” DOVE SCORRE IL MALE ” – di FABIO MUNDADORI – DAMSTER EDIZIONI
17 Novembre 2015L’ANGELO DEL FANGO DI LEONARDO GORI – TEA
1 Dicembre 2015Un romanzo-inchiesta sugli ultimi giorni di Pier Paolo Pasolini e sugli anni violenti che lui ha vissuto. ” Le bombe.le fucilate e le sprangate, e tutto quello
che sta dietro,sono fatti concreti,azioni umane. Ciò che non sappiamo sta nella mente di qualcuno che non parla. Insomma non sono Misteri quelli.Sono
segreti.Segreti italiani “.
Nei primi settanta si possono leggere sui giornali frasi oscure, impenetrabili, misteriose, piene di rabbia ma che certamente colpiscono i lettori. Sono state
tutte scritte da Pier Paolo Pasolini. Il tempo passa ma evidentemente sono frasi che sono rimaste impresse in chi le leggeva allora, e tra questi vi era anche
Carlo Lucarelli e sente il bisogno di ricostruire quello che è stato detto, di seguire quello che è avvenuto, per ristabilire una verità in un apparente clima
di misteri che segreti.
In P.P.P.-Un segreto italiano non si rivolge quindi a noi il Pasolini della grande cultura ma è il Pasolini del grande impegno civile che secondo molti gli è
costato la vita. E infatti Lucarelli torna a uno dei periodi più oscuri della nostra vita recente, contrassegnato da stragi, pestaggi, atti terroristici e molti mor-
ti. Pasolini era un intellettuale ma si era attirato l’odio di molti. Lucarelli ne egue il percorso passo passo ricostruendo il periodo storico che ci accompagna
sino a quella tragica notte del 1975 in cui il poeta perse la vita. Una morte piena di sospetti, per molti una vera e propria esecuzione politica. Un altro dei
tanti Misteri italiani.
Carlo Lucarelli in questo romanzo e anche nelle discussioni che seguono la presentazione del libro riesamina la vita di Pasolini costruendo una storia che
può benissimo essere compresa tra i thriller che lui normalmente scrive. Del resto Lucarelli vede in Pasolini un grande interprete della parte più oscuradella esistenza umana, e anche i noiristi, i giallisti scrivono degli atti peggiori degli uomini.Pasolini si serviva della scrittura per parlare delle cose che non andavano e molti sono i giallisti che hanno usato la chiave del giallo per raccontarci i lati peggiori del Paese.Psolini non si è mai arreso, ha continuato
in questa sua scrittura di denuncia volendo fotografare una generazione perdente. Del reston il noir è anni che ha una valenza sociale e civile ormai ampia-
mente riconosciuta, molti scrittori hanno usato la storia ” gialla” per poter dire verità “scomode ” spesso sottaciute dagli organi uffciali e dalla stampa na-
zionale.In un certo a chi scrive noir Pasolini può ben essere assimilato se si parte dal giusto presupposto che in entrambi i casi si èuò parlare di scrittura
“impegnata”.
Certamente la morte di Pasolini ha lasciato tanti interrogativi pur se c’è sempre stato un reo confesso e Lucarelli, che per la sua carriera di scrittore e
di giornalista d’inchiesta è certamente un esperto del ramo, in questo libro e per quanto ha dichiarato, non accetta la versione dell’unico assassino.
Ma il compito che Lucarelli si è prefisso con questo suo romanzo è quello i raccontare gli anni Settanta, anni affascinanti se pur pervasi da troppa violenza,
con una serie di delitti terroristici commessi sempre per un distorto fine poiltico, che portava a ammazzare, a gambizzare, a terrorizzare. Pasolini era
un intellettuale che non aveva paura a dire quello che pensava, i suoi articoli sul Corriere hanno sempre creato riflessioni e commeti, anche profonde re-
pulse, ma nelle sue pagine si sono prefigurati tanti eventi, anche molto negativi, che hanno insanguinato la Penisola. Scrittore quindi ma profondamente
ancorato alla realtà. E con il suo delitto Lucarelli sembra volerci dire che è stato eliminato un testimone scomodo.
Secondo Lucarelli l’atteggiamento verso Pasolini è sempre stato viziato a priori, o troppa esaltazione o rifiuto totale. Non tutto di lui può essere condiviso
ma Lucarelli gli riconosce il merito di aver fatto pensare, discutere e non è un merito da poco.
Carlo Lucarelli è un ragazzino che vive in provincia, a Faenza, quando ” incontra ” Pasolini attraverso la lettura dei suoi scritti che comparivano su IL
Tempo Illustrato verso la fine degli anni sessanta, per lui quello con P.P.P. era divenuto un appuntamento irrinunciabile, gli sembrava quasi di poter
dare unA fisicità” ai loro inc0ntri virtuali.
In conclusione nel quarantennale della scomparsa del poeta friulano tra i tanti romanzi che se ne sono occupati spicca questo romanzo-inchiesta di Lu-
carelli che avanza la sua ipotesi sulla tragica morte del poeta ma nel contempo è anche la riflessione di un autore dei nostri giorni su quale insegnamento
abbia lasciato ai giorni nostri in un momento in cui l’etica civile ha sempre bisogno di esempi e sostegni, in parole povere di Maestri.
GIUSEPPE PREVITI