“ARINGHE ROSSE SENZA MOSTARDA ” DI ALAN BRADLEY-SELLERIO
25 Maggio 2013“LA LOCANDA DEGLI ANNEGATI” DI GEORGES SIMENON – ADELPHI
27 Maggio 2013Fabio Mundadori è autore che scrive di fantascienza, horror, gialli, curando anche rubriche su fumetti e fantascienza. Pubblica racconti, arrivando anche a
fare uscire una antologia “personale”, vince vari premi, e adesso con Occhi viola eccolo al suo primo romanzo.
Un ragazzino ficcanaso è attratto da una chiesa sconsacrata ai margini del paese dove vive, ma una sera che vi è penetrato scompare improvvisamente e la
polizia comincia a indagare. Nei pressi della chiesa si erge una casa di cura prossima alla demolizione. Entrambe le costruzioni sorgono nei terreni della ricca
famiglia Palmieri, nella casa dei quali c’è il dipinto di una donna che dovrebbe essere morta da vari anni ma ogni tanto riappare…. Intanto il ragazzino scappa
ai suoi carcerieri e i membri di una setta satanica “I Legati di Satana” lo vogliono uccidere, ma perché ?
Tanti fatti abbastanza singolari di cui si deve occupare il commissario Sammarchi inviato d’urgenza in questo piccolo paese, dove viene coadiuvato dai carabinieri
il cui comandante è il tenente Musolesi.
Ne scaturirà una indagine assai complicata dove niente è come sembra a cominciare dalle apparizioni della ragazza del dipinto, che dovrebbe essere morta ma che
ora sembra essere tornata dall’oltretomba per vendicarsi. Ma di chi ? E quale è il ruolo di Emiliano Palmieri, il patriarca della famiglia ?
Sammarchi riuscirà a venire a capo di questa vicenda dove passato e presente si mescolano continuamente, così come i buon i e i cattivi….
Occhi viola è una storia ricca di fatti che si intrecciano tra di loro e che mutano prospettiva a seconda di come li si considerano. L’inizio vede un ragazzino pieno di
curiosità e senza paura che si introduce in un luogo sinistro e chiacchierato come può essere una vecchia chiesa abbandonata dove si tengono riti satanici. Ne
verrà fuori una vicenda ricca di colpi di scena, con flashback sul passato, con implicazioni sentimentali, criminose, storico-guerresche e chi ne ha più ne metta.
Certamente con il procedere delle pagine il confine tra buoni e cattivi diventa sempre più labile, e via via emerge che quanto di tragico è avvenuto in passato ha
le sue ripercussioni sul presente.
Mundadori procede tra richiami al passato ed echi del presente, usando la formula di esprimere il pensiero dei molti che animano la vicenda. Questa sua maniera di
costruire il romanzo lo ha portato inevitabilmente, specie quando fa la cronaca degli avvenimenti “in diretta” a usare uno stile assai secco, da cronista, questo forse
rende la narrazione fin troppo scarnificata, con capitoli che a volte non superano le due, tre pagine. Se questo giova all’agilità della trama, finisce per penalizzare
l’analisi dei personaggi. Questi sono molti, l’autore li delinea con pochi tratti, specialmente per i protagonisti un approfondimento maggiore sarebbe stato forse
necessario.
Comunque il nostro autore sa costruire bene le sue trame e tenere desta l’attenzione del lettore, per cui questa sua asciuttezza di toni certamente paga e da di Occhi
viola un buon romanzo.
Va pure aggiunto che originariamente era un racconto, ma è lo stesso Mundadori che avverte l’esigenza di allungarlo per meglio definire i caratteri e dare loro più spazio
e più spessore. Osserva anche nelle note finali a commento del romanzo che un autore deve essere in grado di giudicare se lo spazio che lo porta a costruire una storia si
attaglia meglio alla dimensione del racconto o del romanzo. Perché una storia si deve basare sì su un fatto principale ma su questo poi ne interagiscono tanti altri. E dalla
concatenazione di tanti fatti e di tanti personaggi esce poi una storia più ricca, più completa, più esauriente.
Mundadori questo risultato lo ha raggiunto con una narrazione dove la suspense e i colpi di scena ci sono ampiamente, ma vorrei mettere in evidenza anche la contamina-
zione tra i tanti generi. Horror, thriller, ma anche scene da film d’azione, e poi nella figura del commissario Sammarchi, pure un omaggio all’investigatore tipico del giallo
classico. Questo ci sembra il connotato più interessante del romanzo, oggi la “contaminazione” è il requisito più moderno del giallo, Mundadori si manifesta scrittore molto
“moderno” e quindi gli possiamo anche perdonare la concisione…..
GIUSEPPE PREVITI