” THE SEARCH” DI MICHEL HAZANAVICIUS
17 Marzo 2015” IL BACIO DELLA BIELORUSSA” di ANTONIO PAGLIANO – Guanda
1 Aprile 2015Franco Valleri è lo pseudonimo dietro cui si celano due autori fiorentini. Il loro è un lungo sodalizio letterario che li ha portati a creare un personaggio, Paolo Giunti,
un cronista di nera protagonista di altre storie poliziesche.
Cinque i racconti che danno corpo a un delizioso libretto, Piazza della Passera, in cui ritroviamo il cronista di “nera” Paolo Giunti, ormai in pensione, che in un uggioso
pomeriggio di pioggia ripercorre le varie tappe del suo passato, avvenuti tranta e più anni prim. Allora faceva il “galoppino” presso la Nazione, il quotidiano di Firenze,
ossia andava a prucurarsi le notizie. E appunto ricordando episodi della sua vita, ecco cinque racconti. Nel primo Come quando fuori piove il nostro giovanissimo aspi-
rante cronista si vuole levare uno sfizio e si reca in uno dei più lussuosi postriboli della città. Si era appena ritirato con la bella Clara quando nella stanza accanto un cliente viene aggredito e pestato a sangue da un uomo che aveva fatto irruzione in quella camera, interviene la polizia e a tutti viene intimato il silenzio.La notizia non
può essere diffusa visto che l’aggredito è un pezzo grosso del fascio. E solo nel dopoguerra Paolo Giunti riuscirà a sapere cosa veramente era successo….
Ne Il mistero della camera chiusa nella camera chiusa l’incontro fortuito con una persona ricorda a Giunti un caso avvenuto una trentina di anni prima con una prostituta uccisa in una casa di tolleranza del centro storico. Il fatto sngolare era che la donna era stata trovata morta in una stanza che era chiusa dall’interno con
la chiave nella serratura.Chiaro il riferimento a I Delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe. Anche se poi la soluziuone sarà meno fantasiosa del previsto….
Il sottomarino fa riferimento a certe strane abitudini dei clienti dei casini, e appunto uno di questi viene trovato morto sotto il letto dove Giunti si intratteneva…
M il morto era un gerarca e tutto fu messo puntualmente a tacere ….. In Uno strano suicidio si fa riferimento alla vita che si svolgeva nelle case chiuse, tutto sommato
secondo Giunti era abbastanza piacevole, ma poi gli venne in mente, dovendo curare un’inchiesta su cosa erano stati i bordelli in Italia, che la vita forse era meno bella
di quel che sembrava, pensando anche a uno strano caso. Un giovane di nobile famiglia, notorio cocainomame e sciupafemmine, si era sparato in una camera di un casino di lusso giocando alla roulette russa. Ma rivedendo le carte dell’epoca il nostro cronista nota qualcosa che non lo convince e comincia una sua inchiesta che gli
rivelerà una verità ben diversa…..
Piazza della Passera è l’ultimo racconto con Giunti che si reca in una casa chiusa con due cari amici. Ma la serata si trasformerà in una tragedia partendo da uno scherzo che il Giusti aveva voluto fare mettendo il proprio cappello su una statuetta dove….la virilità del Dure era molto evidenziata….Ma il suo gesto era stato notato da un gerarca presente il che aveva portato a una mezza rissa che però era servita a nascondere un fatto molto più grave accaduto ai piani superiori….
Preceduto da una sentita e molto rievocativa prefazione di Mario Spezi Piazza della Passera ( e altre storie fiorentine) è una raccolta di cinque racconti a firma Franco Valleri, una sorta di omaggio alla vecchia generazione dei cronisti fiorentini e anche al gusto alla novella tipico di tanta letteratura fiorentina. I cronisti
dei giornali fiorentini erano assai attaccati al loro mestiere, conoscevano e soprattutto adoravano la loro città, di cui però non trascuravano anche i lati più oscuri.Paolo
Giunti è il protagonista creato da Franco Valleri, ma non sveliamo certo un segreto se diciamo che sotto questo pseudonimo si celano due diversi scrittori, uno è un docente universitario discendente da una dinastia di giornalisti fiorentini, l’altro inviato fatto il bibliotecario, lo scrittore, il grafico, il redattore satirica ma è anche uno
dei massimi conoscitori del giallo.
