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9 Luglio 2022Bordelli è appena andato in pensione ma il suo pensiero è sempre per la vecchia professione, nonostante il legame sempre più forte con Eleonora. E nonostante le cene con gli amici della Confraternita, e le passeggiate in collina con il fido Blisk. >E così gli viene la voglia di occuparsi dell’unico caso affidatogli in cui non è stato trovato il colpevole. Un
ragazzo, figlio di un industriale fascista era stato ucciso a coltellate nel 1947, ma l’indagine era stata ben presto abbandonata, si era in un periodo di vendette e non era il momento adatto per andare a pescare nel torbido, era meglio lasciar perdere. Ma adesso che sono passati ventitre anni ritiene che sia giunto il momento di riesumare quel vecchio caso.
Intanto il fido Piras è diventato vice-commissario e Bordelli gli da una mano nel risolvere due casi delicati e spinosi che reclamano giustizia, ma una giusta…giustizia.
Ci saranno poi le rituali riunioni con gli amici, anzi saluteremo nuovi ingressi nella Confraternita.E potrebbe esserci qualcosa di nuovo anche nel rapporto con Alba de
Cespedes…
Per un quarto di secolo Franco Bordelli aveva svolto un lavoro che gli piaceva, ma da oggi, 11 aprile 1970, quel capitolo era definitivamente chiuso, il commissario era ufficial-
mente in pensione, con il grado di questore decano. A pensarci bene ora era uno dei tanti pensionati che si vedono in giro, ma chi gli poteva mai impedire di continuare a cercare assassini ?
Marco Vichi è ormai scrittore più che mai affermato, da oltre un milione di copie vendute, puo’ben permettersi di affrontare uno dei tanti problemi di oggi, con il suo perso-
naggio che fa tendenza, ovvero il ritrovarsi da un giorno a un altro in pensione. Al centro della storia questo ex-giovane sessantenne per la legge, ma in realtà questo più che
giovane sessantenne, che deve quindi affrontare i problemi di come impiegare il tempo.
I romanzi scritti da Vichi prevedono sempre, come da rituale sottotitolo, “un’avventura del commissario Bordelli”, ecco in questo caso, in Non tutto è perduto, l’autore
affro0nta un problema reale e probabilmente comune anche a tanti dei suoi lettori “fan” del commissario, ovvero come affrontare la pensione.>
La pensione puo’anche essere uno choc perché ti costringe a cambiare radicalmente la tua vita, dagli orari alla maniera di passare il tempo o, meglio, di come farlo. Bordelli
certamente non fa eccezione, avrà certo più tempo da passare con Eleonora, potrà fare grandi camminate per la campagna, finalmente potrà conoscere i dintorni della sua
abitazione. Ma potrà anche non abbandonare la sua attività preferita, ovvero l’indagine. la caccia ai criminali, la scoperta degli assassini. E così decide di dedicarsi a un vecchio
caso del 1947, la sua prima indagine, conclusasi ben presto, su pressioni dall’alto, perché era meglio…così, ma adesso a quarant’anni di distanza, chi gli potrà mai impedire di
riaprire quel vecchio caso e dare un volto all’assassinio di un giovane fascista. E come rifiutarsi a sua volta di dare una mano al neo-commissario Piras, suo braccio destro per
tanti anni ? E grazie a questo espediente la parte più poliziesca del romanzo non verrà meno.
Ma poi c’è questa nuova versione del Bordelli che gira per colli e per valli, lamentandosi di essere in pensione, ma è sempre pieno di buoni propositi, riuscendo anche a cogliere
delle grosse soddisfazioni personali. Riuscirà anche a far pubblicare da un grosso editore le poesie della cafra mamma, oltre che a stabilire un contatto con la sua scrittrice
preferita,Alba De Cespedes.. Inoltre inviterà a una delle proverbiali e consuete cene gli amici vecchi e nuovi, che racconteranno le loro memorie vecchie e nuove come è giusto che sia. Tanti personaggi per la gioia di chi legge, e pèr la sostanza di un romanzo ben scritto, vario, pieno di tanti temi. Un romanzo, ripetiamo, molto reale, ricco di spunti,
con una….indagine a largo raggio sul personaggio principale, il “Bordelli” , con la sua filosofia di vita, con il suo concetto di giustizia, con la sua grande cultura.
GIUSEPPE PREVITI