“BIANCANEVE” DI TARSEM SINGH
11 Aprile 2012“To Rome with love” di WOODY ALLEN
24 Aprile 2012Cast: François Cluzet Valérie Bonneton,Benoit Magimel,Pascal Arbillot,Ma<rion Cotillard,Laurent Lafitte Anne Marivin,Gilles Lelouche.ean Dujardin
Il 39nne attore/regista/sceneggiatore Guillaume Canet dopo i 4 César vinti nel 2006 con Non dirlo a nessuno fa nuovamente centro con Piccole bugie tra amici, uno dei più grandi successi del cinema francese di questi ultimi tempi,avendo venduto in due anni 5 milioni e mezzo di biglietti. E adesso approda anche in Italia.L’hanno paragonato al Grande freddo di Lawrence Kasdan, ma tra i due film sono passati trent’anni o giù di lì.In quel film c’erano otto ex-ragazzi,ribelli negli anni sessanta,quattro donne e quattro uomini, che si ritrovano dopo essersi persi di vista per quindici anni per dare l’ultimo saluto al nono amico che si è suicidato.
Un film che segnava il tramonto di un’epoca con l’impegno degli anni sessanta e il sorgere del tempo del disincanto e del disimpegno con gli anni ottanta.Allora c’era stato il trauma del Vietnam, l’assuefazione alla droga, le delusioni della maggiore età, gli amori giovanili finiti,insomma da una grande speranza si era passati a una generazione delusa, che aveva sostituito il disimpegno all’impegno.
Il film di Canet è un film di tutt’altra pasta, più che su una generazione è costruito su una visione che viene data della stessa.Ma una visione incentrata e limitaa su un gruppo di amici.
La pellicola infatti si apre con l’immagine di Ludo(Jean Dujardin) che poi scopriremo essere il perno della compagnia che esce da un locale dove tutti si baciano,si drogano,fannoi discorsi
sconclusionati.Parte con il suo scooter e con una scena che prende talmente di sorpresa , facendolo sobbalzare, lo spettatore lo vediamo schiantarsi contro un camion.Lo ritroviamo all’ospedale con intorno tutta la compagnia di amici. Sono tempi di vacanze,siamo negli anni duemila, certi rimpianti degli anni sessanta oggi non vanno più di moda,e così, senza particolari sensi di colpa,la compagnia decide di partire per le agognate vacanze estive lasciano il povero Ludo sul suo letto di dolore tra la vita e la morte.
E così ritroviamo i nostri…egoisti in Aquitania,nei pressi di Bordeaux,sul mare.E’ lì che il più ricco del gruppo,l’albergatore Max(François Cluzet)possiede una bellissima casa e li ospita tutti. Con lui oltre la moglie(Valèrie Bonneton)e figli,l’osteopata Vincent(Benoit Magimel) con moglie(Pascal Arbillot)e figlio, la sensibile Marie(Marion Cotillard),il malato d’amore Antoine(Laurent Lafitte), che non vuole accettare di essere stato abbandonato dalla fidanzata Juliette(Anne Marivin), l’estroverso dongiovanni Eric(Gilles Lelouche)anche lui con qualche pena d’amore.
Li troviamo dunque generosamente ospitati da Max, che però non si perita a volte di trattarli come scrocconi e non risprmia bruschi cambiamenti d’umore rivelandosi molto strressato.
Ma è tutto il gruppo più o meno consapevolmente ad essere in crisi.Ognuno nasconde un piccolo segreto, chi si scopre pulsioni omosessuali,chi si scopre in cinta, chi non accetta la vita o semplicemente non sa amare.Ecco la vitale Marie, donna da una botta e via perché atterita da relazioni durature, c’è l’attore di poco talento che scopre tra una battuta e l’altra di quanto sia vacua la sua vita,c’è l’amico che scopre di essersi innamorato di Max e così via.Tutti fingono di avere una vita e ne vivono un’altra, come è solo di facciata la loro unione,insomma un grande vuoto che neppure il pensiero di Ludo riesce a colmare.
Canet passa con levità dalla commedia al dramma,dalla risata alla lacrima.Si piange e si ride in questo film-manifesto dei quarantenni di oggi.Tra malinconia e tenerezza ecco quindi “Il grande freddo”di oggi. Il cinema di Cluzet non vuole però essere di nicchia ma neppure scadere nel popolare,e del resto lui stesso dice che ogni epoca va interpretata in maniera diversa.
In questo film vediamo un gruppo di amici che pian piano scopre che sono degli estranei. Troppo amic i,nessun amico verrebbe da dire. Sembra che si voglia far capire che oggi si passa molto tempo con persone con cui non si condivide che poche cose, non ci si parla veramente,e allora si ricorre alle “piccole bugie”.Ma queste piccole bugie per Canet non portano da nessuna parte, non portano a realazioni durature, sono solo una manifestazione di un mediocre quieto vivere.
A parte Il grande freddo questo film ce ne rammenta un altro ,girato qualche decennio fa sempre da un francese ,Sautet,Tre amici,le mogli e (affettuosamente)le altre, anche qui una storia che esaminando una piccola collettività di amici trasmetteva disagio e rimpianto.Ma anche in quella pellicola c’era una speranza nella ricerca di tempi migliori, mentre in Piccole bugie lo sguardo è sul presente,quasi a voler tracciare un bilancio di una data generazione.Ed è un bilancio amaro,sconsolante,con l’incapacità di accettare i propri sentimenti o di confessarli pubblicamente. C’è una grande paura a dire la verità, ci si sente imbarazzazti e si preferisce sopperire con l’inganno, è inevitabile che resti un grande vuoto.
Troppo egocentrici,troppo avidi ed egoisti,profondamente immaturi questi uomini e donne. Ma Canet evita di dare le pagelle, non esistono alla resa dei conti dei “buoni” e dei “cattivi”, emblematico è il finale dove tutti si ritrovano e si abbracciano nell’ultimo omaggio all’amico scomparso, ma dove principalmente tutti sembrano stringersi alla ricerca di un pò di calore umano.
E del resto il film volutamente non dà risposte su cosa avverrà e su cosa faranno i vari protagonisti, non è questo che interessa.Due ore e mezza di una storia che passa velocemente,tutto
sommato non annoia,una storia di vite quotidiane con i relativi problemi, i relativi dolori, le relative delusioni,e per fra fronte a questo ci si unisce, fuori c’è il nulla,la paura,la depressione
e allora tra la cruda verità e le bugie per sopravvivere cosa scegliere? A ognuno la sua risposta….
Un grande cast, con due Oscar e tanti eccellenti attori, rende viva e accettabile questa storia .
GIUSEPPE PREVITI