” LE UNGHIE ROSSE DI ALINA ” DI CHRISTINE VON BORRIES- GIUNTI 21-03- 2020
21 Marzo 2020” FORSE HO SOGNATO TROPPO” DI MICHELE BUSSI- edizioni e/o- 23-3-2020
23 Marzo 2020Parma Dicembre 1970, giorni di Natale.una donna viene trovata uccisa nell’androne di casa. La città è piena di luci e di vita, ma per il commissario Mariani e il suo
primo collaboratore Carlo Ferrari è giocoforza occuparsi del caso. Mariani sta vivendo un momento un po’ particolare, in parte avverte la nostalgia per i tempi andati,
in parte la sua compagna sta partendo per la montagna e lui sente la malinconia di restare solo, e quindi forse potrebbe anche decidersi a andare da sua madre al
borgo natio per ritrovare lei e i suoi cari.
Ma l’indagine blocca questo flusso di pensieri, si rivela subito complicata, la vittima era una insegnante, ancora piacente, sembra che tra scuola, ripetizioni e vita sociale
conoscesse un mare di gente, e poi si scoprirà che aveva anche il vizio del gioco. Molti indizi più o meno giusti, tante le persone collegate alla vittima, cosicchè ls polizia si
muove un po’ a tentoni, varie piste si rivelano false, questa vita movimentata porta a vari sospetti, Mariani da la caccia a chi è convinto sia l’assassino ma neppure questa
è la soluzione giusta. Ci sarà un altro morto,un usuraio, le cose cominciano a chiarirsi, quando appare sempre più evidente che le radici di questi delitti sono in un lontano
passato, addirittura si ritorno all’avvento del fascismo. D’altra parte anche i nostri poliziotti sono uomini e come tali soggetti a sbagliare,e anche il nostro commissario dovrà
fare i conti con i propri sentimenti e le proprie paure prima di arrivare alla conclusione.
Secondo episodio con protagonista il commissario Amos Mariani di Borgotaro ma residente a Parma dove guida la squadra mobile. Pietro Furlotti con Pescecani ci ripresenta
il commissario Mariani nella Parma degli anni ’70,una Parma agghindata a festa, siamo vicini a Natale, molto fredda , che il commissario stoicamente percorre in bicicletta
dea un quartiere all’altro incurante della neve, e’ un uomo riflessivo, un po’ troppo sognatore, pur se a volte frana a fatica i propri impulsi. Parma richiama un grande autore,
Varesi, un altro commissario, Soneri, ma la città è grande e consente spazio a entrambi i poliziotti, del resto diversi nello stile e nei comportamenti.
Una donna è stata uccisa con un’arma da taglio nell’androne della sua abitazione, il commissario e i suoi uomini scoprono che era una professoressa, dalla vita sentimentale un
po’movimentata, molti gli uomini che le giravano intorno, tanto più che aveva il vizio di giocare. Mariani e Ferrari, suo primo collaboratore e spesso anche suo…angelo custode,
indagano a tutto campo. Mariani si fa distrarre un po’troppo dalle situazioni che lo circondano, ad esempio conosce una bellissima ragazza, Penelope, che però custodisce un se-
greto che lo fa allontanare. Aumenta in lui la nostalgia del passato, e così decide di passare i giorni del Natale dalla madre a Borgotaro, ma anche qui avrà poca pace perché la
mattina stessa di Natale dovrà rientrare precipitosamente a >Parma perché c’è stato un altro delitto.
Ne “Il caso di via Petrarca”ci siamo trovati difronte a un’atmosfera da giallo classico con il trio investigatore-delitto-assassino, un giallo d’impronta dove tutto, o quasi, si concentra sull’indagine.
Nel caso de i Pescecani si respira un’atmosfera più cattiva, più amara, un giallo più di sensazioni, di ricordi, di eventi mai cancellati, ci sono due morti, Mariani indaga, ma
sembra più preso dall’atmosfera che lo circonda che non dall’inchiesta, si sente solo, s’invaghisce facilmente ma altrettanto facilmente…scappa, ha nostalgia dei Natali di
casa propria e dei suoi cari, raggiunge così la casa della madre, ma anche qui si sente un pesce fuor d’acqua. E anche il suo modo di condurre le indagini risente di questo stato di insoddisfazione generale per cui non tutte le iniziative avranno il riscontro dei fatti.>
Una storia amara che pesca nel passato, addirittura ai tempi degli scontri che portarono il fascismo al potere e proprio in quel passato ci sono i germi di quel che avverrà
in questo Natale parmense.Insomma un giallo meno…all’inglese del precedente, lo stile narrativo è sempre scorrevole ma più improntato all’amarezza. I personaggi sono più cattivi, più ideologizzati e per il nostro commissario e i suoi uomini non è semplice separare le impressioni dalla realtà, anche perché molte realtà sono maturate decenni prima.
Pietro Furlotti con Pescecani , contrariamente al suo precedente romanzo dove la storia era narrata da più persone per come l’avevano vissuta, qui la storia si dipana nel giro di
poche giornate, con molti raffronti tra un passato più o meno lontano e un presente dove lo stesso commissario trova difficoltà nel mettere a fuoco gli eventuali colpevoli, anche
perché spesso si fa guidare più dalle proprie nostalgie che non dalla fredda analisi. Ma questo lo rende anche più umano…
Non mancano i riferimenti alla storia di Parma dai tempi del fascismo alla Resistenza ai giorni nostri come una sorta di puntualizzazione alla vicenda vista con gli occhi quindi
non solo di chi indaga ma anche di chi trama nell’ombra.§
Un piccolo cammeo a un cinema teatro alternativo di periferia, siamo ricordiamoci negli anni ’70, dove per far gente si fanno sfilare sul palcoscenico delle ….maliarde a coscia nuda ma si celebra anche il vecchio avanspettacolo, il commissario ci capita dando la caccia a un sospettato, ma la scena è veramente commovente nella rievocazione di un mondo che fu. e che richiamava tantissima gente, per inciso, abbastanza assatanata….
GIUSEPPE PREVITI