” LA MEZZALUNA DI SABBIA” DI FAUSTO VITALIANO – BOMPIANI
3 Luglio 2020” SA MORTA SECADA” DI NICOLA VERDE- FRATELLI FRILLI EDITORI 7.O7.20
7 Luglio 2020Protagonista di questa storia un magistrato di oltre 60 anni, Roberto Doni, sostituto procuratore a Milano, una persona per bene, sobrio, formale, mai oltre le righe. Ormai è a
un passo da chiudere la carriera con un’agognata promozione, ma a un dato momento un caso in cui sosterrà l’accusa di li a poco gli fa capire quanto sia inutile parlare di giustizia , o meglio, quanto è inadeguata l’idea di giustizia per cui lui si batte.
E se si guarda attorno non ha particolari pretese, lui si aspetta solamente di avere quanto gli è dovuto, anche perché è naturale che sia così. Conduce una vita agiata a Milano che
pensa di conoscere bene, ha una bella moglie,una figlia che gli studi hanno portato negli Stati Uniti e lui si sente un po trascurato da lei così lontana. Insomma una vita tran-
quilla, qualche chiacchierata con i colleghi, il ricordo sempre vivo di un collega coraggioso, rimasto vittima dei terroristi.
Dovrà a breve sostenere l’accusa contro un giovane immigrato tunisino, accusato di avere sparato a una ragazza che è rimasta paralizzata. Un caso clamoroso di cui si è parlato molto, sino alla cattura del colpevole “ideale” per tutti, appunto questo ragazzo tunisino. Improvvisamente gli si presenta in ufficio una giovane giornalista che gli rivela che
questo giovane non c’entra nulla con quel fatto e che quindi va assolto. Lui l’ascolta e stranamente resta colpito dalla freschezza e dalla convinzione assoluta della donna, il che
gli ricorda gli antichi ideali di gioventù e così inizia una inchiesta un po’particolare, quasi…sommersa, che lo porta a conoscere una Milano diversa, nuova per lui, vitale, carica di motivi e di sensazioni, una Milano che non si vuole accontentare delle parole ma vuole invece dei fatti che dimostrino che la giustizia è uguale per tutti. E per lui c’è la scoperta
o la considerazione del bisogno di essere un amministratore imparziale della giustizia, al di sopra di tutto,anche della propria carriera, dei propri affetti, della propria convenienza.
Ed ecco il dilemma per quest’uomo che fa parte di una società che si scopre “nuda” di fronte alle decisioni che dovrà prendere, o, meglio, è lui che si trova a dover decidere e
quindi è lui che si sente solo e troppo fragile, qualunque decisione possa prendere. Un romanzo maturo,importante, commovente,anche appassionante, che appartiene a quella serie di romanzi “civili” il cui capostipite è stato Leonardo Sciascia. GIORGIO FONTANA ambienta PER LEGGE SUPERIORE in una Milano “piatta”nella sua normalità, una
città abitudinaria con i suoi riti consumistici, e con i suoi percorsi obbligati e abitudinari. Ci troviamo di fronte a una sorta di romanzo-denuncia che scava nell’animo di un im-
portante magistrato, un sostituto procuratore generale, che si troverà di li a poco a dover giudicare un innocente che è in galera. Ma se lui dichiarerà questa innocenza, salteranno carriera, affetti,amicizie,.abitudini. Veramente in bel personaggio quello di Roberto Doni, un uomo comune, con i suoi hobby, le sue manie, ma anche con i suoi dubbi,le sue incertezze, ma anche con la consapevolezza che questo mondo non va.
In una Milano affatto di maniera, notevoli le descrizioni del Palazzo di Giustizia che costruito com’è sembra un colosso di argilla, e dei tanti riti della borghesia milanese. Ma
tutto cambia quando viene letteralmente “braccato” da una giornalista che lo vuole convincere dell’innocenza di quel giovane imputato, e lo porta fuori dei suoi schemi, gli fa
conoscere un’altra Milano, con altre realtà, altri personaggi, e lui ne rimane così colpito da dover rivedere la sua vita, le sue convinzioni, ma massimamente di come vada applicata la giustizia.
Può una città influenzare un uomo a tal punto da fargli cambiare prospettiva di vita ? Certamente le parole della ragazza, la sua freschezza, la sua tenacia colpiscono il dottor Doni, fanno breccia in quegli schermi protettivi dietro cui si nasconde, il lavoro, le sue regole, la casa, la musica classica, innocente trasgressione delle sue serate, come gli
acquisti di cibo e di abiti costosi. Ma ora che ha scoperto un’altra faccia di Milano, che ha parlato con questa giornalista molto meno “imbalsamata”dei suoi amici e dei suoi colleghi, ora che ha parlato molto francamente con sua moglie che di fronte ai suoi dubbi sa solo mostrargli la paura di perdere i loro privilegi, ora che neanche il suo vecchio
maestro non la sa consigliare, capisce che sarà lui a dover decidere.
Un romanzo di alto impegno, la storia di una crisi, la caratterizzazione assai profonda dei vari personaggi, la visione di una Milano descritta nelle sue strade,nei suoi locali,
nel suo desiderio di esistere.
GIUSEPPE PREVITI