“HUGO CABRET”DI MARTIN SCORSESE
9 Febbraio 2012“PARADISO AMARO” (THE DESCENDANTS) DI ALEXANDER PAYNE N°2
2 Marzo 2012Phlippe(François Cluzet)è colto,ricco,raffinato,abita in una fastosa residenza parigina,ha una folta schiera di dipendenti al suo servizio.Ma è tetraplegico a causa di un malaugurato incidente.
L’altro è Driss(Omar Sy) un giovane grezzo,disoccupato,ignorante,un ragazzo senegalese ,dalla fedina un po’..sporca,di famiglia indigente. Ma è uno scatenato per natura.Al cinema ne esce una coppia perfetta,due opposti che si attraggono. Ma non solo al cinema,perché anche nella vita è andata più o meno così.Due uomini che più distanti non potrebbero essere e che invece
hanno finito per incontrarsi e completarsi a vicenda.
La storia vera l’ha scritta uno dei due protagonisti,Philippe Pozzo di Borgo(Il diavolo custode),ripercorrendo il suo felice matrimonio con Beatrice fino a quando un incidente con il parapendio e una grave frattura vertebrale lo immobilizzano dal collo in giù.Tre anni dopo muore Beatrice per una rara malattia e così Philippe deve trovarsi un badante.Così è avvenuto l’incontro con Abdel, giovane magrebino della banlieu,non ha referenze ma dimostra subito di non avere alcuna forma di pietismo o condiscendenza.La strana coppia, ricordiamoci che uno è bianco,ricco e l’altro povero,musulmano,funziona e i due nel tempo avranno una propria vita restando però amici.
Ovvio che il film Quasi amici”è più portato a “sistemare”le cose, a darne una versione romanzata,intanto Abdel non è più un parigino della banlieue ma un senegalese di nome Driss, nel film è di una sfrontatezza unica, probabilmente l’originale non era così, ma il cinema deve costruire dei “personaggi”e certo Driss funziona a mille.
Ma a parte le verità “storiche”e le licenze prese dagli autori il film risulta un vero concentrato di godibilità e divertimento con questo Driss che disegna una figura ricca di sorprese, di rozzezze e scorrettezze, ma anche piena di gaffe divertentissime e tante invenzioni.
La vera trovata dei due registi è da una parte evidenziare lo sconcerto dei parenti che tengono Philippe nella bambagia all’irruzione del giovane badante che dà a Philippe quello di cui sente più il bisogno,ovvero essere trattato senza pietà. Cioè non vi è alcuna comprensione né riguardo per la menomazione del ricco parigino.Ma attenzione, non è che si rida alle spalle di un handicappato. Tutto gli viene detto in faccia, Driss lo sfotte raccontandogli barzellette sulla tetraplegia, rimarcando le sue impossibilità, sfottendolo sulle sue impotenze e frustrazioni sessuali.Tra l’altro disprezzando i suoi gusti,le sue passioni, basta citare le scene all’Opera o al concerto di compleanno che sono delle eccellenti occasioni di divertimento.
Di contro Driss ha i suoi problemi, è uno che tira a campare,ha una famiglia disgraziata e piena di guai, ma poi vorremmo dire che il film non gioca sulle differenze tra i due. In Francia sta battendo ogni record di incassi, anche in Italia l’accoglienza sembra buona, ma perché? Perché gioca tutto sull’irriverenza, sulla apparente mancanza di rispetto(molto più apparente che
reale soltanto se riferita al rapporto dei due protagonisti), sulla totale mancanza di educazione. E la pellicola né dà vari esempi, Driss non è certo educato con il suo padrone o verso le segretarie,né si comporta meglio la viziata figlia di Philippe,per non parlare del vicino di casa che parcheggia dinanzi al passo carraio.
E’un film coraggioso perché affronta un tema molto delicato, certo poteva essere più graffiante e cattivo verso entrambi i diversissimi ambienti dei due personaggi principali, ma ritengo che debba essere apprezzato l’approccio complessivo di Nakache e Toledano,rifuggendo dal patetismo e cercando di stemperare la gravità del problema di fondo attraverso una commedia
irriverente e liberatoria.
Certamente i due,sotto la spinta di Driss, si concederanno delle trasgressioni un po’ scontate,gli spinelli, la beffa ai poliziotti, Driss sul parapendio,ma le vere occasioni di divertimento
del film sono in altre scene, come quando Driss “rasa”il padrone o come quando simile a un elefante in un negozio di cristalli si muove in teatro o in sala concerti e quel che è importante è che la risata non è mai denigratoria o provocatoria ma semplicemente liberatoria,e questo è il pregio maggiore del film.
GIUSEPPE PREVITI