“LA FAME DEL CIGNO” di LUCA MERCADANTE-SELLERIO EDITORE- 13.02.2025
13 Febbraio 2025” ODISSEO” DI ANDREA FERRINI- ALBATROS- 27.02.2029
27 Febbraio 2025Questo romanzo, Partire è un po’morire, comincia , se vogliamo , dalla fine.Non vi voglio rovinare la lettura o anticipare alcunchè, anche perchè si
parla di un giallo. Ma molti vanno in libreria e curiosano tra i libri in mostra(ma davvero va ancora così?) e se leggono le note di copertina non
vi rivelerei niente che non possa essere rivelato, visto che vi viene già…spiattellato sulla copertina.
Al tempo, Costanza Broni, giornalista, sta per lasciare Siena dove era tornata perché nominata direttore di un nuovo giornale. La sua è una partenza
forzata, sotto scorta, la sua vita è in pericolo e i carabinieri devono condurla in un luogo sicuro. Ma prima di lasciare la città, che poi è la sua ,in cui lei infatti , senese di nascita, era tornata piena di ambizioni per il nuovo prestigioso incarico di dare un grande giornale alla città.E per di
più alla testa di una redazione giovane e abbastanza improvvisata, che lei appunto dovrà motivare, o meglio ancora “creare”per rispondere alle aspettative dei finanziatori.
Questa inziativa durerà un mese o poco più,perché in questo periodo accadranno vari eventi, e così ecco che in un mattino di fine estate si troverà su
una macchina dei carabinieri in partenza verso una destinazione ignota ma sicura per la sua esistenza. C’è qualcuno che la vuole uccidere…
“Partire è un po’morire” recita un vecchio detto,e Costanza Broni,lo pensa quando sta per lasciare Siena in quanto minacciata di morte, e dove il suo soggiorno era stato forzatamente breve.Ma prima di lasciare la città, chiede di fermarsi qualche istante in una piazza, conosciuta come il prato di
Sant’Agostino.Una partenza che le pesa, ha dovuto lasciare Adelina e Guendalina, le sue gatte,e le mancheranno i loro tributi d’affetto.Come le mancheranno le sue amiche e il suo uomo.Intanto nota che nella piazza non c’era più un vecchio albero, che ormai era diventato secco secco,e faceva da sgabello, o meglio da sedia alle mamme e alle nonne che si fermavano li mentre i bambini correvano e giocavano. Ma questa vitalità contrastava con la sua ansia e le sua vo necessità di capire perchè doveva fuggire dalla sua città, in cui tanto aveva desiderato di tornare.E quindi si tormentava chiedendosi perché stava vivendo tutto questo.
Questo libro vuole essere la risposta a questo quesito.LUIGI BICCHI lascia la serie ispirata a un maresciallo dei carabinieri, Casati,per portare avanti un nuovo personaggio, appunto Costanza Bruni,una giornalista, che già era apparsa in quella serie, ma qui ne diviene la protagonista.
In “PARTIRE E’UN PO’MORIRE” ci si fa vivere un mese a Siena pieno di fatti, incontri minacce,ed ora eccola in un luogo della sua infanzia, quel prato di
Sant’Agostino, dove si è voluta fermare prima di lasciare la città.IL capitano Azzariti e l’appuntato Messeri , che tutta la notte hanno vegliato in macchina sotto la casa dove la donna ha dormito,sollecitano la partenza, sanno che è in pericolo, ma non le vogliono negare questa ultima sosta.
IL fatto è che lei ha l’unica colpa di aver fatto solo quello che le comanda la sua professione e raccontare quindi i fatti, nel nostro caso una brutta storia di Eco-mafia sullo smaltimento dei rifiuti. Tutto era partito da una inchiesta giornalistica partita per scoprire cosa aveva provocato la spietata esecuzione di due carabinieri alle porte della città.Incidentalmente in quel luogo vi eran0 anche personaggi assai influenti nella vita cittadina e a completare il tutto in città era comparsa una notissima influencer venuta a rimettersi delle fatiche del parte, e vittima del rapimento del neonato, poi
fortunatamente ritrovato sano e salvo.
Era venuto alla luce tutto il marcio che ammorbava la gestione della cosa pubblica, qualcuno evidentemente non aveva gradito, si erano inserite altre
storie di tempi passati, e alla fine ecco le minacce di morte.Ma nel tempo che aspettava di partire andava pensando a quanto era capitato in quei giorni e tanti dubbi le venivano in mente: “Perchè sapevano tutto prima di lei?”Perché la volevano uccidere ?” “Che vita l’aspettava d’ora in avanti?” “E il suo compagno l’avrebbe aspettata ?”§
LUIGI BICCHI fa parte di quel nutrito gruppo di autori che sono alla base del giallo nostrano, un gruppo abbastanza folto, poi è che chiaro che ci siano i più famosi e quelli meno, ma quel che conta è la voglia di scrivere, di raccontare delle storie e anche di pubblicarle e non tenerle nel cassetto. I; tutto al servizio di un genere letterario che non è venuto mai meno in questi ultimi trenta anni-
Luigi Bicchi ha iniziato a pubblicare nel 2004, come giallista ha ideato una serie imperniata su un maresciallo dei carabinieri, Casati, che compare in
otto storie dal 2014 al 2021.
In questo nuovo romanzo Bicchi ci ha sorpresi passando dal minimalismo del seriale ambientato in un piccolo centro, con protagonista un maresciallo dei ca-
rabinieri. Sulla faccenda del “minimalismo” magari dovremmo andarci più piano,se si pensa a una certa Agatha Christie e alla sua Miss Marple che vive in un
villaggetto. In altre parole è il respiro che si da alla storia che conta più di dove la stessa è ambientata.
Con “Partire è un pò morire” la protagoniste è il direttore di un giornale e questo serve ad allargare i temi che vengono affrontati nelle indagini relative. Si va dall’omicidio alla corruzione, dalla mafia politica a quella ecologica, dal terrorismo all malavita internazionale.La sintesi di questa storia è in due affermazioni, “Partire è un po’morire” perché ti stacchi dalla vita giornaliera, dalle certezze quotidiane, e non sai cosa ti riserva
il futuro. E poi ancora “Da chi me l’ha fatto fare ?, ovvero i rischi di uscire dalla normale routine. Costanza ci ha provato, ma non è dettp che abbia
sbagliato…A…Luigi Bicchi le prossime risposte.
GIUSEPPE PREVITI
Ecco, questo libro è un po’la risposta a tutto questo