” PESSOA- IL SOTTILE EQUILIBRIO TRA GENIO E FOLLIA ” DI STEFANO LATTARI – TRA LE RIGHE LIBRI
15 Novembre 2017PIRANDELLO E IL GIALLO
16 Maggio 2018Qualche anno fa per le edizioni Il Filo venne pubblicato il racconto Il caso Vargas di Fernando Pessoa. E‘ un racconto interessante, pur se il manoscritto
appariva incompiuto, con una sua trama ben narrata e accattivante a dimostrazione che questo autore non fu solo un poeta, anzi, per i livelli conseguiti,
un grande poeta. Del resto la sua opera incise profondamente sulla poesia agli inizi del ventesimo secolo, dando altresì voce ad autori “eteronimi” di cui
inventò le biografie e ne scrisse le opere.
Un aspetto particolare e insolito del Pessoa fu il suo rapporto con la letteratura gialla. Pessoa incarnava in sè il pensiero di essere ” molti” e così non
mancò la voce del giallista. Lui era un appassionato delle trame poliziesche tanto che meditava di inviare dei racconti alla famosa rivista ” The strand
Magazine” su cui era comparso anche Sherlock Holmes.
Seppe vedere nelle caratteristiche del giallo la possibilità di parlare e di acquisire la realtà e la verità. Scrisse quindi Il caso Vargas il cui protagonista era
” un medico senza clinica e decifratore di sciarade”, il dott.Abel Quaresma, che poi ritroveremo in altre storie criminali che il Pessoa aveva scritto senza
pubblicarle, e che erano custodite tra il tanto materiale che aveva realizzato nella sua vita. Quaresma era un individuo abbastanza grigio che però si trasfor-
mava e e rivelava la sua grossa personalità quando c’era da risolvere un qualche mistero. La sua professione era quindi di “decifrare”, un uomo certamente
di vasto ingegno, che si considerava specialista nelle tecniche di investigazione, dove metteva al primo posto la logica dinanzi ai rilievi scientifici, anzi per
lui non era necessario andare sulla scena del delitto, perché poteva disturbare la perfezione da raggiungere solo ricorrendo al perfetto pensiero, al raziocinio
più completo.
Ne Il caso Vargas alla morte di Carlos Vargas Quaresma si era presentato al giudice incaricato della morte del Vargas, attribuita a suicidio, annunciando
che lui possedeva la soluzione, e che pertanto era suo dovere di cittadino fornirla agli inquirenti.
Quaresma sviluppa anzitutto la sua teoria dichiarando che occorre esaminare e analizzare i casi con il più lucido dei ragionamenti, partendo dalle singole
testimonianze, confrontandole fra loro, ricavando anche nuovi fatti e sensazioni, in base ai quali possiamo ricostruire tutto quanto è accaduto. Il caso Var-
gas verrà alla fine risolto con la confessione del colpevole ma anche con la constatazione che si vive in un mondo dove è ben difficile applicare una morale
universale.
Il poeta-scrittore fu senza dubbio non soltanto un grande letterato ma anche un valido uomo di pensiero che ben sapeva discettare sul pensiero e sullo
scibile umano.
Pessoa scrisse che il Caso Vargas doveva essere il primo di una serie, ma in verità fu il primo ad essere reso pubblico. Oltretutto la stesura del racconto e
la descrizione del personaggio furono talmente complessi, anche per le dimostrare del “pensiero raziocinante” che portò Quaresma alla soluzione, da essere
necessario un volume intero.
GIUSEPPE PREVITI