” L’ALTRA META’ DELLA NOTTE “Bologna non uccide – DI FABIO MUNDADORI- DAMSTER EDIZIONI
13 Giugno 2016” IL METODO DELLA FENICE ” di ANTONIO FUSCO- GIUNTI
27 Giugno 2016Una vecchia amica chiede di Arcieri, ex-colonnello dei carabinieri, e lo prega di occuparsi di una ragazza
, della cui famiglia è molto amica,che è convinta che il padre sia scampato a Milano alla strage di Piazza Fon-
tana. Arcieri la considera una pia illusione anche se del corpo dell’uomo non si è trovata traccia,ma di fronte
alla testardaggine della ragazza decide di salire a Milano. La città appare sconvolta, lui riallaccia i rapporti
con i colle e ghi della polizia e inizia a indagare sui movimenti della presunta vittima che al momento dell’esplo_
sione doveva trovarsi al centro del salone e quindi allo scoppio il suo corpo si dovrebbe essere disintegrato.
Unica traccia una borsa e un cappello.
Arcieri si affida a dei piccoli indizi, incontra amici dello scomparso, si registra qualche coincidenza di troppo, e
allora quella che poteva essere la semplice illusione di una figlia disperata potrebbe invece corrispondere a una
possibile realtà.
La nostra storia era evidentemente iniziata a Firenze, dove Arcieri è tornato a vivere, lui non voleva assolutamente farsi coinvolgere, ma ormai è in ballo, nel corso degli eventi si incontrano tanti personaggi
vecchi e nuovi, e il passato riaffiorerà ancora una volta. In una borsa consegnatagli da una di quelle figure
….indefinite che aveva conosciuto quando era ai Servizi ci potrebbe anche essere la spiegazione di quanto è
accaduto a Milano. E sarà lui a dover decidere se andare avanti nell’indagine, sempre più solo e sempre più
coinvolto….
E’ tornato ormai in pianta stabile il colonnello Bruno Arcieri. Dopo ” Il ritorno del colonnello Arcieri” Leonardo Gori ci propone ” Non è tempo di morire“. Arcieri è ormai in pensione ed è sempre più deciso
a trovare nuove ragioni di vita, dopo che l’amico Bordelli lo aveva aiutato a fuggire da chi lo voleva morto.
Arcieri si era rifugiato a Parigi dove aveva trovato l’amore con Marie e la gioia di vivere.Poi era stato costret-
to a lasciare la Ville lumiére, dove intanto aveva fatto il cuoco in un bistrot, e quindi era ritornato a Firenze.
Qui si era nascosto in una singolare comune formata da gente di tutte le età, ma dopo altre avventure la sua
vita era finalmente ripresa. Si era fatto raggiungere da Marie,e aveve ricominciato una nuova esistenza alla
luce del sole, aprendo una trattoria, aiutato dai ragazzi che aveva conosciuto alla comune.
Siamo prossimi a Natale, Firenze è tutta agghindata a festa, ma l’atmosfera è tutt’altro che serena, Milano è
in lutto dopo l’orrenda strage di Piazza Fontana. Ma anche il ” clan Arcieri” è sottosopra, una delle ragazze,
Angela, si è fatta arrestare in un centro commerciale perché sorpresa a rubare.Mentre Arcieri si da da fare per farla scarcerare, l’ex-colonnello su pressione di una sua vecchia amica si deve recare a Milano per indagare
sulla sorte di un industriale fiorentino che al momento dell’attentato avrebbe dovuto trovarsi all’interno della
Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana.
La polizia lo considera deceduto,ma la figlia Nicolettam è sicura che lui sia vivo, le avrebbe telefonato dopo l’at-
tentato.
In una Milano ancora sotto choc Arcieri, grazie alle sua antiche amicizie in questura, può visitare quel che resta
del salone e intanto cerca di ricostruire i movimenti dello scomparso e le sue amicizie in città.
Man mano che trova delle tracce il colonnello comincia a farsi un’idea di cosa possa essere successo, una mano
gliela darà una spia dal passato ambiguo, e che è legato a una vecchia fiamma del nostro protagonista.
Arcieri non vorrebbe aiutarlo, ma poi la situazione si ribalta, è lui che aiuterà Arcieri a mettere in salvo Angela
e gli lascerà anche una borsa piena di documenti che può rivelare cosa è successo a Milano.
E per il colonnello scatterà il dilemma se fuggire da questo caso o andare a caccia della verità.
Una storia intensa, a più piani, c’è l’accenno a una nuova vita, cosè Gori può tornare a un tema che ultimamen-
te è stato un po’abbandonato dagli scrittorindi gialli ovvero la cucina. Arcieri si sta rivelando un cuoco provetto
e pieno di risorse, passa indiscrimanatemente da piatti tradizionali a piatti ricchi d’inventiva. La sua trattoria
si è presto assicurata una certa fama, ma anche quando ” arrangia” i piatti per lui e per Marie conferisce sempre un tocco di classe.
Ma c’è anche un ampore per la tradizione, così nel menù del suo locale ci sarà l’arrosto morto, cotto in casse-
ruola e non nel forno, o il castagnaccio “toscanissimo” come dice Gori.
E poi ci son0 dei brevi ” souvenirs” su come mangiavamo….così a Milano i ” mondechili” polpette con avanzi
di lesso, uovo e pane bagnato nel latte o la ” busecca” la trippa alla milanese, con i fagioli,pomodoro e salvia.
Ma dove Leonardo Gori raggiunge il massimo è quando Arcieri porta Nelli a cena, ma non in trattoria, bensì
in una friggitoria del centro storico, certo non da guida Michelin (ma chi sbaglia è la Michelin..), dove cenano
con la fettunta, “piatto della povertà”, i crostini toscani con i fegatini di pollo e poi gran finale con i coccoli (o
sommommoli).
Ecco, queste pagine dicono da sole come vada letto questo libro, è una storia di vita, fatta da tutti gli ingredienti della vita, il presente, il passato che sono una costante della vita dell’ex ufficiale, un uomo che ama
le cose semplici come tutte le persone normali, ma di contro lui è anche un personaggio la cui vita corre sempre sul filo, e allora spazio alla poesia, nel nostro caso….culinaria, ma poi si torna all’azione e la trama
torna a essere serrata, intensa, misteriosa come il genere comanda.
Resta il fatto notevole di aver riscoperto un personaggio che sembrava ormai una reliquia del passato, ossia
questo Bruno Arcieri, che possiamo annoverare tra i maggiori protagonisti del giallo all’italiana, perché in
questa sua lunga cavalcata iniziata negli anni trenta, si è sempre confermato un uomo vero, reale, che ha do-
vuto attraversare e vivere tutte le contraddizioni della storia di questo Paese. Arcieri non sarà uno stinco di
santo, è passato in mezzo a situazioni drammatiche, ma non ha mai perso un certo candore, rimanendo sem-
pre un personaggio ” pulito” che quindi non può non piacere.
GIUSEPPE PREVITI