“BB E L’ENIGMA DELL’IGNOTO ATTENTATORE” DI LAURA VIGNALI I LIBRI DEL GATTO NERO
15 Dicembre 2012” ANNUARIO DEL GIALLO E NOIR 2012″ – DI GIUSEPPE PREVITI- MARCO DEL BUCCHIA EDITORE
17 Dicembre 2012Il commissario Policarpo Solleone della Questura di Torino viene inviato dal questore ad Ivrea per aiutare i colleghi del locale commissariato impegnati in una serie di indagini su alcuni omicidi che si teme siano seriali.
Il commissario è un tipo eccentrico, vedovo, obeso, conduce una vita molto solitaria nel ricordo della moglie scomparsa, unica passione i gelati. Abituato alla solitudine segue i propri ragionamenti e le proprie riflessioni anche in tema di lavoro, certamente non è il più portato al lavoro di squadra.
Proiettato nel gran calore di una estate caldissima riuscirà a collegare tra loro una serie di delitti legati alla Pera Cunca, un enorme masso che serviva da altare per i riti della popolazione
celta che abitava in quelle zone cinquecento anni prima Cristo.
Naturalmente dovrà affrontare la suscettibilità dei colleghi del posto, la diffidenza dei superiori, il caldo torrido ma alla fine Solleone dimostrerà di aver avuto l’intuizione giusta.
Jacopo Chiostri, giornalista, ormai c’ha preso gusto alla sua attività di scrittore di gialli. Stavolta ci sorprende davvero, intanto lascia la sua Firenze e ci porta in Piemonte, dove immagina una storia ricca di morti ammazzati nella zona di Ivrea.
Ma ci meraviglia anche con un titolo singolare Pera cunca e la collana di morte, e la domanda più spontanea che viene prendendo in mano il libro è ” “Ma che sarà mai questa Pera Cunca?…”. Chiostri costruisce una storia che lascia con il fiato sospeso come ogni thriller che si rispetti. Ma è una storia dove si mescolano varie cose, dai fatti che via via animano la vicenda come una serie di delitti che poi si scopriranno legati tra loro ad una serie di situazioni che rimandano a un passato assai lontano e che fanno riferimento alla religione, alla storiua e all’archeologia.
Chiostri crea un nuovo personaggio, il commissario Policarpo Solleone, già il nome è tutto un programma, ma l’autore gioca molto sull’eccentricità in tutti i sensi del protagonista. Però
è molto attento a non farne una macchietta, Solleone assume in pochi tratti la statura di una figura viva e credibile. Non ha certo le phisique du role, basso, grasso, veste all’antica. Un uomo metodico che sembra avere come ragione di vita il culto della moglie scomparsa. Ma a questa descrizione certo non particolarmente esaltante corrisponde la figura di un uomo tutto di un pezzo, che sa fare il suo mestiere, non esitando a mettersi contro tutti pur di far valere quello che gli sembra giusto per arrivare alla verità. E questa scoperta dell’ “uomo” Solleone ce lo
rende più simpatico, più vicino, in sostanza gli danno credibilità non solo dal punto di vista professionale ma anche gli conferiscono spessore e statura da personaggio, che quindi va accettato con tutte le sue debolezze e le sue capacità.
Chiostri è un autore sin qui fiorentino in omaggio alla sua origine ma non ha esitato a mettersi in gioco andando a cercare un’ambientazione fuori della sua città e sicuramente questo è un titolo di merito, palesando la voglia di andare oltre la localizzazione locale. Oltretutto si rivela un ottimo conoscitore del Piemonte, dei suoi riti, di certi remoti passaggi della sua storia.
Jacopo Chiostri è abile nel creare l’atmosfera adatta al thriller, alternando brevi visioni delle città a quelle più descrittive delle campagna, delle fattorie, dei boschi intorno ad Ivrea.
Molti sono i personaggi che animano la storia, assai azzeccato il quadro dei poliziotti e dei magistrati, dipinti con toni non molto teneri. Sembra di rivivere, per chi ha pratica di uffici,
l’atmosfera di questo commissariato di provincia dove si vedono piombare uno da fuori, subito mal sopportato e mal tollerato, poi addirittura osteggiato come un intruso, ma Solleone
ad onta dell’apparenza saprà farsi rispettare….
Del resto le cose migliori del romanzo stanno proprio in questi squarci di vita vera, Solleone che colloquia con il ritratto della moglie, Solleone che litiga con il collega o con il giudice, Solleone che non molla mai.
Una storia ben scritta, ben supportata dal punto di vista del giallo, interessante per i riferimenti storici, ma anche molto “reale”.
GIUSEPPE PREVITI