” IL CADAVERE VOLUBILE” – Incubo ad Avigliana per il Cardo- DI MASSIMO TALLONE-FRATELLI FRILLI EDITORI
24 Dicembre 2016” IL PRINCIPATO- STORIE DI RADIO E ROCK’N’ROLL ” DI FREDERICK VAN STEGEREN ( Federico L’Olandese Volante- Arcana Storie
10 Gennaio 2017Maurizio De Giovanni raggiunge la fama con la creazione del comissario Ricciardi che opera nella Napoli degli
Anni Trenta e a cui ha dedicato sette romanzi. Ma dal Metodo del coccodrillo inizia una nuova serie di romanzi,
ambientata nella Napoli di oggi, protagonisti i c.d. Bastardi di Pizzofalcone, cui seguiranno altre tre storie, sempre protagonisti gli uomini di un commissariato del centro città.
Torna di questi giorni in scena la sgangheratan e pocon considerata squadra investigativa creata dal nostro
autore in Pane per i bastardi di Pizzofalcone. Ecco di nuovo in scena i nostri investigatori impegnato in una
vicenda che potrebbe anche essere la chiave per essere finalmente considerati una squadra investigativa “ve-
ra” e capace.
Naturalmente sullo sfondo campeggia Napoli, una città come sempre pieana di vita, di umori, di contrasti, di
sensazioni, di diversità da un quartiere all’altro, e come sempre tanta vita e tante vite.
Ma questa storia comincia dal pane, anzi con il pane migliore della città, infatti qualcuno ha assassinato uno dei
più celebri panettieri della città, la mattina presto, in un vicolo, mentre fuori del forno assaporava un panino
appena sfornato.
E si scatena una violenta contesa di competenze, tra i Bastardi, subito giunti sul posto, e i superpoliziotti della
Dia che ritengono che l’omicidio sia di stampo mafioso, mentre l’ispettore Lojacono esclude che si possa trattare
di un delitto legato alla criminalità organizzata.
Secondo gli indizi raccolti l’ispettore propende per tutt’altre motivazioni e riesce a convincere superiori e colle-
ghi della bontà delle sue intuizioni. Ci sarà quindi una sorta di gara fra gli uomini del commissariato più denigrato della città e i gli uomini della direzione Antimafia, guidati dal magistrato del momento, il procuratore
Buffardi. Ma i nostri seguono….l’odore del pane e alla fine dimostreranno di essere i migliori.
Tornano il commissario Palma (Gigi), il sostituto commissario Pisanelli (Il presidente), l’ispettore Lojacono (
Il cinese), Romano (Hulk), Ottavia (Mammina), Alessandra (Alex), Marco Aragona (Serpico) e anche il loro
nume tutelare, la dottoressa Piras. Torna questo gruppo di pazzi riunito per caso a Pizzofalcone,,ognuno con
un soprannome che forse nelle intenzioni doveva essere infamante ma che poi invece ha “codificato” i rispetti-
vi ruoli, creando una sorta di famiglia allargata, certo ognuno con i suoi problemi ma con la particolarità che
più che questi stavano venendo in luce le rispettive qualità.
Giuseppe Lojacono e il collega Francesco Romano sono chiamati di prima mattina, un uomo,un panettiere,
è stato ucciso all’alba in un vicolo vicino al commissariao. L’ispettore ha appena il tempo di osservare la scena
che giungono sul posto poliziotti della Dia e li vogliono mandare via, il caso non li riguarda, secondo il magistra-
to Buffardi, simbolo della lotta alla mafia e ormai grande star televisiva, Pasqualino il panettiere doveva essere
l’importante testimone in un processo a una cosca mafiosa ed ecco perché è stato eliminato. Ma Lojacono, oltre
a essere un buon poliziotto, è un uomo molto fermo nelle sue convenzioni tanto da convincere il suo capo, i suoi
colleghi e il magistrato Laura Piras che per trovare il colpevole bisogna battere altre strade.
Maurizio De Giovanni stavolta ci vuole ” tifosi” dei Bastardi, chiamati a una partita apparentemente impossibi-
le, come mettere a confronto gli scalcinati eroi di Pizzofalcone e la supersquadra dell’odioso Buffardi ?
