PROFILI DI PERSONAGGI. BARBARA BARALDI
9 Settembre 2010PROFILI D’AUTORI: VALERIO VARESI
13 Settembre 2010Francesco Recami, fiorentino, sta divenendo sempre più scrittore di successo.Nel 2009 con “Il ragazzo che leggeva Maigret” aveva vinto il premio quale miglior scrittore toscano dell’anno. Quest’anno con “Prenditi cura di me” si è aggiudicato il Castiglioncello, vanta per questi libri segnalazioni al Campiello e allo Strega, infine è di questi giorni il Premio ricevuto al Serravalle noir ancora come scrittore toscano del-l’anno.
Recami pubblica da tempo, ha iniziato con testi divulgativi e guide di montagna, poi i libri per ragazzi “Assassinio nel paleolitico” e “Trappola nella neve”. Poi entra nella prestigiosa scuderia Sellerio pub-blicando “L’errore di Platini”, “Il correttore di bozze” e “Il superstizioso”. Segue per la stessa casa editrice “Il ragazzo che leggeva Maigret” entra in maniera abbastanza singolare nel mondo del giallo, i gialli alla Simenon, quelli del celebre commissario Maigret, gialli psicologici, di atmosfera,ambientati spesso in provincia. Il nostro autore sembra si diverta a smontare e rimontare i meccanismi del genere giallo creando un poliziesco visto con gli occhi di un ragazzo.E’ Giulio, il figlio del fattore, che sembra vivere di pane e…Maigret, esercitandosi a immaginare come si sarebbe comportato il celebre commissario in un determinato frangente.Ma il ragazzino non perde mai di vista la realtà, crede sì nel suo eroe di carta, ma senza esagerare. Succede che l’assistere a uno strano evento lo scuota, la situazione gli prende la mano, come il suo celebre alter-ego intuisce che sta accadendo un qualcosa che turba l’equilibrio quotidiano. E il mistero sconvolgerà- come spesso avviene nel corso delle indagini del commissario-la vita di tutti i giorni,dando un altro rilievo a quei personaggi che prima apparivano tanto banali ed ora appaiono di ben altra pasta.
In “Prenditi cura di me” ci troviamo in una Firenze periferica, misera, anonima. Vi vive Stefano un quarantenne mai cresciuto veramente, dai sogni impossibili, dai fallimenti…reali, unico suo vero desi-derio mettere le mani sul gruzzolo faticosamente accumulato dalla madre vedova,che però lo difende con i denti. Un ictus sembra ridurre la donna a un vegetale, ma in seguito forse si riprenderà. Stefano, sempre con il pensiero fisso a quei soldi, non le fa certo mancare nulla, lei allora capisce di averlo in pugno “Se li vuoi prenditi cura di me…”:
Recami è scrittore dal linguaggio secco, ricco di ossessioni, di cattiverie. In questo libro presenta personaggi cinici, indifferenti, squallidi come il mondo in cui vivono.Una prosa dura e cruda, neppure tgroppo ironica. Ma l’autore sembra sentire in maniera particolare un problema che non fa affatto ridere, la cura degli anziani, l’attesa della morte, il senso opprimente di una tragedia che potrebbe compiersi da un momento all’altro. Qui si arriva alla conclusione con una guarigione, quindi un dramma a lieto fine, ma solo apparentemente. Ci sono troppo cinismo e indifferenza. Se prendiamo il personaggio di Stefano, veviamo che è un bamboccione, troppo abituato a dipendere dalla madre, si ricattano a vicenda, non esiste alcuno spazio per il bene . E questo degrado dell’anima Recami lo rispecchia nella visione di una Firenze sempre più degradata, con quei quartieri-dormitorio che sono simbolo di solitudine.Non per nulla sono de finiti i “nuovi miserabili della nostra epoca”. Ma ribadIamo che Recami lo si legge sempre volentieri,anche per la sua tecnica narrativa: siamo di fronte a uno splendido narratore pervaso di una tonalità intimamente pessimistica.
Recami non è particolarmente un noirista, anche se la visione negativa la troviamo spesso in quegli autori, è un autore che sa scrivere, sa scegliere gli argomenti, e ci è sembrato giusto inserirlo in questa piccola serie di profili.
GIUSEPPE PREVITI