Due sono gli aspetti pincipali di questa opera, anzitutto con il nome di Franco Valleri, o di Paolo Giunti se preferite, si è voluto ricordare l’opera dei cronisti di nera,sempre a caccia di notizie, anzi nei tempi antichi ben si addiceva il termine di ” galoppini” a chi di loro era alle prime armi e quindi incaricato di raccogliere
per tutta la città i fatti di cronaca accaduti, su e giù per ospedali, questura, comando dei carabinieri. Giunti quindi li rappresenta un po’tutti, lui lavora per il principale
giornale cittadino, la Nazione, ma nelle storie che ci vengono raccontate troviamo anche altri cronisti, veri o inventati, un bel ritratto è quello di un giovane cronista
dell’Unità, Giorgio Gherri, che vuole ricordare un celebre cronista di nera fiorentino, che scriveva per il foglio del Partito e che era talmente abile nel pescare le notizie
si da rendere il suo giornale competitivo anche rispetto a testate ben più grandi.
Ma in Paolo Giunti si riassume tutto il lavoro di tanti giovani che prima di arrivare a mettere la firma sotto un trafiletto dovevano macinare chilometri per raccogliere
le notizie che poi sarebbero state tramutate in articoli dai colleghi più anziani e più esperti. Certamente anche questi giovani, una volta compiuto questo primo iter,sarebbero poi diventati elemento portante nel contribuire alla creazione giorno per giorno delle pagine del loro giornale.
Ma adesso che Giunti è andato in pensione può dare vita a tanti suoi ricordi componendo una serie di immagini di una Firenze ora noir, ora…godereccia e un po’ licen-
ziosa. Si sceglie come collante un elemento un po’ insolito, ma i fiorentini si sa sono molto estrosi, la ” casa chiusa” anche perché è sempre stata un teatrino ideale ali-
mentato da tante storie, ora allegre, ora tragiche, del resto era qui ci si spogliava non solo dei vestiti ma anche in senso metaforico, perché venivano fuori le debolezze,
i desideri, le bugie, le manie di ognuno dei frequentatori. In quella che oggi è conosciuta come ” Piazza della Passera” vi era una di queste “case” che poi scomparve nel
1958 con la legge Merlin.
Ed ecco la seconda anima del libro, l’amore verso la città. Piazza della Passera è il nome dato a un incrocio di cinque stradine in Oltrarno, stradine che non fanno una
piazza, e infatti per il Comune la piazza non esiste. Ma i fiorentini sono stati di diverso avviso e nel 1958 un artista, Mario Mariotti, appose una targa di maiolica con il
fatidico nome. E ricordiamo che il libro è corredato di una breve appendice dello storico Roberto Baldini sulle origini e il significato della Piazza stessa.
Si celebre quindi una Firenze, se vogliamo minore, ma vera, mana, reale, e dove, se non qui, potevamo trovare i bordelli ? I bordelli dunque co-proagonisti di questi
cinque racconti un po’ boccacceschi, un po’ intrsi di mistero, certamente narrati con un irridente tipico accento toscano. Prostituzione e giornalismo alla base degli
episodi narrati, e sempre con molta aderenza alla realtà. Attraverso questi racconti dovuti a uno storico e un giallista ci danno una visione della città mescolando fan-
tasia. storia, cronaca sempre all’insegna della fiorentinità.
Per chi ha i capelli bianchi ci sarà qualche….nostalgia quando c’è la descrizione di quegli ambienti peccaminosi, pieni di luci, di odori, di ” signorine”in abbigliamenti un po’ osèe , delle grida delle maitresse che con voce baritonale tuonavano ” Ragazzi, in camera…”, delle vecchie inservienti ex-prostitute, e poi la svariata….fauna della
clientela maschile, insomma un campionario quanto mai mutevole.
E lo stesso procedimento è adottato nella descizione delle redazioni dei giornali, anche qui si intrecciano figure reali ad altre di pura fantasia.
Ogni racconto ha una sua matrice gialla, ve detto che l’autore pone tutti i suoi personaggi sullo stesso piano, puttane, gerarchi, habituèes dei casini, colpevoli e no, ma non li giudica, ce li mostra come sono, rendendoli sempre assai vivi chi nel bene chi nel male
Della prostituzione se ne può parlare in tante maniere, Valleri ha scelto una forma divertente e ironica ma non manca di fustigare certi facili costumi, certe imposizioni
politiche, un certo clima che aleggiava nell’aria.
Merito di questo libro è l’avere riportato alla luce un mondo scomparso ma che aveva una sua genuinità che ancora oggi incanta….
GIUSEPPE PREVITI