“IL GIORNO DELLA CIVETTA”DI DAMIANO DAMIANI
23 Gennaio 2012L’UOMO CON IL SOLE IN TASCA- DI CESARE DE MARCHI-FELTRINELLI
26 Gennaio 2012Uno scrittore che aveva affrontato in passato il tema del terrorismo(Il tempo infranto)come Patrick Fogli e un giornalista d’inchiesta,Ferruccio Pinotti,affrontano in un libro a quattro mani(Non voglio il silenzio)il tema delle stragi.
Un uomo vive confinato nella sua…paura da quando sua moglie ha perso la vita in un incidente stradale,nel quale sua padre ha perso l’uso delle gambe.Lui è rimasto solo con la figlia Giulia che ha cresciuto in tutti questi anni.Aggiungiamo che era una famiglia di giornalisti e scrittori.
L’uomo riceve la telefonata di una donna spaventata che gli da appuntamento in un’aula di tribunale,ma qui non si incontreranno perché un uomo uccide la ragazza e si toglie la vita.Prima di morire lei fa in tempo a sussurrare all’uomo un nome “….Solara”.
A lui questo nome ricorda il tragico pomeriggio in cui sua moglie perse la vita e ancora risalendo nel tempo altre storie tra cui l’esplosione di una bomba che a Palermo fece morire un magistrato.L’Italia fu gettata nel terrore da questa catena di attentati che seppellirono non soltanto uomini sotto le macerie ma anche la “verita”che troppi avevano e hanno interesse a che non si manifesti. Ma all’uomo ricorda anche l’inchiesta che in quei giorni conducevano suo padre e sua moglie,una inchiesta scottante in un paese che vive di silenzi e menzogne.
Questo romanzo è la storia di un uomo ma anche di un periodo.L’inizio è assai incalzante, l’uomo si è recato in tribunale per un appuntamento che non avverrà:la donna che glielo aveva fissato,si saprà che era un avvocato,cade con il suo cliente e due poliziotti sotto il piombo di un mafioso.La donna prima di morire pronuncia un nome che rimette in moto un meccanismo che l’uomo aveva cercato di seppellire nei recessi più lontani della sua mente.Ha un dubbio,continuare o lasciar perdere? E se continua vuol dire raccontare cosa è successo e cosa ha voluto dire quel nome nella sua vita,in quella di sua moglie e di suo padre.Comincia così una indagine a ritroso nel tempo,venticinque anni prima era stato ucciso Borsellino,prima ancora Falcone,ancora prima c’erano state altre dimenticate,o meglio,che si vuol fare dimenticare….
Questo romanzo è anche la voglia di “capire”:capire il silenzio su tutti questi anni,capire Tangentopoli,le bombe,le stragi del 1992.
Questo romanzo è la voglia di “verità”.
Lo puoi considerare un giallo,ma poi vai avanti non solo e non tanto perché ti appassiona la trama ma perché ti penetra dentro l’anima,ti tiene prigioniero quasi come il protagonista, e come lui cerchi di ottenere delle informazioni,di scartare le menzogne.Ti trovi in un contesto talmente reale da sembrare…inventato.
I servizi segreti “deviati”(?!?), i servizi che tramano l’un contro l’altro,mafiosi al loro servizio, la mafia che governa e lo Stato che collabora,rapporti di polizia che scompaiono,poliziotti che “fabbricano”prove e testimoni,e ancora una rete di banchieri,imprenditori,finanzieri.Indubbiamente uno spaccato di vita dell’Italia , un pezzo di storia d’Italia.Ma per scoprirlo,ci dicono gli autori,non si deve guardare troppo avanti “per una volta provate a guardarvi alle spalle”.
E allora si vede che Tangentopoli non è nata a Milano,ma in Sicilia.La mafia ha sempre guardato lo Stato in faccia,poi qualcuno non è stato ai patti e il giocattolo si è rotto.
Occorre partire dall’uccisione di Borsellino,e si aggiunge anche che “strappare al silenzio un a storia è il tentativo di dare dignità a chi l’ha vissuta”.
