INTRIGHI E MISTERI CHE COINVOLSERO ALCUNI GRANDI PERSONAGGI PISTOIESI DEL PASSATO: ATTO MELANI
4 Febbraio 2014IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: DARIO ARGENTO
7 Settembre 2014Ottanta opere, di cui cinquanta sono i dipinti con tavole, tele, affreschi staccati, oltre il 70% della produzione di due grandi autori fiorentini nella mostra che
da vari mesi viene ospitata a Palazzo Strozzi,” Pontormo e Rosso fiorentino, Divergenti vie della maniera ” è il titolo della stessa.
Giovanni Battista di Jacopo noto come Rosso fiorentino(era rosso di capelli) e Jacopo Carrucci detto il Pontormo( dal villaggio nell’empolese di cui era origi-
nario) furono sempre considerati come gemelli, pur se poi erano diversissimi. Erano entrambi del 1494, frequentarono la stessa bottega, quella di Andrea Del
Sarto, ma le loro opere, sin dall’inizio, erano stilisticamente diverse, anche se entrambi sembravano assai distanti dalle statiche opere del Perugino.
Anche se manca la Deposizione di Volterra del Rosso fiorentino, la Mostra resta di primissimo ordine e del resto Antonio Natoli dice che con pittori simili biso-
gnerebbe dei “gran bischeri” per fare una brutta mostra.
E’ veramente una rassegna notevole che aiuta a comprendere le caratteristiche della loro pittura, pittura oltretutto molto “personale”, tanto che i due maestri
manifestarono da subito evidente degli stili assai personali. Seguirono oltre tutto un percorso diverso, Pontormo gravitava intorno a Brunelleschi ed era nella
sfera dei Medici. Al contrario il Rosso fu vicino agli anti-medici e questo lo portò a stare a lungo fuori da Firenze, lo troviamo infatti a Piombino, Volterra,
Roma, Napoli per poi recarsi a Fontainebleau alla corte di Francesco I.
E del resto la mostra di Palazzo Strozzi ci insegna appunto a considerare queste diversità.Uno dei pregi della rassegna è di porci davanti a delle opere mirabilmente
restaurate, una per tutte la Visitazione del Pontormo a Carmignano, come è interessantissimo verificare la qualità e lo stato di conservazione delle opere esposte.
La mostra è divisa in dieci capitoli. All’inizio una sorta di semicerchio con l’esposizione di tre affreschi provenienti dal Chiostrino dei Voti della Santissima Annun-
ziata, Il Viaggio dei Magi di Andrea del Sarto, la Visitazione del Pontormo e l’Assunzione del Rosso.Già da queste opere realizzate tra il 1511 e il 1514 la differenza
tra i due allievi è ben palese, più classico il procedere di Pontormo, più nervoso, con qualche riferimento allo stile di Donatello il Rosso.
Con la seconda sezione sembra di visitare la bottega del Sarto che sfornava principalmente pale d’altare e dipinti vari , il tutto realizzato in opere dove c’è collabo-
razione tra maestro e allievi, ad esempi0 il Pontormo realizza dei pannelli per carri carnevaleschi. Poi i due , cessato l’apprendistato, nella terza sezione mostrano
come da titolo ” le divergenti vie”: così alla Madonna delle Arpie di Del Sarto si contrappone la Pala Pucci (1518) di Pontormo e la Pala dello Spedalingo (1518) del
Rosso. Un Pontormo vivido di colori, pieno di luce( secondo il Vasari la sua “più bella tavola”) e un Rosso austero quanto abile nel far rivivere un clima di assoluta
tensione tanto da far sembrare santi i diavoli e con il solito Vasari che dice che San Girolamo sembra un demonio.
Ma intanto la loro vita prende sempre più strade diverse, il Pontormo sta a Firenze dove è caro ai Medici, per i quali realizza quel capolavoro che è per la villa di cam-
pagna, la Visitazione. Il Rosso invece gira l’Italia. Diverso è anche il loro approccio con i ritratti, il Rosso infatti ritrae uomini qualunque, volti austeri, sguardi spesso
inquietanti, molti personaggi legati alla Firenze Repubblicana. Pontormo fa il ritratto alla nobiltà che circonda i Medici, mettendo in evidenza i panneggi morbidi delle
vesti, i sontuosi velluti, e ancora una volta i colori, insomma una resa sommamente realistica.
Nella sezione V formadibili i loro disegni, non disdegnano altre correnti ispirative, come le stampe tedesche del Nord Europa, ad esempio nel Pontormo balza evidente
il riferimento a Durer per la Cena di Emmaus alla Certosa del Galluzzo.
Alla sezione VII è dato ricordare due opere estranee alla mostra, il celebratissimo Corpo di Cristo calato dall’altare del Pontormo per la chiesa di Santa Felicita di Firenze,
l’altrettanto celeberrimo Cristo morto che Rosso realizzò per la chiesa Santa Maria della Pace a Roma, e che oggi si trova a Boston.
Seguiranno anni difficili, Roma è devastata, Firenze è assediata, la vita non è certo facile e ne risente la loro espressività, che diventa assai potente e intensa, ecco
La Visitazione del Pontormo e la Deposizione del Rosso (sezione VIII). Infine la nona sezione parla di una ritrovata pace e serenità dei due pittori, entrambi pittori
di corte, l’uno a Firenze, l’altro a Fontainebleau. E Vasari (X sezione)ne canterà le imprese in due edizioni delle Vite.
Una mostra notevole, due artisti dalle differenti visioni, pur se di medesima radice generazionale e anche se vogliamo formativa, certamente due grandi innovatori.
GIUSEPPE PREVITI