” LE VITE PARALLELE” -Un nuovo inizio per il commissario Casabona- di ANTONIO FUSCO- GIUNTI
7 Ottobre 2017” FIORINI E FARFALLE ” DI LAURA VIGNALI– SETTEGIORNI EDITORE
19 Ottobre 2017Una serie di otto racconti dove trovi i protagonisti più disparati,dagli scombinati ladri di Gratta e Vinci ai
trafficanti di animali, da una suora assassina a un confidente della questura, da un osservatore di tir ai dela-
tori per vendetta, da un uomo di successo alla sua prova più difficile e all’uomo che legge il passato. Storie nere.
storie ora di violenza, ora di gelosie,ora di grandi amori, storie che comunque ti prendono e ti colpiscono.
Certamente ci viene descritto un campionario della malvagità umana,ma non sempre,si parla anche di sentimenti, quelli più autentici. Tanti ritratti che in molti caso disegnano personaggi che sembrano come la
maschera di se stessi, con il nostro autore che si diverte a evidenziare i lati più negativi, anche se non rinuncia
di parlare di sentimenti autentici.
Simone Innocenti in Puntazza da buon giornalista sa cogliere l’essenzialità delle trame che danno vita a una
raccolta di otto racconti brevi dove sa dosare l’asciuttezza del linguaggio con un’aperta vena fantastica, una sorta
di scrittura pulp per certi contenuti abbastanza forti.
La prima cosa intrigante nel leggere questi racconti è il titolo, Puntazza. Già, cos’è Puntazza, vi chiederete ?
Innocenti non lo specifica, ma Puntazza è una località, che del resto da il titolo al primo racconto della serie.
Puntazza è un villaggio, non meglio definito, probabilmente in Toscana. Ma poi leggendo i vari brani ci accorgiamo che non è necessaria l’esatta collocazione, non è affatto necessario conoscere sapere con certezza
a quale punto geografico ci si riferisca. Importante è che esistano luoghi simili, luoghi che appartengono alla
nostra realtà e su cui la fantasia dello scrittore si è esercitata.
Ma poi è proprio solo fantasia ? Il nostro autore fa il giornalista di nera, è abituato a scandagliare e cercare no-
tizie tra ccommissariati, caserme, ospedali, tribunali. E certamente da tutte queste esperienze ricava i personaggi che poi sono quelli che incontra tutti i giorni e forse molti li possiamo riconoscere anche seguendo
gli articoli che lui pubblica su Il Corriere Fiorentino, il giornale per cui lavora come cronista di nera e giudizario.
Ovviamente il suo mestiere lo può portare a una assuefazione al male, alla violenza, al gergo usato da questi
personaggi, di questo c’è riscontro nella narrazione, poi però ti sorprendono dei racconti che parlano di sentimenti, di amore. Così ad esempio ne L’ancora si parla di una bella storia d’amore e del vuoto cche può
lasciare la scomparsa della persona amata.
Chi segue le cronache di Simone Innocenti forse vi ritroverà qualcuno di questi personaggi, forse no,comunque
risulta evidente sin dal titolo l’attaccamento di Simone alle cose semplici, alle cose quotidiani, ai luoghi della nostra vita. Sono infatti tutti gli elementi che fanno una vita, il Paese, il bar del Paese, la tabaccheria dove si
gioca a Gratta e Vinci,la spiaggia, il mercato di Lido di Camaiore, in somma un quadro con ampi riferimenti alla
sua Toscana e alle sue realtà.
Una umanità assai variegata anima queste storie, ci sono assassini, ladri, profittatori, però è un’umanità che
partecipa alla vita, almeno a modo suo. E non si fanno tante distinzioni sul sesso, sull’amore, sulle caducità dei
vari personaggi.
Nelle note di presentazione si dice che Simone ha un passato di marionettista, ed infatti nel leggere queste storie viene da pensare a un burattinaio che tira tanti fili con cui manovra i suoi protagonisti come fossero dei
burattini chiamati a interpretare la vita umana.
Il nostro autore in questa sua prima opera letteraria ha scelto dunque la formula dei racconti,costruendone
una interessante raccolta dove il ritmo e l’intensità sono le basi portanti, forte anche della sua abitudine lavora-
tiva di raccontare la verità con toni tanto secchi quanto efficaci. Prende a modello una serie di figure certo un
pò…estreme, che cercano di trovare una loro posizione nella vita di tutti i giorni. Pur non essendo privi di ironia
e di conoscenza dei propri limiti trovano però difficoltà a inserirsi, ognuno ha un soprannome che lo caretterizza
e che ne delinea qualità e limiti. Ed ecco quindi un luogo che segna il punto di approdo, nel caso nostro Puntazza,
quasi a volerci dire che il nostro vero io, la nostra anima , hanno bisogno di una sede, di una collocazione, e questo è importante .
Simone Innocenti ci mostra tutte le sue esperienze e le sue passioni, lo scopriamo anche amante della pittura.
Ma quel che avvince nel libro è aver dato una fisionomia, una simpatia a questi personaggi spesso improbabili
se commisurati alla realtà ma dotati di una vitalità e di una voglia di esistere che li rende simpatici e unici nei loro tic e nelle loro manie. Un alternarsi di pagine, a volte anche dure, con la descrizione di vite ora sfruttate
ora perdute ora in cerca di se stesse, ora semplicemente sognanti un avvenire migliore.
GIUSEPPE PREVITI