“LA CONFRATERNITA”DI MANUELA BENASSI-SIRIO EDIZIONI
27 Luglio 2011” E 3 ” DI ANNA MARANI – ELENA TORRE ROMANO EDITORE
5 Agosto 2011Marco Trogi è nativo di Pisa, ha compiuto i suoi studi a Pietrasanta e Ferrara dove si è diplomato in arte grafica.E’ un artista versato in più generi, in primis la musica,
poi l’approdo alla pittura, con una particolare tecnica sui dipinti a olio su tela. E infine scopriamo il Trogi scrittore con il romanzo d’esordio “Persone che non c’erano”.
E’ anbientato nella Viareggio del carnevale: vi vive con la famiglia Laura,una ragazza un pò bruttina, con i genitori Mario e Rosa,proprietari di una trattoria. La madre è assai comprensiva,il padre è più burbero,ma fondamentalmente è un buon uomo attacatissimo alla famiglia che si completa con un fratello e una sorellina.
Ma la loro vita tranquilla è improvvisamente scossa prima da un’incursione….telefonica nella vita di Laura e poi da una serie di omicidi il cui unico filo conduttore sono dei fili di perline lasciati sui cadaveri.L’indagine si rivela assai complicata e difficile per il duo di investigatori del commissariato di Viareggio che se ne occupa,l’ispettore Vannucci e il suo assistente Rizzo. Intanto nella città domina la paura…..
Ma perchè l’assassino vuole la ragazza?Si susseguono i misteri e i colpi di scena finchè si arriverà a una verità abbastanza imprevedibile.
Un esordio nella lettaratura dove sfruttando la chiave del thriller Marco Trogi affronta un tema quanto mai di attualità,ovvero la diffusione che hanno tra i giovani le chat line,i social net-work,strumenti quanto mai in voga per comunicare e socializzare tra loro.Chiaro che in questo cominarsi senza controllo si possono nascondere dei pericoli,delle insidie e quindi occorre prestare molta attenzione a queste nuove forme di incontro nello spazio.
Il nostro autore trae lo spunto da una vicenda realmente accaduta a Viareggio a lui e la sua famiglia, vicenda peraltro conclusasi felicemente.Riferendo quindi a questa esperienza personale che poteva avere conseguenze assai amare per lui genitoree per sua figlia bersaglio on line e di cui stava perdendo il controllo,Trogi immagina una storia utilizzando proprio quei ricordi,quelle paure, dando vita a una vicenda di fantasia,che tenesse però conto delle sue ansie e delle sue paure.
Un libro che si addentra nelle difficoltà, negli oscuri meandri della nostra società, ne fotofrafa le paure,facendoci rivivere le ansie che i genitori dovrebbero avere verso quel mondo virtuale che tanta parte occupa nella vita dei nostri figli.Per ottenere questo risultato l’autore usa una forma narrativa in terza persona ma molto diretta,con un linguaggio che spesso usa il vernacolo “viareggino” proprio per dare alla storia un maggiore senso di realtà e di aderenza all’ambiente in cui si svolge.
Ma si è voluto anche dare la sensazione della precarietà dei nostri rapporti e delle nostre sicurezze,chiunque potrebbe trovarsi improvvisamente invischiato in
qualcosa di veramente brutto.Lo stesso autore,che si reputa fortunato nell’essere intervenuto a tempo,si chiede cosa si possa fare per evitare tutto questo.L’intento di “Persone che non c’erano”non è tanto di demonizzare strumenti che fanno parte del progresso,semplicemnte ci vuol fare riflettere sull’uso che si può fare degli stessi e anche degli indubbi limiti che non vanno mai trasurati.
Il messaggio che questo romanzo offre è soprattutto rivolto ai genitori che dovrebbero saper interpretare le paure dei propri figli, i loro reconditi pensieri,i loro sogni,
anzichè farli rifugiare nell’effimero e nel virtuale.
Dietro a tutto la vicenda gialla vera e propria,con rapimenti,minacce,omicidi, nella quale si muove questa coppia di sbirri,magari non proprio originali ma efficaci e simpatici,specie nei loro intercalare in dialetto.Avranno il loro daffare nel trovare la soluzione a questo mistero. Un mostro o una setta?Vendette personali o estorsioni mafiose?Azioni e colpi di scena si susseguiranno da una pagina all’altra sino allo sconcertante epilogo.
Ma la forza del libro sta proprio nell’aver saputo configurare e assemblare in un unico contesto i pericoli e le violenze a cui tutti vorremmo sfuggire.
GIUSEPPE PREVITI