“LA ZONA D’OMBRA”DI SIMONA SOLDI-ALBATROS EDITORE
21 Maggio 2011“LA PORTA DI SANGUE”DI ROBERTO SANTINI-HOBBY & WORK
25 Maggio 2011Con “Nova Tempora” Oscar Montani ci porta nella Toscana del 1495, nuovi tempi ai annunciano per l’umanità, Cristoforo Colombo è di nuovo in mare, Carlo VIII si è autoproclamato re di Napoli. La giovane repubblica di Firenze fatica a controllare i suoi confini specie a sud e ovest.
Mastro Bertuccio(Berto dei Bardi)fugge da Montevarchi ma si sente in pericolo braccato com’è dai fiorentini e dai ribelli che danno la caccia alle spie del Savonarola.Si rifugia a Pietrasanta dove trova lavoro nella bottega di un armaiol,attratto dal fatto che non si dovrà occupare solo di spade ma anche di archibugi,bombarde,cannoni…scoprendo così una nuova tecnologia con terribili strumenti di morte che anticipano i tempi nuovi.Ma la vera arte del nostro Bertuccio è quella di risolvere i misteri e anche in questa serie di storie si mette subito al’opera quando una serie di delitti sconvolgono varie località, Pietrasanta,Montevarchi,Massa dove Bertuccio via via verrà a svolgere le sue indagini.
Storie di armi,di intrighi,di passioni, di foschi tranelli fanno da filo conduttore a queste nuove vicende di Bertuccio, un fabbro, a cui curiosamente tutti chiedono:”Bertucci,sei convinto di voler fare solo il fabbro?”. Questo in omaggio alla sua conoscenza delle lettere e dei versi, ma anche alla sua indubbia abilità investigativa che lo porta poi sempre a contatto con vicende in cui si sono registrati degli omicidi.
Abbiamo parlato di Tempi Nuovi, intanto le nuove armi dai cannoni alle pistole leggere, poi con la scoperta dell’America l’apertura di nuovi mercati e l’arrivo di nuove
merci, nerl frattempo la Spagna è tutta cristiana. Il nostro protagonista ha lasciato Montevarchi per Pietrasanta in quanto invis0o ai notabili della sua città e di Firen ze per aver “scoperto gli autori di delitti scomodi,svelato segreti o vizi poco onorevoli”. Per sfuggire alla loro vendetta Bertuccio è costretto all’esilio,prima tappa appunto Pietrasanta, poi la Provenza e in seguto la Spagna.
“Nova Tempora“esce in forma di romanzo, ma praticamente è composto da tre storie che vanno dal giugno del 1495 alla primavera del 1496.Oscar Montani sa costruire e intrecciare mirabilmente le sue storie, mescolando nomi eccellenti come Michelangelo,Baccio da Montelupo,Marsilio Ficino a nomi che non dicono nulla nella Storia con la S maiuscola, ma che sono altrettanto importanti perchè parla di uomini e donne normali che rappresentano la quotidianità,la vita di tutti i giorni.Il nostro autore parte da un evento storico importante come la discesa di Carlo VIII in Italia e su questo fatto poi colloca le vicende dei suoi protagonisti. Se della grande Storia abbondano le testimonianze, è più difficile,ma anche più stimolante, ricostruire la vita di tutti i giorni, in tutti i suoi dettagli, ma leggendo questo libro, come del resto il precedente ” Mala Tempora”,riusciamo ad entrare in quell’epoca,sembra quasi di riviverla.
Tre episodi danno la linfa a questo romanzo, “Padri e figli”(La forza delle armi) è il primo racconto,contraddistinto dalla voglia di nuovo nelle generazioni che crescono,i giovani vogliono fare qualcosa di nuovo,sentono il cambiare dei tempi,vorrebbero essere diversi da quelli che le circostanze li hanno costretti ad essere(compreso lo stesso Bertuccio).E Betuccio e i compagni che lo hanno seguito in questo esilio trovano una Pietrasanta “occupata”dai francesi, e la cittadina verrà sconvolta dall’uccisione di un giovane ufficiale francese.
Il secondo racconto “Nonni e nipoti”(La forza delle idee)vede Bertuccio richiamato di grande urgenza a Montevarchi, nonostante i pericoli che può correre,per risolvere un grave fatto di sangue. Una Novizia delle Benedettine è stata trovata morta completamente dissanguata,e la Badessa Soderini chiede l’aiuto di Betuccio che tornerà sotto le spoglie di un nobile spagnolo. Sembra che si tratti di una vicenda di vampirismo,una tomba viene profanata, ci sono sospetti di stregoneria, incombe l’inquisizione.
