ARTISTI MALEDETTI: BILLIE HOLIDAY : UNA VOCE TRAGICA
9 Maggio 2018IN RICORDO DI ANDREA CAMILLERI
20 Luglio 2019Oggi pubblico un ricordo di mio nipote Vittorio, 14 anni, dedicato da lui allo zio Giuliano, scomparso più di un anno fa. Lo pubblico
unendomi al ricordo incancellabile di mio cognato, ma lo pubblico perché secondo me Vittorio sa scrivere, spero che qualcuno lo
legga e magari , non con gli occhi del nonno, dica se potenzialmente ci sono le doti di uno che sa scrivere.
PER LO ZIO
Dopo il cancello verde che dà sulla strada c’era il prato, il tuo pratino. Sempre ben curato ” il pratino”, come lo chiamavi tu, era una bel-
lezza per gli occhi. All’ombra della casa, la tua casa, e della tinaia, per le poche parti dove il sole batteva, risplendeva di smeraldo e ti faceva
venire voglia di buttartici dentro a cercare pietre preziose.
Le rose della zia avevano meno radici e cascavano più belle che mai, gli oleandri creavano una specie di foresta e i cactus e le piante grasse
recuperate da te durante i nostri tanti viaggi erano come guardiani alla tua porta che solo su invito poteva essere varcata.
Il cortile dove io e Cesare combattevamo con le gigantesche spade che tu ci avevi fabbricato quante risate,quanti giochi e quante ferite di
guerra ! La macchina sempre parcheggiata nello stesso modo, pericolosamente vicina ai nostri giochi.
Compagno di merende, bagni e barzellette ! In queste ultime eri un asso, il mio mentore ! Se sono ciò che sono è merito tuo.Mi hai insegnato tu a far ridere le persone e per questo non ti ho ringraziato mai abbastanza.
Da quando non ci sei più tutto è andato un tantinello in malora, la zia da sola non ha il tempo di stare a Sant’Alessio.La natura ha preso
possesso di ciò che le spetta, il pratino è selvaggio,alto e libero, l’oleandro si è ingrossato e allungato fino a coprire quasi il terreno, divenendo quasi un tendone naturale. Le rose sono cresciute e si sono moltiplicate, sono rosse come il sangue che ribolle nelle vene.
Tra le pietre dell’aia sono cresciuti steli di erba e sono nati formicai, gli stessi che coprivi di benzina e deflagavi.
La tua tinaia, il tuo antro dove davi sfogo a tutte le tue idee, ad oggi ci sono tutti i tuoi attrezzi, i quadri, opere finite e non.
E da quando non ci sei più regna un po’ di nostalgia , nostalgia dei tempi passati e nostalgia del nostro rapporto.Il mio unico rimpianto?
Non essere salito su un treno ed essere venuto a trovarti. Un rimpianto che mi martella il cuore e che mette a dura prova le mie certezze.
Perché mi manchi, mi manchi molto e mi mancano le nostre risate, le tue battute, le tue sfuriate, mi manchi tu: ZIO .
Testo di Vittorio Parlanti