” QUATTRO RACCONTI CON IL MORTO” DI MARCO SCALDINI- SEGRETI IN GIALLO EDIZIONI- 21-09-2020
21 Settembre 2020” LO SPECIALISTA”- SHI HENG WU- A CURA DI MAURO BALDRATI- TIMECRIME(FANUCCI EDITORE) – 29,O9.2020
29 Settembre 2020Dopo che le è morto il marito Nives è rimasta sola nella sua grande casa di campagna di Poggio Corbello in Maremma e sempre più mal si adatta a stare da sola,non
vedendo mai nessuno e senza poter scambiare mai una parola con qualcuno. La solitudine la opprime sempre più, ma allora trova una soluzione….adottando una
chioccia, Giacomina, che le farà compagnia giorno e notte, tenendola con sè giorno e notte. Ora Nives si sente meglio, quasi quasi più felice….
Ma una sera mentre stanno guardando la televisione la gallina si sente male e lei, disperata, chiama al telefono il veterinario Bottai.
Già, Loriano Bottai, vecchia fiamma di gioventù, e sarà una telefonata che durerà tutta la notte e che sarà l’occasione per ripercorrere tutta una vita, la loro e di chi
l’ha condivisa con loro……
In 131 pagine Sacha Naspini affronta in un racconto lungo ,intitolato Nives, la summa di tante vite e quindi di tanti eventi,tanti sogni, tanti amori,tanti dolori, tanti
rimpianti, tante crudeltà. Alla base una telefonata tra una donna e un uomo, due settantenni,, lei vedova da poco perché il marito è stato mangiato da un maiale, lui il
veterinario del paese, tra loro in gioventù è divampata una grande passione.
Siamo quindi tornati a una dimensione agreste e fortemente localizzata, d’altra parte la Maremma è da sempre fonte d’ispirazione per il nostro autore.
Dunque, Nives rimasta sola trova compagnia in una gallina un po’ammaccata, claudicante, la più trascurata del pollaio. Nives la scegie e la prende con sé, “Giacomina”
le si affeziona, sta con lei, guardando persino la televisione. Ma una sera la gallina si imbambola davanti al teleschermo,restando come imbalsamata. E Nives disperata
telefona allora disperata al veterinario Loriano Bottai. Ma questa telefonata assumerà tutto un altro aspetto, sarà una “telefonata-denuncia” su tutto quello che non è stata
la loro vita, una vita diversa da quella che Nives aveva sognato. Diventa una telefonata che rievoca anni passati, tanti personaggi,tanti fatti. E cosi’ Nives ricorda la notte in cui lei e Loriano dovevano scappare insieme, i rispettivi consorti, i rispettivi figli. Ma quella notte lei aspettò invano che l’amante la venisse a prendere…
Ma la stura dei ricordi non si ferma qui,ed ecco che viene ricordato da Nives Renato, il play-boy del posto, che praticamente se le è ripassate tutte, e naturalmente sulla sfondo
silano tutti i personaggi che fanno da coro ai ricordi della vedova. Una telefonata che durerà tutta la notte, quindi la forma usata nel racconto è il dialogo, un amore senza interruzione tra due persone che si sono amate, interrotto tutto bruscamente nella notte in cui dovevano scappare insieme e ora ne rimangono solo gli aspetti più amari.
Un romanzo costruito quindi su una telefonata, un esercizio da grandi scrittori, viene a mente “La voce umana “di Cocteau, anche se è sotto firma di monologo,qui invece i
due dialogano e ne approfittano per fare i conti con la propria vita.
Naspini è sempre abbastanza complesso e complicato nello scrivere , qui però forse d’è una maggiore levità, una maggiore ironia con questi due vecchi a confronto. I due sono
tutt’altro che buoni, Nives non si vuole vendicare di colui che ritiene il maggiore responsabile in negativo della sua vita, non cerca la pace o la redenzione, è consapevole che sono
colpevoli entrambi, lei semplicemente vuole tracciare il diagramma di quella che è stata la loro esistenza, nel bene e nel male, lui alla fine , pur tra tanti distinguo, finirà per dichiararsi d’accordo. E forse rimane l’interrogativo principale su quanto sia opportuno dire la verità specie su cose ormai passate da un pezzo.E d’altra parte alla base della storia ci sono anche altri elementi, il rancore, la vendetta, il rimpianto, ed è singolare che Naspini per esprimere tutto questo rifugga dai social tanti usati oggi per…riscoprire
un vecchio mezzo come il telefono, non il cellulare si badi bene!, un telefono a muro usato nella sua funzione principale, il “parlarsi”.
Nives è piena di rancore perché la sua vita non è stata quella che voleva, regge, regge e poi alla fine esplode travolgendo Loriano e la sua vita, ma certamente la protagonista di
tutto il racconto è lei con la sua cupezza, con questo amore che lei nel tempo ha difeso contro tutti, addirittura anche a spese della figlia.
A pensarci bene Nives, come tutti i “grandi”personaggi, alla fine ci rimane simpatica, è una donna forte, libera, capace di decidere, certo segue gli impulsi della sua anima bollen-
te, ma è spontanea,viva, genuina, insomma una figura ben costruita come donna e come simbolo di una umanità dolente ma che ha avuto le sue occasioni di riscatto.
Un racconto lungo dicevamo di Nives, del romanzo non ha la struttura portante, in effetti ci troviamo difronte a un lungo dialogo a due voci tra Nives e Loriano, scritto in una forma pressoché continuativa pur se gli argomenti spesso variano, pur se spesso le frasi sono troncate o quasi più immaginate che pronunciate.
Il personaggio di Nives è fortemente modellato come del resto tanti altri del nostro autore, Di lei potremmo dire che è cattiva ma non troppo, certamente è scostante la sua parte,
ad esempio quando parla della figlia o con la figlia, lei che certo non è stata una madre perfetta, e poi colpisce il suo assoluto dispregio della felicità degli altri.
Molto azzeccati come sempre nei libri di Naspini sono gli agganci apparentemente assurdi, ma che poi aprono le porte alla realtà del racconto. Qui addirittura assurge al ruolo
di personaggio-ponte una chioccia, Giacomina, che rimanendo imbalsamata davanti alla televisione(ogni riferimento a persone reale è puramente casuale…)da lo spunto a Nives
per la telefonata più lunga e sconvolgente della sua vita.
Altro pregio di Sacha Naspini è di sorprenderci sempre perché le sue storie hanno sempre una loro originalità anche nella maniera di sperimentare spesso nuove forme di narrativa e di linguaggio.
Nives è un testo di natura teatrale, con una maniera diversa di raccontare l’amarezza dell’animo umano, più ruvida Nives, più scontato ma non meno forte Lriano, e poi
c’è l’amarezza della Maremma, il rancore che si cova negli anni, il rapporto che esiste e si coltiva nelle piccole comunità.
E in ultimo diciamo che è un romanzo sull’amore, un amore magari malato, sofferto, che può portare a una vendetta, perchè è stato un amore perduto preso a sinonimo din una
vita perduta.
GIUSEPPE PREVITI