” LA SINDROME DEL DIAVOLO” DI GIULIO LEONI-EDITRICE NORD
26 Febbraio 2015I TASCABILI FRATELLI FRILLI EDITORI
5 Marzo 2015Più vicende si intersecano tra di loro, Rocco Schiavone sembra aver trovato pace ad Aosta, quando si verificano una serie di eventi che fanno da corollario
alla storia principale. Ma tutto è nella vita consequenziale, anche la vita passata del poliziotto che ogni tanto si ripresenta con tutto un carico di fasi oscure e
comptromettenti. E così anche quando la sua indiscutibile fama di investigatore lo porta a risultati più che eccellenti come il salvataggio di una ragazza rapita
ecco che lo spettro del passato si ripresenta più che mai inquietante.
Una ricca famiglia di undustrali, i Berguet, sembra nascondere qualcosa e Schiavone arriva a scoprire quasi per caso che Chiara, la loro figlia bellissima e cocco-
latissima, e anche molto amata dai compagni, è scomparsa. Schiavone l’intiuisce dal silenzio e dall’ostilità con cui la famigliia l’accoglie e così inizia la sua corsa con-
tro il tempo e deve anche scoprire cosa stia succedendo intorno a questa famiglia in apparenza ricca e felice.
Siamo di maggio ma a Aosta nevica e ciò accentua il malumore del poliziotto e forse non è altro che un presentimento di qualcosa di terribile che gli sta per capi-
tare.
In Non è stagione di Antonio Manzini terza avventura per Rocco Schiavone, romano trapiantato al Nord. Una figura che ormai è entrata di forza nel regno dei
” poliziotti di carta” perché è dotato di una sua originalità, in questa sua duplice veste di servitore della legge e di uomo maledetto.
Schiavone è un uomo che non sa rinunziare al proprio passato. Non libera la povera Marina, la moglie scomparsa, il cui ricordo è per lui una presenza fisica con
cui colloquiare e cercare pace. Ma per lui non è facile immaginare una vita tranquilla, mno che mai ad Aosta.lui ricorda sempre l’atmossfera calda e godereccia
della sua Roma, lui romano di Trastevere. Qui invece tutto è più freddo, figurarsi che di Maggio ancora nevica, ma anche la città gli appare fredda e distaccata,
insomma un amore non è sorto tra la città e il commissario. Però finalmente sembra che la primavera stia arrivando, anche lui è contento, ne assapora il tepore,
però da queste parte il tempo non è costante e a una giornata di primavera può seguire un’altra con la neve e freddo intenso e così Schiavone maledice chi l’ha
mandato lì ma anche se stesso e i suoi errori. E’una costante dei romanzi di Manzini di dare spazio alla situazione metereologica facendole fare da contraltare
all’umore del poliziotto.
Il vice-questore Rocco Schiavone è un peronaggio assai fiero della sua ” romanità”, con qualche sbracatura nel carattere ma fondamentalmente sarebbe anche
simpatico. Però è anche uno che pensa solo a se stesso, ha un caratteraccio, vuole sempre fare di testa sua, è insofferente alle gerarchie e non usa lo stesso tratta-
mento con i sottoposti. Manzini gioca comunque molto sulla simpatia del personaggio per narrare i mali dell’Italia contemporanea.
Criminalità e mondo degli affari, racket e riciclaggio di denaro, anche Aosta non sfugge a questi problemi e Schiavome che quanto a capacità investigative va la-
sciato stare darà il meglio di sè. D’altra parte questo personaggio creato da Manzini ha tutta una scala sua di comportamenti nella vita che per lui è sempre compli-
cata e quando gli capita questo caso lui lo definirà ” l’ennesima rottura di coglioni di decimo grado ” anche perché ha capito che è una cosa seria.
La storia è ben costruita, si sviluppa su piani diversi, un incidente con due morti per un furgone che si è schiantato nella notte contro un albero,ma c’è un parti-
colare che insospettisce Schiavone, la targa del mezzo era rubata. Qui inizia un’altra indagine che piano piano metterà insieme una serie di tasselli che il vice-que-
store sarà bravo a collegare tra loro.
Ma se Rocco comincia a trovare pace ed apprezzare anche il soggiorno aostano, ecco che-paragone un po’ scontato-come la neve copre la città anche nel mese di
maggio così un passato ancora più pesante incombe e si rifà vivo. Qualcuno lo vuole uccidere, sbaglia bersaglio, ma il fatto rimane e il clamore è grosso.
“Non è stagione”èè un giallo ma non soltanto, è un romanzo ricco di passioni, di amori passati
e presenti, tutto giocato su un protagonista ora sfrontato ora oppresso da un grande dolore
interiore e da una tristezza infinita. Un personaggio umano che ci conquista di pagina in pa-
gina pur se Schiavone è un uomo irascibile, manesco, prepotente con chi non gli è simpatico,
disilluso dalla vita, si rianima solo quando pensa a quello che ha lasciato a Roma. Ma è anchedotato di una buona dose di ironia, se non fosse per il fatto che, ormai essendo alla terza
avventura cominciamo a conoscerlo, ci sembra che in lui si accentui una certa vena autodi-
struttiva. Questo lo si nota non solo nei rapporti professionali, per carità tutti lo rispettano
perché nessuno disconosce le sue qualità, ma lui agisce sempre al limite non diciamo del rego-
lamento di cui se ne è sempre infischiato ma addirittura della legge e delle procedure. E anche con le donne esercita un masochistico ” usa e getta “.
Ferite del presente ma ancora più gravi quelle del passato oscuro di quest’uomo e quindi niente può essere facile e appagante per lui, anche quando, come in questo caso, gli è riusci-
to di salvare una giovane vita. Sembra proprio che per Schiavone non sia possibile trovare
pace…
Rocco appare un personaggio sempre più complesso, consapevole che il destino che si tira
dietro non gli dà tregua. Molte figure di poliziotti di queste ultime generazioni di scrittori
non sono dei personaggi allineati, a cominciare dallo stesso Montalbano che si è creato un
suo…feudo nel commissariato di Vigata. Ma Rocco Schiavone ha qualcosa di diverso, una
dimensione oscura, forse legata a quel mondo romano da cui proviene, lui viene dalla strada
e tali erano le sue amicizie, poi lui ha fatto una scelta diversa, in questa prospettiva ci fa pen-
sare al Montale di Izzo, anche se poi le dinamiche narrative sono completamente diverse.
Schiavone va spesso oltre la legge, e del resto lui è stato mandato ad Aosta in punizione perché
aveva pestato a sangue il figlio di un politico che violentava le coetanee e poi si faceva scudo
della posizione del padre. Rocco Schiavone è un poliziotto che più che applicare pedantemen-
te la legge vuole fare giustizia e la differenza è notevole.
Manzini sa costruire i suoi personaggi, Schiavone non è solo, intorno a lui colleghi, giudici,
donne, tutti ben delineati, ben cesellati, e non manca neppure la nota allegra con due agenti
Deruta e D’Antino, “scalognati” di suo ma anche sfortunati di avere a che fare con un rompi-
balle come il loro superiore….