” VERITA’ IMPERFETTE ” – AA.VV.- ANTOLOGIA
1 Aprile 2014” HO FAME DI TE E DI PARADISO ” di FABIO PICCHI- RAI ERI
4 Aprile 2014Cast: Sandro Lombardi Pia Lanciotti Francesco Colella Elena Ghiaurov Marco Brinzi
Dopo aver messo in scena qualche anno fa I giganti della montagna, e dopo un felice approdo a Proust mettendo in scena Un amore di Swann, ecco che Federico Tiezzi torna
a Pirandello con l’allestimento di Non si sa come. Un doppio aggancio, intanto al Pirandello delle ultime produzioni, I giganti è infatti l’ultimo lavoro scritto dal drammaturgo
che però non fece in tempo a compierlo, mentre il Non si sa come resta l’ultimo dramma scritto e terminato da lui stesso. L’approccio a Proust contiene una riflessione sull’amore
e sulle torture e le ambasce legate ad esso, ecco quindi un ponte ideale tra i due grandi letterati.
Nel testo pirandelliano ci troviamo in Umbria nella casa di campagna di Giorgio Vanzi, un ufficiale di marina che spesso per il suo lavoro è lontano da casa. Casa in cui
si trovano in un pomeriggio di settembre la maglie di Giorgio, Ginevra, e i Daddi, loro grandi amici, Romeo e la moglie Bice. Appartengono tutti alla buona borghesia, vivono
in un mondo un po’ chiuso che sembra ignorare i fermenti che avvengono all’esterno e che vive di pettegolezzi e piccole malignità.Se facciamo un passo indietro scopriamo
che Romeo Daddi in un caldo pomeriggio estivo si è unito alla bella Ginevra, moglie delusa e trascurata. Ma per lei è stato un semplice cedimento alle lusinghe del sesso e
questo tradimento deve essere assolutamente nascosto, mentre per Romeo è un ulteriore choc per la propria coscienza. E tornando al giorno di oggi si vocifera di un
Daddi ora gelosissimo della moglie….
Pirandello scrisse questo testo per Marta Abba nel 1934, lei avrebbe dovuto interpretare Ginevra, la fedifraga,ma poi l’Abba ebbe un ripensamento e allora il testo sembra
fosse modificato in vista di un protagonista maschile.
Se vogliamo il senso della commedia è già nel titolo, una di quelle frasi che il drammaturgico prediligeva, semplici ma anche ricche di allusioni moralistiche. Pirandelllo
nei suo lavori cerca sempre di entrare nella origine e nei misteri dei fatti, ma non sempre questi fatti si sa come avvengono, non si come funzioni la nostra volontà e
quanto influisca sul nostro modo di agire; né si sa come un uomo nel sogno possa arrivare a commettere un delitto: il c.d. “delitto innocente”, la legge non lo punisce, non
ha legame con la realtà; e ancora non sappiamo come un’esistenza tranquilla e ben radicata si possono scatenare delle forze che sconvolgono tutto questo, a tutto questo
evidentemente presiede una autorità superiore (Dio ????).
Avvengono cose che esulano dalla nostra concezione di vita, ma avvengono e che traccia lasciano in noi ? E queste azioni, questi delitti sono stati commessi veramente
o sono solo un sogno ? Ma può anche accadere che questi delitti “rimossi” vengano a galla e se ne cerchi l’espiazione. Sono evidentemente delitti dell’anima, e quindi
anche la condanna che ne verrà sarà più morale che materiale.
Nella commedia questo ruolo di peccatore pentito spetta a Romeo Daddi. Lui è la classica personificazione dei ” delitti” commessi non si sa come, da ragazzo in una
discussione incidentalmente ha ucciso un altro ragazzo, convincendosi e quasi autoassolvendosi che tutto questo era avvenuto per caso, come in un sogno, addirittura
ma era avvenuto qualcosa ? E non essendo mai venuta fuori la sua colpa si era tenuto questo segreto per trent’anni. Ma adesso che è successo il fatto con la moglie
del miglior amico, un fatto ai suoi occhi altrettanto accidentale, compiuto al di là della sua volontà, ecc che la sua coscienza sopita si risveglia, crollano tutte le barriere
che lo portavano a assolversi di quanto fatto, insomma prende coscienza di cosa è il bene e di cosa è il male.
Ma se un problema del Daddi è di portata universale, riguarda l’essenza dell’anima umana, per lui si profila un ulteriore dramma, da un problema ne discende un altro.
Ginevra ha avuto una relazione con lui, ma ora che c’è il marito essa gli è devota piena di amore come sempre, quell’atto sembra davvero come non avvenuto o quanto
meno passato senza lasciare traccia. Daddi si chiede se è possibile, ma addirittura ipotizza che sua moglie Bice potrebbe aver fatto o potrebbe fare la stessa cosa. Ed ecco
che lui vuol sapere, indaga, si ingelosisce, pensando forse che se anche la purissima Bice fosse stata travolta da un delitto ” innocente” lui sentirebbe meno pesante
la sua situazione, alla fine può succedere anche ad altri.
E mentre Daddi drammaticamente sembra avviato a compiere la sua via Crucis, ecco che il dramma prende ulteriore corpo e si avvia alla soluzione. Una innocente frase
di Bice che rivela che in sogno lo ha tradito con il marito di Ginevra, e per Daddi il tradimento a questo punto è avvenuto. Ed ecco che per uscire da questa ossessione
decide di dire tutta la verità, di chiarire una volta per tutte le sue malefatte, quali che siano le conseguenze. E certamente passando dalla teoria alla realtà ogni tassello
va al suo posto, amore, gelosia, tradimento, vendetta. E per Daddi sarà la fine ucciso dal marito tradito. Una sorta di follia quella del nostro protagonista, gli crolla
intorno tutto il mondo, la vita ha in sè un qualcosa di inafferrabile, non ci si può più rifugiare nel comodo……non si sa come.
Pirandello usa il triangolo borghese lui-lei-l’altro per scavare nei labirinti della psiche umana, ne esce uno dei suoi drammi più feroci facendoci vedere che noi non
conosciamo assolutamente noi stessi e Daddi paga questo a caro prezzo.In un susseguirsi di colpi di scena e di nevrotici sensi di colpa si cerca ad arrivare alla redenzione
anche se poi la penna caustica di Pirandello fa vedere che per la pubblica morale sono ben più gravi le corna che non la confessione di un omicidio….
Tiezzi non volendo rimanere prigioniero dell’ambiente, la commedia si svolge all’interno di una villa in Umbria, immagina che i quattro protagonisti si ritrovino in
un salone a eseguire il quartetto per archi di Schubert, indossando immense maschere da coccodrilli. Immagini di maschere che si sovrappongono alle maschere
che sono i personaggi di Pirandello, sempre a mezza via tra verità e menzogna, tra apparenza e realtà, tra sostanza e forma.
Io ritengo che Pirandello non abbia bisogno di particolari accorgimenti, il testo può apparire datato nella struttura ambientale, l’Italietta fascista degli anni trenta,
ma il significato del testo è più che mai attuale, non credo che la trovata dei coccodrilli lo renda più moderno…..
GIUSEPPE PREVITI