” QUANDO CAMILLERI PARLAVA DI COLORE GIALLO….”
21 Maggio 2019” MOSTRO DI FIRENZE : INCHIESTA ARCHIVIATA
15 Luglio 2019Nel settembre del 1929 si verifica una nascita “virtuale” che poi nel tempo si dimostrerà ben corporea di tante altre:Georges Simenon crea il personaggio di Jules Maigret.
Ma prima di arrivare a Maigret sarà bene ricordare chi era Simenon. E’ uno scrittore e un cronista precoce, a soli 16 anni, collabora con la Gazette de Liege, cura una rubrica
per cani e si occupa di cronaca nera. Lettore instancabile si appassiona alla scrittura, a soli 16 anni pubblica il suo primo libro,Il ponte degli archi. La città gli sta stretta, e così
si trasferisce a Parigi agli inizi degli anni Venti, pubblica molto su tante riviste popolare, si parla di oltre 700 tra racconti e articoli in tre anni. Sposa Regine(Tigy), va a vivere su
una chiatta, gira molto per la Francia, amano molto la navigazione e di conseguenza diventano esperti di piccoli paesi, di tanti approdi, di piccole locande.
Una sua particolarità era di essere molto veloce nello scrivere, arrivava a comporre 80 cartelle al giorno, poteva consegnare un romanzo in soli dieci giorni.La leggenda vuole
che venisse chiuso in una grande stanza a vetri dove il pubblico e i passanti lo vedevano battere a macchina come un forsennato.
Nel 1931 il commissario Maigret arriva in libreria, in pochi anni usciranno 19 romanzi della serie,, con un successo immediato. Qui si verificherà un intoppo, Simenon sente di
essere uno scrittore, comincia a pubblicare quelli che lui definisce “romanzi-romanzi”cioè non più o non solo di genere,. destinati a un pubblico più elevato da un punto di vista
culturale. Forse teme che Maigret gli tolga spazio in questa sua ambizione, e così lo cancella dalla sua produzione. Ma Simenon fortunamente intanto sapeva scrivere e non aveva
certo bisogno del…traino, e poi era persona intellegente, per cui bando ai fantasmi e via libera a Maigret e a tanti altri grandi personaggi.
Ci saranno gli anni difficili della guerra, con la Francia occupata e il regime di Vichy con cui collaborerà nell’interesse dei profughi belgi. Temendo a fine guerra di essere accusato di collaborazionismo va negli Stati Uniti, trova una nuova compagna, nascono tre figli, ricomincia a scrivere, producendo anche romanzi ambientati in America. Torna in Europa, prima in Costa Azzurra, poi a Losanna, la moglie americana finisce in una casa di cura, lui si legherà sino alla morte a Therese la sua segretaria.
Brutti gli anni Settanta, smette di scrivere, poi riprende, si suicida la figlia e sarà il suo dolore più grande. IL suo ultimo libro, Memorie intime è dedicato alei.
E’ stato un personaggio unico, il capitolo donne e sesso ha una grossa parte nella sua vita, diceva, ma non tanto per vantarsi quanto perché lui era così, che aveva avuto migliaia
di rapporti sessuali.
Vera “macchina da scrivere”, ha pubblicato circa 47o libri, ha venduto oltre 500 milioni di copie, vende tutt’ora. Da molti dei suoi libri sono stati tratti film o fiction televisive,
già nel 1931 appena usciti i primi Maigret escono anche i relativi film, e poi ovviamente sarà una continua girandola di romanzi, film e sceneggiati televisivi.Allora ripartiamo da Maigret, Georges è sposato con Régine, scrive già molto, a 26 anni ha pubblicato oltre un centinaio di romanzi, usando spesso pseudonimi(si parla di 17)Si trova bloccato in un porticciolo olandese, a Delzijl, per un guasto al suo scafo. Lui racconta che mentre è in un caffè, tra una bevuta e un’altra, chiudendo gli occhi è folgorato da un’immagine: un
uomo possente, un cappotto nero dal collo di velluto, una bombetta, una stufa di ghisa da attizzare>(nel caffè si è fatto freddo), ecco questa figura sarebbe quella ideale per un
commissario. E allora appena torna alla sua macchina di scrivere via alla trama, via al personaggio,. il giallo d’esordio del commissario Jules Maigret è alle viste, il titolo sarà
Pietro il Lettone.E’ una bellissima ricostruzione, forse non del tutto veritiera, oggi siamo portati a pensare che Jules Maigret sia alla fine la somma dei ben 18 poliziotti creati
dall’infaticabile autore nei suoi romanzi popolari, addirittura il cognome Maigret ricorre quattro volte,ma sono gli investigatori che somiglieranno meno all’originale.