Molti in questa storia i riferimenti a quanto è avvenuto nel romanzo del loro esordio, anche allora, Lojacono,
solo contro tutti , (Il metodo del coccodrillo), fece valere la sua idea contro il parere di tutti gli altri. Stavolta
però è tutto il gruppo a giocarsi la testa, questi poliziotti sono considerati degli scarti, tutti segnati da gravi col-
pe o omissioni, la loro fresca ritrovata reputazione si gioca tutta sulla supposta verità di questo delitto. Ma ora
hanno un compito ancora più pesante, dimostrare di essere dei poliziotti a pieno titolo, capaci di guardare a
testa alta anche quelli di serie A.A
Nel proseguio dell’indagine si intrecceranno vari fatti, ma DE Giovanni come è suo costume non si limita allo
sviluppo della trama. Lui è un vero creatore di atmosfere e di personaggi che vanno molto al di là della lettera-
tura di genere. Il personaggio che più resta impresso è quello del panettiere, la vittima. Un esteta del suo me-
stiere, ripete ogni giorno il rituale della lievitazione del pane, che esegue ogni mattina personalmente. Un lievito
particolare secondo la ricetta tramandata in famiglia di padre in figlio (Acqua d’a funtanella; farina d’o’ campo
‘e grano;mosto d’a cullina;merda d’o pullidro ). La rievocazione di un mondo lontano, un misto di sacrifici, di
dedizione, di antichi valori. E guardate come porta lontano la storia di un panino….
Con Pane siamo al quinto atto di una serie con episodi di per sè autonomi, anche se i principali personaggi li ri-
troviamo di racconto in racconto. E presto li vedremo anche in televisione…
Qui De Giovanni arriva a colpire ancora di più il lettore , la struttura del racconto parte come una favola, con
la storia del lievito prima e con quella del Principe dell’Alba poi. Sono favole che Peppiniello racconta al nipote
Totò a cui sarà poi affidato il compito di continuare la leggenda del lievito madre. Poi c’è Napoli, la città, le
sue strade, i suoi vicoli, i suoi abitanti con i loro problem, , le loro traversie. Già, perché al giorno d’oggi anche
il pane può essere un problema, specie per chi non se lo può permettere.
Naturalmente c’è poi la storia con il suo delitto, le indagini, gli intrecci delle vite dei protagonisti con la loro
vita professionale.
L’autore è anche abile nella gestione della squadra, nel senso di voler offrire una chance a tutti , stavolta sono
Alex , Marco e Mammina a assumere via via il ruolo di protagonisti.
Forse in questo romanzo appare un po’sacrificata l’azione ai dialoghi teneri tra Romano e Giorgia, tra Palma e
Ottavia, o ferocemente violenti come tra la Piras e Buffardi.
Ma Pane è anche un’indagine sull’animo umano ma non solo, il narrare fatti, episodi, mestieri porta anche ad>
accostarsi a vari temi presi dalla realtà, così si parla di stalking, di sfregi con l’acido muriatico, di violenza do-
mestica, delle difficoltà delle adozioni. Insomma un caleodoscopio di eventi a corollario di quello principale.
E se la storia quindi è ambientata a Napoli, è anche vero che l’autore riesce a renderla universale, cantando
virtù e vizi della natura umana, ma sempre con l’intento, pienamente riuscito, di essere sempre aderente alla
realtà. Una realtà- come dice Pisanelli- fatta di ore che passano, ore belle e ore brutte, a volte dure da soppor-
tare, ma -ripete – questa è la realtà.
Ormai questi personaggi di Pizzofalcone hanno acquisito una loro forza espressiva, sembra quasi che il lievito
madre ha fatto effetto anche su di loro, non più simulacri, più o meno stereotipati, ma uomini e donne con i
loro problemi, cosa del resto comune a tutti noi.
Maurizio De Giovanni non si dimentica di quello che è stato un po’il suo ispiratore, Ed McBain, e gli dedica
il libro, ma riteniamo che ormai l’autore napoletano possa essere lui stesso considerato un capostipite di
una narrativa sì popolare ma di grande significato.
GIUSEPPE PREVITI