Protagonista della nostra storia è un giornalista che a un certo punto della vita si trova costretto a indagare e capire cosa è successo nella sua esistenza quando uno “strano”incidente provocò la morte della moglie e la grave menomazione di suo padre.Elena e Adriano(i nomi di moglie e padre,dell’uomo che racconta non sapremo mai il nome)erano giornalisti,casualmente(o no?)il 1°luglio si trovavano in via D’Amelio quando il giudice Borsellino fu fatto saltare in aria con la sua scorta.Loro erano a Palermo per sviluppare un’inchiesta sui depistaggi,sui contatti con i mafiosi, sui personaggi misteriosi come quel Solara.
Già,Solara,ma chi è costui?Questa domanda è un po’il tormentone del romanzo,ma è anche il suo punto di forza perché ti spinge a non mollare mai la lettura.Fogli è abile costruttore di trame,e Pinotti da consumato giornalista d’inchiesta contribuisce a tenere alto il ritmo, ma quel che maggiormente tiene è la sequenza di fatti ed episodi che si susseguono e ti lasciano con il fiato in sospeso.Ma è anche la storia di una famiglia segnata da quel tragico incidente, di quest’uomo che ha perso quasi ogni contatto con il padre e anche con la figlia, ma che nella forza che mette per rompere questo muro di silenzio piano piano ritroverà gli affetti più cari.
Ma via via che metterà le mani in questa storiaccia, in questa materia…puzzolente il nostro protagonista sente il bisogno di pulirsi da quest’aria greve,pesante,amara.
E come dice lui anche il lettore arriva a concordare che “non puoi fidarti di nessuno e devi fidarti di tutti”.
In questo libro si narra dei rapporti e dei patti tra Stato e mafia e anche dei servizi segreti. Fogli ci dice che non esistono quelli “deviati”,semplicemente ce li presenta come entità al servizio del miglior offerente….e adombra un duplice colpo di stato,sempre in una cornice che assicuri la sopravvivenza e dello Stato e della mafia.
Da una parte si aiuta ad eliminare Totò Riina,dall’altra si dà una mano al potere politico agonizzante.
Ancora una volta si usa la chiave del giallo mescolando realtà e fantasia non per riaprire vecchie ferite ma per dare luce alla verità e questo Non voglio il silenzio è un libro importante perché scritto con coraggio e passione e con l’impegno di farti riflettere e farti venire la voglia di rompere il silenzio.
Ferruccio Pinotti è stato autore di vari saggi sui rapporti tra potere politico,economico,Vaticano,criminalità. In questo romanzo a quattro mani con Fogli viene esaltato il “romanzo d’inchiesta”che evidenzia quel filone che coinvolge mafia,politica,altra finanza e massoneria. La nostra storia corre in quel “ventre molle” che risultò il periodo susseguente alla caduta del muro di Berlino sino all’avvento della seconda Repubblica.E’il periodo delle stragi di mafia,della Falange armata,di Falcone e Borsellino e proprio l’attentato a Borsellino rivela troppe strane coincidenze.Lo Stato con i Servizi segreti(ma quali?ma quanti?)sembra implicato.E allora i nostri autori cercano di dipanare questo insano groviglio tra apparati dello Stato,uomini di mafia,massoni, il tutto avvolto in una coltre di nebbia fitta che nasconde a attenua il tutto.
Un’altra caratteristica di quel romanzo e che lo rende originale è che l’azione non è raccontata in presa diretta ma viene vissuta attraverso le confidenze,i ricordi,le confessioni di chi ne è stato protagonista o partecipe.E ne scaturisce un tale intreccio di movimenti di denaro,di giochi di potere,di morti sospette, di rei confessi di assassini che non hanno commesso,di attentati e altro in cui tutto appare veritiero ma mai verificabile.
Una tela di ragno in cui ci si districa difficilmente ma questo è nell’interesse di chi pratica la strategia del terrore affinché in un polverone seminato ad arte la verità noin venga mai a galla.
E una ulteriore impressione che si ricava dalla lettura di questo romanzo è che il nostro Paese è un vero “cimitero degli elefanti”di storie che rimarranno sempre oscure.
GIUSEPPE PREVITI