” IL POGGIO DEI CIPRESSI ” DI DANIELE LOTTI- SARNUS
11 Ottobre 2016” I PREGIUDIZI DI DIO” DI LUCA POLDELMENGO- EDIZIONI E/0
18 Ottobre 2016Bruno Gambarotta, un magnifico ottantenne, di cui 40 in Rai, dove è stato autore, regista, conduttore, attore. Ma anche giornalista, scrittore, ha
anzi una partenza bruciante nell’ambito della letteratura gialla, nel 1977 debutta in giallo scrivendo a quattro mani con Massimo Felisatti La nipote
scomoda, vincitore de Il Gran Giallo- Città di Cattolica.
Eccoci ora a nove racconti narrati dalla sua penna agile quanto sulfurea in Non si piange sul latte macchiato. Il cibo come collant per le situazioni più
disparate possibili. Si va da una singolare gara di pittura alla sagra del maiale di San Venanzio al concorso di poesia per San Valentino con le peripizie
di un giurato.Poi un Natale indimenticabile con il rito dei ravioli fatti in casa e la presenza di un invadente ospite, per poi passare a uno spot televisivo
girato in un castello, dove troviamo i vari componenti la troupe compreso uno strano ciakkista. Seguirà la celebrazione di una delle glorie gastronomi-
che della città sabauda, i gianduiotti, che addirittura vengono posti a ricordo perenne nei basamenti dei monumenti della città. Poi un condominio che
a Natale resterà vuoto, e infine una cena con vendetta.
Giallo si abbina bene con tante altre parole, giallo e storia, giallo e comicità, giallo e cibo, giallo e sport, molto sta alla vena e alla fantasia dei vari autori.
E se l’autore ha lo spirito caustico di un Bruno Gambarotta ecco che i suoi libri acquistano una duplice valenza, ma non fraintendiamo, chi scrive gialli
deve sempre lasciare il lettore con il fiato sospeso, ma se poi, come nel caso di Gambarotta,gli riesce anche di far ridere tra un mistero e l’altro perché non
approfittarne.
Ecco quindi otto storie ben scritte dal titolo che è già tutto un programma, Non si piange sul latte macchiato. Ecco che il commissario Garzullo è ben
felice di uscire di casa per poter sfuggire all’ arrivo della cognata menagramo, ma forse certe negatività si palesano anche da lontano e così mentre assiste
l’amico pittore che dipinge dal vivo il maiale Godiberto su di lui si addensano tutte le negatività del mondo.. C’è poi il malcapitato giurato di un premio di
poesia alle prese con la sua Dama Bruna.E poi il divertentissimo fondatorte dell’associazione “Amici della prostata” alle prese con un singolare ospite di
Natale. Altra trama, altro personaggio, il ciakkista: in un castello una troupe sta girando uno spot televisivo, e c’è un ciakkista un po’ imbranato che disturba
le riprese. Ancora un caso mai registrato nel campo della criminalità, un uomo ucciso con la lacca dei capelli. Quindi un avvocato della Torino bene ucciso
per un pugno di…gianduiotti. Quindi il fuggifuggi dalla città per le vacanze di Natale, infine un omicidio per commissione finito nella maniera sbagliata.
Bruno Gambarotta o della freschezza di scrivere. La battuta sempre pronta, l’ironia con cui condisce certe situazioni, il tratto elegante del perfetto torinese
che si riversa anche nelle storie, magari anche a tratti crude. che ci racconta. Leggere Non si piange sul latte macchiato ci fa venire in mente la coppia al-
trettanto fortunata e celebrata di grandi torinesi, Fruttero e Lucentini, famosi oltre che la qualità delle storie raccontate e del come le raccontano, garbo,
ironia abilità che rendevano più che mai vivi e piacenti i loro romanzi.
Bruno Gambarotta ha un lungo passato di autore, regista, attore alla Rai, di lui basterebbe citare Il commissario Manara, La famiglia Benvenuti, ma tanti>
sono i successi legati al suo nome. In questa raccolta ci confeziona una serie di storie piace voli, scorrevoli, che sanno ben fondere i toni più crudi consoni al
giallo con una godibilità e una ironia che le rendono accessibili a vaste congerie di lettori. La comicità nel poliziesco è cercata da molti ma raggiunta da pochi,
in Italia attualmente possiamo pensare a Marco Malvaldi e i vecchietti del bar Lume, ma alla fin fine la letteratura gialla racconta la vita, e la vita non è sempre
truce, può anche essere vista con occhi diversi, ad esempio il Tatarella di Camilleri non è solo una macchietta, ma è l’immagine di un tipo buffo che può benis-
simo esistere in un commissariato.
Il giallo arriva a dare una soluzione ma lo raccontando anche la vita, con tutti i suoi eventi belli o brutti che siano, inoltre Gambarotta ha l’abilità e l’estro di
narrare dei fatti di per sè possibili ma certo non con l’appeal della grande notizia, come una sagra, i ravioli di Natale, i gianduiotti, ma estremamente credibi-
li in quanto fanno parte della nostra quotidianità, e poi lui li…cucina in maniera gustosissima.
Giallo e cibo, Giallo e riso, Giallo e criminosità, ecco il menù di Gambarotta.
GIUSEPPE PREVITI