Romanzi, racconti,articoli, saggi, film etc, in questo “Tutto Maigret minuto per minuto” viene da domandarsi ” Perché tanto successo ?” Probabilmente l’essere un uomo comune
e non con le fattezze del James Bond, un uomo normale, molto umano, né bello né brutto, così non fa ombra a nessuno, però lui sa come entrare nell’animo umano, come aprire
una breccia negli altri. Diremmo che è difficilmente riproducibile, oggi stati “clonati” in tanti, da Sherlock Holmes a Poirot a Philip Marlowe, e non sempre nella giusta misura.
Per lui pensiamo che sia difficile, piuttosto tanti Maigret dal fratello di Renoir a Mr.Been, o prossimanete da ottobre Daniel Auteuil(Maigret e la giovane morta), perché Maigret
può assumere varie facce, ma la forza morale e materiale di quest’uomo che vive la sua vita di uomo e poliziotto sempre in maniera credibile, una maniera che va oltre il tempo
in cui opera. andava bene negli anni trenta, va bene anche a 90 anni di distanza. Maigret è quello che ha aperto la strada al Simenon romanziere, ma resta immutato lo spirito e
l’amore per questo personaggio. Il boom diventa poi planetario quando i grandi sceneggiati tv riaprono anche il mercato dei libri.
In Italia stranamente negli anni ’80 la Mondadori sembra credere meno in Simenon e così subentrerà nel mercato editoriale l’Adelphi che riporterà in grande spolvero tutta
la produzione simenoniana, anzi a differenza degli anni trenta saranno i non polizieschi, richiestissimi, a fare riscoprire Maigret. Sembra che in questi venti e più anni il mercato
abbia registrato la vendita di oltre 7 milioni di copie.
Gli invidiosi dicono che Simenon abbia sempre avuto vita facile, noi siamo sempre dell’idea che ci sono buoni o cattivi scrittori, e Simenon aveva subito fatto intuire le sue qualità. Andrebbe anche aggiunto che quando ha creato Maigret non è che lui fosse un esperto di letteratura gialla. Ma lui ha avuto l’intuizione che il pubblico aspettava un per-
sonaggio qualunque in cui potesse rimirarsi e ritrovarsi, e forse la gente era anche stanca di vedere il poliziotto sempre deriso e sbeffeggiato dall’Holmes di turno.
Va anche detto che probabilmente Simenon voleva emanciparsi dai romanzi popolarui fine anni ’20 e per questo passò al giallo, ancora non credeva di essere pronto a fare il
romanziere. Poi , intanto dall’ditore Fayard è passato alla Gallimard, si sente pronto per il grande romanzo, appaga il suo ego facendosi apprezzare come scrittore puro, ma poi
ritorna al buon Maigret, che tra l’altro finanziariamente rendeva molto di più. 75 romanzi e 28 racconti, questa è la vita del Commissario Maigret, uno di noi possiamo dire, quel
commissario che ancora oggi quando la gente passa per Quai d’Orfevres, guarda una finestra e dice ” Là C’è Maigret”- Questo anche perché la produzione dei Maigret è sempre
di alto livello.
Chi legge le Memorie di Maigret ripassa un pò tutta la vita del celebre commissario, poliziotto più per avere uno stipendio che per vocazione, poi agente ciclista, vari incarichi,
assistente commissario, sposo di Louise con la quale formerà una coppia inossidabile,. Con Le Memorie abbiamo una sorta di scala cronologica, nei romanzi il personaggio passa da una storia all’altra, ora giovane, ora vecchio.
A quei tempi a capo della polizia c’erano dei grandi personaggi, tutti amano Maigret, ma chiedono un incontro a Simeno perché hanno rilevato varie inesattezze e quindi vogliono che…ripulisca il personaggio.
UN’altra caratteristica di Maigret è che lui nelle grandi cause del tempo non c’è mai, Simenon ci presente delle piccole storie, anzi per lo più delle storiaccie, quelli che fanno
la vita di tutti i giorni. Maigret è spesso compassionevole, ma prima di agire vuole “immergersi” nell’ambiente, vuole viverlo, sentirlo, solo allora si può muovere, lui vuole
sentire l'”atmosfera giusta”,. non pensa dice lui, ma è affidabile nella sua solidità, oltre tutto non vuole giudicare, lui consegna alla giustizia i colpevoli,sono loro che debbono
giudicare.§In molti si sono chiesti quale fosse il rapporto tra scrittore e protagonista, tormentato, infaticabile, puttaniere il primo, saldo nei suoi principi, fedele all’eccesso,
grande mangiatore e bevitore il secondo, una perfetta antitesi l’uno dell’altro. Simenon ebbe a definire Maigret “un aggiustatore di destini”, uno che salva gli altri, lui, forse
proprio a causa delle disgrazie familiari, ha voluto creare un tale che era riuscito in tutto quello che non era riuscito a lui.
C’è una cosa bella e toccante negli ultimi anni di Simenon, nel 1979, al cinquantesimo anniversario scrisse una lettera al suo amico, ormai erano due pensionati, e gli augurava
di poter appagare quelle piccole gioie che ormai sono tipiche della stagione degli anziani.
GIUSEPPE PREVITI