“WORDSTAR(S)” DI VITALIANO TREVISAN- REGIA DI GIUSEPPE MARINI
27 Gennaio 2013FANTASMI – DRAMMATURGIA DI ENZO VETRANO STEFANO RANDISI
22 Febbraio 2013Cast: Francesco Cortese Carlo Durante Antonella Iallorenzi Silvia Ricciarelli
Uno spettacolo colto, intelligente, molto teatrale. Coinvolge lo spettatore con il suo procedere tragicomico e ricchissimo di citazioni. Paladini di Francia, regista Enzo Toma, emoziona, cattura l’attenzione perché se da una parte diverte dall’altra sa anche commuovere. Basta l’inizio con quel riferimento a Le Nuvole di Pasolini, molto bella è anche la scelta degli
attori/pupi che o sostano a lato del palcoscenico o, mutando i costumi a vista, interloquiscono, parlano, dialogano . Cambiano anche i dialetti per ricordare le molte lingue della guerra,
in tutto un gioco condotto dalla voce fuori campo di Carlo Magno imperatore e regista fuori scena.
Sembra di assistere a uno spettacolo di marionette con le armature su cui si infrangono le spade, e notevole anche il movimento dei personaggi in scena ritmato come se fossero delle
vere marionette tirate per i fili.
All’eleganza e la cura del trucco e dei vestiti corrisponde la volontà di far vedere che tutto è un gioco, quello che si fa da ragazzi, con le spade di legno, con i colapasta usati come elmo. con gli oggetti di cucina, le posate o gli spazzoloni che simulano le armi, con le teste dei cavalli si cui cavalcare. Una realizzazione in effetti assai efficace.
Le battute e dialoghi sono tratte da varie fonti, lo Shakespeare di Amleto e Riccardo III ad esempio, si ricorre anche alle rime. E naturalmente ad animare il tutto i vari personaggi,
da Angelica al prode Orlando,da Rinaldo a Bramante, da Astolfo a Fiordiligi.
Bravissimi gli interpreti Silvia Ricciarelli, Antonella Iallorenzi, Francesco Cortese, Carlo Durante che interpretano alternativamente sia maschi che femmine, tutto all’insegna di un gioco di guerra. Continui i richiami a tante esperienze letterarie o anche a fantasmi di tanti pesonaggi del passato, Astolfo arriverà sulla Luna e si richiamerà anche a quel grande sognatore
che fu Don Chisciotte.
Tra i tanti omaggi, oltre quello a Pasolini, c’è pure quello alla voce di Modugno. E si termiba con lo strazio dei morti di Roncisvalle con il rimpianto di non poter più ammirare le bellezze
dell’Universo.
Francesco Niccolini ha così creato un testo che si richiama ai giochi dei bambini, giochi spesso di guerra, e si rifà al teatro dei burattini con le armature, le armi, i movimenti, le voci.
E ricorda la celebre leggenda di Carlo Magno re di Francia e dei suo paladini. Sinonimo sicuramente di guerra, di conquiste, di battaglie, sinonimo di tragica morte su un campo di battaglia con i corpi che giacciono fatti a pezzi. E certo non sfugge la similitudine con i campi di battaglia della realtà, dove altrettanti morti riposano al suolo. E Niccolini dice che tutti questi caduti, uomini o marionette che siano, vanno ricordati e rispettati.
Per narraci della bellezza e della tragicità della vita rievoca la storia comica e drammatica dei paladini di Francia, da quando Angelica arriva a corte dal Katai sino al massacro di Roncisvalle.
Sono passati vari secoli, certi miti, certi personaggi fanno ancora parte del nostro immaginario e sempre trovano e troveranno qualcuno che le racconta, questo è poi il senso
di questo spettacolo.
Niccolini ama le similitudini e come Pasolini fa raccontare ai suoi attori/pupi la storia di Otello, così lui da quelle marionette ci fa raccontare le gesta della bella Angelica, del prode Orlando, Rinaldo e degli altri eroi sino allo scontro finale di Roncisvalle dove tutti cadranno e i loro corpi senza vita giaceranno abbandonati, guardando verso il cielo e chiedendosi cosa siano le nuvole.
GIUSEPPE PREVITI