“COLAZIONE DA TIFFANY”-tratto dal romanzo di TRUMAN CAPOTE-adattamento teatrale di SAMUEL ADAMSON
15 Gennaio 2012“LAMOADINA GALLEGGIANTE”DI WOODY ALLEN-REGIA ARMANDO PUGLIESE
12 Febbraio 2012Cast: Claudio Santamiaria, Filippo Nigro,Nicole Murgia,Massimo De Santis.
Due fratelli in eterno conflitto vivono nella stessa casa, il padre è appena morto, incidente di caccia o….la verità la sanno loro due.Altrettanto incontrovertibile è che i due non sanno vivere senza litigare, farsi i dispetti,ingiuriarsi, azzuffarsi,in un’atmosfera intrisa di piccole vendette.Uno dei due marca con una V tutto quello che c’è in casa per rivendicarne la proprietà, dal cibo al bere alle statuine di Madonne di cui fa collezione sino alla stufa in legna di cui rivendica l’acquisto.Di tutto controlla l’uso e non vuole che siano toccati dal fratello.Questi è invece uno scroccone per natura, figuratevi che si auto-invita ia funerali per scroccare il buffet, con il fratello è una lite perenne perché gli mangia le patatine e gli beve i liquori.Spesso viene a trovarli padre Welsh, un giovane prete pieno di dubbi,assai fragile, troppo attaccato all’whiski…
Si sente in perenne colpa per i fatti che succedono nel paesino,cerca intanto di riportare la pace tra i due fratelli,teme che alla fine si arrici a una tragedia, ma i due non lo ascoltano minimamente, e questa indifferenza di loro,come dei paesani in genere,lo ferisce sempre più.
Completa il quadro una giovane ragazza che vende whisky a domicilio. Lei cerca di consolare il prete sempre più turbato dai tanti episodi che angustiano il paese(un omicidio,un suicidio)ma senza successo.Il prete infatti considererà fallita la sua missione e si toglierà la vita.
Occidente solitario è un testo sull’infelicità,sull’incomunicabilità, assai attuale e che pone certo degli interrogativi, anche se al regista Juan Diego Puerta-Lopez sembra che la chiave migliore di lettura del testo sia da trovare in una frase di Samuel Beckett secondo il quale si può dire che “Non c’è niente più comico dell’infelicità”.
Questa commedia è una tranche di vita dominata dalla crudeltà,dall’aggressività,dalla disperazione.La storia è ambientata in un piccolo villaggio dell’Irlanda ma non è tanto il luogo geografico che interessa di per se stesso, questa è una metafora di una società di disadattati che vivono in una condizione di indifferenza assoluta soli e
abbandonati a se stessi.Linguaggio assai forte, un delirio continuo di parole, un rapporto con gli altri sempre rissaiolo o di indifferenza come nei confronti del prete che deluso da tutti preferisce il suicidio…
Occidente solitario è una “commedia nera”dove il delirio e la stravaganza si fondono in una storia che tutto sommato è ricca di humour, un umorismo esasperato,eccentrico,cinico. Vi si racconta di personaggi estremi,disperati,che proprio di questa negatività si fanno forza, certo i più deboli cedono, ma in chi resiste si nota,unica nota di speranza,una qualche voglia di vivere.
Oggi ci si ammanta tanto di parolacce,e certo qui non mancano,ma anche di paroloni,spesso ripetuti senza neanche capirne il significato, come sovente nel caso di”globalizzazione”. E’ un termine assai gettonato, sembra riassumere in sé tutte le colpe del mondo,McDonagh prende un minuscolo villaggio irlandese e ne fa il simbolo del malessere globale di tutto l’Occidente(vedi il titolo…)ma anche di tutto l’Universo.
Questo in particolare è un mondo di disperati,pieno di crudeltà,teso all’estremo con i rapporti tra i singoli sempre più precari,più disinibiti,e i due fratelli della commedia ne sono il tipico esempio.E per comunicare in questo mondo sembra che non ci sia altro modo che la violenza,l’invidia,l’egoismo,la vendetta. Nella bella traduzione di Luca Scarlini e nelle significative scene di Bruno Buoniincontri si snoda questa storia che vede questi due fratelli che dopo la morte del padre diventano cani e gatti.Non sappiamo se con il padre vivo tra i due ci fosse intesa,ora sicuramente c’è rivalità,ognuno vuole imporsi all’altro, a nulla servono gli sforzi del giovane prete mentre la giovane venditrice cerca di mediare portando un soffio di malizia e di ingenuità.
La commedia assume i toni di una sfida continua, a pensarci bene non è centrata soltanto sul conflitto tra i fratelli,anche gli altri hanno un loro ruolo in questo senso,cercano anch’essi di farsi protagonisti significativi.Ma le cose avvengono, influenzano un po’ tutti,trascinano inesorabilmente queste vite, con i due fratelli che litigano per un nonnulla. E non ci sarebbe niente di irreparabile se i fratelli non rivelassero un carattere e un atteggiamento talmente rigido da non poter più tornare
indietro.
Un Claudio Santamaria assai intenso e un eccellente Filippo Nigro impersonano i due fratelli, sono assai bravi e e siamo contenti di vedere che la facile popolarità che viene loro dal cinema e dalla televisione non ha sciupato le loro qualità di interpreti e la voglia di misurarsi con un testo moderno assai interessante e originale e quindi più rischioso dei soliti classici.Al successo della rappresentazione contribuiscono la giovane Nicole Murgia che sa conferire una maliziosa ambiguità al suo personaggio,e il ben centrato e tormentato padre di Massimo De Santis.
GIUSEPPE PREVITI