ALLA SCOPERTA DEL FESTIVAL DI COURMAYEUR
2 Dicembre 2010I LUOGHI DI MAIGRET:PARIGI N°2
6 Gennaio 2011In questi giorni sui giornali si è avuta notizia di un documentario girato per la mitica BBC dal giovane regista
inglese Francis Welch e dal titolo “Italian noir”. Con questa realizzazione l’emittente inglese si propone di
raccontare il nostro Paese attraverso interviste a storici,letterati e scrittori di cose criminali, questi tutti italiani.
Anzitutto va messa in evidenza questa presa di visione dell’Italia al di fuori dei soliti abusati stereotipi, mandolini,spaghetti, latin lovers,, qui invece è vista in una prospettiva diversa cioè quella che ha a che fare
con i cadaveri, le violenze e i morti eccellenti.Welch è venuto in Italia per documentarsi su tante fasi della nostra storia di questi anni e che certamente presenta tanti lati oscuri. Nello stesso tempo la sua indagine si è anche
addentrata nella ricerca delle origini del noir di casa nostra.
Il nostro passato recente è ricco di episodi sanguinosi, spesso mai risolti, con ferite difficilli da sanarsi: Piazza Fontana, Aldo Moro, gli anni di Piombo, la strage di Bologna e tanti altri fatti ancora.Nel Paese si è
radicata una rete di sospetti, tante storie spesso non hanno trovato una soluzione chiara. E quindi anche chi
si è occupato di questi fatti con l’intenzione di narrarli non ha potuto farlo se non tenendo conto di questo particolare sfondo sociale e politico.Il malessere sociale sempre più diffuso può incrementare i delitti, il sistema di corruzione imperante a tutti i livelli contagia gli individui, e poche volte si registra il lieto fine.
L’autore del documentario si è poi rivolto, per coglierne impressioni e testimonianze ad alcuni grossi personaggi del “noir italiano” da Camilleri a Carlotto,dalla Baraldi a De Cataldo a Lucarelli. Ma prima di riferire le loro impressioni va dato grosso merito a chi in questi anni scrivendo trame noir spesso ispirate ai fatti di cosa nostra
ha intanto assolto il compito di tramandare tante vicende ai posteri, nel silenzio più o meno assoluto delle fonti ufficiali, oltretutto spesso portate a processi di “revisione” molto discutibili. E i nostri noiristi hanno assolto
anche ad un altro compito importante, quello di supplire a una sempre più preoccupante rarefazione del giornalismo d’inchiesta o investigativo.
Welch parla poi con i nostri scrittori. Andrea Camilleri disserta sul suo eroe, il commissario Montalbano e ne decanta l’amore per la vita,il mare,il cibo, le belle donne in quell’angolo di paradiso che è Vigata. Montalbano è
un italiano bravo, e non guasta, sta dalla parte della legge di cui è uno strenuo difensore. Ma la mafia, vi
chiederete? La mafia esiste, esiste, dice Camilleri, ma lui nelle sue storie non la vuole nobilitare, ponendola
in primo piano, non vuole correre il rischio di esaltarla.
Massimo Carlotto ci dice che è approdato alla scrittura dopo una vita molto tormentata e ci racconta la sua odissea di perseguitato della giustizia, la fuga all’estero, la cattura, la tortura,la prigione. La sua scrittura è partita quindi da presupposti molti autobiografici, nella sua vita ha conosciuto tante persone, non sempre raccomandabili,ma questo gli ha permesso di raccogliere tante informazioni e tanto materiale che ha poi travasato nei suoi libri. Carlotto ha anche ribadito la funzione in un certo senso storico-sociale del noir
in mancanza di storici e giornalisti capaci.
Giancarlo De Cataldo è molto legato al suo “Romanzo criminale” dove ci fa rivivere la livida saga della Banda
della Magliana, una storia violenta, certo molto “romanesca”ma non per questo meno degna di una costruzione
di respiro internazionale.Ma oltre a questi fatti criminosi all’autore pone evidenziare il “demonio”che abita negli
esseri umani e che provoca questo tipo di azioni.
Barbara Baraldi ambienta i suoi romanzi nella Bologna di oggi, dove una “giustiziera della notte” si incarica
di difendere o vendicare le donne vittime di violenze.La domanda che la scrittrice pone è “Perchè una donna
uccide?”, e la risposta la potremmo trovare nella troppo violenza esercitata contro il sesso femminile.
L’ultimo scrittore intervistato è Carlo Lucarelli, presentato anche come autore di programmi televisivi “true crime”. Lucarelli parla di un Paese in cui è venuta meno la fiducia, la realtà in cui si opera e di cui si scrive
presenta molti lati oscuri, secondo lui gli scrittori italiani la sanno raccontare, ma osserva amaramente”
non abbiamo gli strumenti per cambiarla.”.
Welch coimunque sa che il “noir italiano”non è nato oggi e quindi, accanto a questo excursus con i noiristi
moderni,va indietro nel tempo. Per lui i “padri nobili”n del noir italiano sono Carlo Emilio Gadda e Leonardo
Sciascia. Con il “Pasticciaccio” Gadda attraverso una crime-story investigò sulla natura del fascismo, Sciascia
ha ripreso questa linea narrativa melle sue storie di tipo sociale e politico, fissando in un certo senso i
canoni del noir italiano.
Queste linee fondamentali attribuite ai nostri noiristi, spesso animati dalla volontà di investigare sui lati oscuri del Paese, sono state riconosciute valide come base di partenza anche dai tanti studiosi ed esperti inglesi
presenti in studio. Potremmo concludere che per il regista Franc is Welch e i suoi ospiti questa è la vera dimensione del “noir italiano”.
Noi italiani siamo sempre un pò esterofili, basta vedere come ultimamente siamo stati contagiati dalla”moda svedese”, vai a vedere che in Inghilterra ci si avvii a una “moda italiana”…..
GIUSEPPE PREVITI