto forte, Tutto si gioca
sul personaggio di Stephanie, una donna dai molti rimpianti, dalle tante nostalgie per le occasioni perse, dalle tante voglie i vivere, ma non con il marito che
non ha mai amato, ma da cui non è mai riuscita a fuggire.
Si potrebbe vedere il riflesso in una delle tante Madame Bovary di provincia, qui riscritta in forma moderna, con un marito che si erge a suo protettore e cu-
stode, non un uomo passivo e rinunciatario, ma inflessibile vendicatore in nome di una passione totale, che sembra giustificare tutte le sue azioni.
Certamente un libro appassionante, Bussi è abile nel portare l’autore in una sorta di universo da cui è difficile uscire, chi legge ha difficoltà a farsi idee
precise, un un continuo cambiare di azioni e sentimenti, il tutto però immaginato come una specie di grande enigma da risolvere, tanti indizi, tante tracce,
il lettore può divertirsi a cercare la soluzione.
Tutto quanto di buono e di malvagio possiamo trovare nell’Universo, qui concentrato in un piccolo segmento.
GIUSEPPE PREVITI