L’ultima storia ha come titolo “Spose,mogli,amanti”(La forza dell’arma)con Bettuccio chiamato alla corte del marchese Antonio Alberico nella rocca dei Malaspina.Anche qui scoprirà la vita dissoluta deol palazzo,dove viene uccisa una cameriera,cui seguirà poi la morte di un giovane pittore spagnolo.Il marchese e sua moglie Lucrezia sono in pericolo,una vicenda di sopraffazioni e umiliazioni, di corna,di noia….”per fuggire questa noia solitaria vita noi facciamo,la festa del silenzio è gioia….”.Delitti per vendetta, per noia, a Bertuccio risolvere il caso.
Protagonista assoluto quindi Beruccio, che troviamo in Versilia,zona assai cara al nostro autore,che vi ha ambientato anche le sue storie contemporanee.Bertuccio è anche la voce narrante di “Nova Tempora”, Montani in tutti i suoi romanzi predilige la narazione in prima persona, e questo tutto sommato conferisce al racconto una maggiore speditezza.Ma non è soltanto questo,Bertuccio può narrare questi fatti condendoli con una grande ironia e non risparmiando i potenti. E ci può manifestare anche la sua delusione per quelli che dovrebbero essere i “Nova Tempora” e lasciarci delle riflessioni che sarebbero validissime anche per i giorni nostri.
Il fabbro-investigatore è un singolare individuo,dotato di un acume straordinario,sa legere e scrivere,conosce il latino,sa citare a memoria l’Alighieri.Perseguitato dalla domanda se vuole fare qualche cosa che non sia il fabbro, nel corso di queste avventure che lo mettono spesso in pericolo, finirà per dire “fose fare solo il fabbro non è poi così male”.
In questi fatti che lo coinvolgono ritroviamo una parte dei fedelissimi di Betuccio,in questo vi è molta assonanza con l’altro personaggio di Montani,il Corso,anche lui sempre circondato da uno stuolo di amici,per entrambi l’amicizia è sacra.
Bertuccio è attratto dai misteri,dal piacere di indagare e di risolvere dei casi.Il suo metodo di uomo del’4oo è di usare “la forza delle idee”. Lui dice di credere nella ragione,rifuggendo dalla fede,dalla passione,dall’affetto perchè “la passione annebbia,la fede non sente ragione e l’affetto rende condiscendenti.Io osservo,domando,ascolto”. Sotto questo aspetto potremmo dire che Bertuccio rappresenta a meraviglia il tempo nuovo,che vuole valorizzare la forma del ragionamento.
Oscar Montani sa anche costruire trame gialle avvincenti. Stiamo entrando in Nova Tempora,ma superstizioni,gelosie,vendette,scambi di persona funzionano sempre.E se la suspense e il ritmo mon vengono mai meno, non mancano mai del tipico umorismo toscano che rendono meno pesante l’atmosfera un pò cupa di queste trame, sovente ambientate di notte, con travestimenti anche lugubri.
Se pensiamo all’epoca in cui si svolgono i fatti questo libro è anche anticipatore di come viene amministrata la giustizia.Il buon Bertuccio risolve sempre i casi su cui indaga,ma la giustizia, quella con la G maiuscola non sempre trionfa, emblematico in tal senso il secondo racconto dove la verità viene sacridicata alla ragion di stato….
Un garbato vezzo del nostro autore è di introdurre sia in Mala Tempota che in in Nova Tempora personaggi celebri.La verità storica è una cosa,quella romanzata un’altra, non siamo certi che questi…vip fossero là in quei giorni,ma cetto avrebbero potuto esserci.Così inc0ntriamo due giovani,non ancora famosi,alla ricerca della propria vocazione,Ludovico Ariosto e Niccolò Macchiavelli,anzi mai vengono citati i cognomi. Per i lettori Bertuccio incontra Ludovico e Niccolò,ma Oscar Montani si diverte a seminare indizi che li rendono più riconoscibili,uno stimolo per il lettore più attento.
E ancor più provocante è il nostro autore quando nel terzo raccon to,oltre a presentarci un giovane Niccolò, assegna a vari personaggi i nomi di tanti che ritroveremo nella Mandragola, come a dire che il Macchiavelli si sia ricordato di questo episodio della sua vita.
Tutti i personaggi,maschili e femminili, sono molto curati e ben delineati, infine da lodare lo stile narrativo,che attinge a un vocabolario ricco di sostantivi e aggettivi che colpiscono il lettore,impreziosendoli anche con frasi prese dal dialetto toscona.
GIUSEPPE PREVITI