” ALLE SPALLE DEL CIELO ” DI ANGELO MARENZANA – BALDINI&CASTOLDI
11 Aprile 2017” L’UOMO DI CASA ” di ROMANO DE MARCO- PIEMME
18 Aprile 2017Un autore televisivo di successo abbandona la fortunata serie televisiva Crazy Love dove si raccontano fatti d’amore, ma fatti legati a tradimenti, a sotterfugi,
misteri, rancori, considerando anche questi tutti elementi che possono sfociare nell’amore, ma lui di questo sfruttamento delle disgrazie altrui non ne può
più e si dimette. Ma nella stessa serata un individuo si presenta a casa sua e tenta di ucciderlo. Inizia così per lui un periodo di guai e di paure.
Intorno a lui una coppia di killer professionisti, un’altra coppia di zingari in cerca di vendetta, una ragazza con il pallino delle investigazioni, e altri personaggi
ancora. Vi abbiamo ricordato i più significativi,mentre si succedono le morti in una Milano ricca di luci e di gente proveniente da tutti i continenti.
La polizia indaga, ma coin risultati poco esaltanti, anche perché il gruppo degli investigatori non brilla molto. E ognuno alla fine si dovrà arrangiare per ti-
rarsi fuori dai guai.
Carlo Monterossi è il protagonista di un libro giallo assai intenso e ricco di fasi movimentate, Qiesta non è una canzone d’amore,scritto da Alessandro Robecchi.Monterossi ha ideato una serie televisiva di gran successo, dove l’amore è visto maturare nella gente comune ma non per passione, bensì in mezzo
a odi, mezzeverità, repulse. Però il nostro autore è stanco di frugare nella melma dei sentimenti altrui e quindi lascia la trasmissione. Ma proprio allora gli
si presenta un killr che lo vuole uccidere.
Siamo alla fine dell’estate 2013, quando Monterossi, stanco di veder costruire i programmi sulla pelle della povera gente. Abbandona il programma ma ora
deve affrontare questo nuovo problema, qualcuno lo vuole morto.La polizia indaga su altri due omicidi avvenuti in circostanze analoghe e vede anche un
legame con un campo ron ai margini della città. Si susseguono i colpi di scena, si incrociano vari personaggi, il dialogo è sempre fitto e volutamente ironico.
Se Monterossi può essere considerato il protagonista, attorno a lui tanti altri personaggi, spesso fuori della norma. Due killer che filosofeggiano, una coppia
di zingari che semina terrore, dei fanatici nazisti che fanno guai in continuazione. E non dimentichiamo il ” convitato di pietra” di questa storia, ossia Bob
Dylan che firma la colonna sonora, una colonna sonora godibilissima e che ben sottolinea i passaggi del libro.
Robecchi è noto anche per aver scritto i monologhi satirici di Crozza, oltre che per una intensa attività giornalistica. Sa costruire con poche pennellate i suoi
personaggi, vedi un pm tutto in velluto, quasi una divisa del perfetto…comunista, o il poliziotto Ghezzi ” una specie di Al Capone tirato a lucido “.Ecco sono
questi i toni che romponol’armonia del giallo “perfettino”, ti fanno ridere e ti avvincono. Per carità la storia non è solo divertente, ci sono sparatorie,inter-
rogatori ai limiti della tortura, esecuzioni senza pietà, ma il tono d’insieme resta sempre piacevole.
L’autore conosce bene il mondo televisivo e questo Monterossi ne è l’esempio palpitante apparentemente perso dietro a frasi fatte, ma capace di rivelarsi
un vero detective pur senza mai smarrire la sua dose di autoironia. Quel che piace è la sua denuncia contro chi specula sul mondo del dolore e della dispe-
razione è veramente netta e molto significativa.
Parte integrante della storia è la città di Milano, un hinterland povero e disperato, una città piena di nebbia, non solo atmosferica, e in questa nebbia reale
e virtuale si muovono i nostri personaggi.
Uno stile di scrittura che adopra molto i toni della commedia alternandoli al thriller pieno di suspense. C’è un assassino che colpisce senza pietà ” firmando”
i suoi delitti, ci sono poi killer, zingari,poliziotti, il nostro protagonista con la sua piccola corte di aiutanti.
Il titolo è un’altra chicca, fa riferimento a John Lydon cantante dei Sex Pistols che scrisse una canzone rivendicandone la natura non commerciale per
rispondere ai suoi detrattori, dicendo appunto ” questa non è una canzone d’amore”. E anche Monterossi si sente un incompreso, vuole abbandonare la Tv
troppo commerciale e quindi ecco il titolo del libro. A un certo punto gli sparano e la pallottola colpisce un manifesto di Dylan a cui teneva particolarmente.
Ecco un altro aspetto del libro, ritornare indietro nel tempo, riscoprendo oggetti nel passato, dettaglio questo da tenere a mente per chi vuole scoprire il col-
pevole….
Il Monterossi è un autore che ha fatto i soldi con la televisione, in particolare con uno di quei famigerati programmi televisivi c.d. “umanitari”: quattro storie
a puntata raccontate da gente comune che le ha vissute in prima persona e ora le rievoca con toni tra ill lacrimevole e il tragico.
Robecchi, autore televisivo egli stesso,di questi personaggi ne ha evidentemente incontrati tanti e quindi non gli è stato difficile dare una realtà umana alla
figura di Monterossi. Questi non apprezza quello che fa, se ne vergogna e decide di andarsene, ma non ha fatto i conti con gli imprevisti tipici della vita di
tutti i giorni. Nel suo caso un killer che tenta di farlo fuori e che lo proietterà in nun vortice di fatti, spesso violenti, spesso al di là del lecito.
Monterossi assume in sé il ruolo dell’investigatore, oltre che della mancata vittima. Di contro alla polizia non è riservato un gran ruolo, anzi Robecchi ne da
una descrizione molto pungente.
Quel che colpisce è come è stata costruita questa storia con al centro tre coppie che indagano per tutta Milano, cercano le stesse cose,ma non lo sanno, non
§si conoscono, se non quando si incroceranno nel finale. Questi personaggi percorrono senza sosta strade, piazze ora centrali ora periferiche, e l’autore minuziosamente ci da tutti i nomi delle vie, descrive i quartieri, insomma una piccola guida dei luoghi dove si muovono i personaggi.
Palazzi con interni bellissimi, le case di ringhiera, le villette intorno allla città, gli studi televisivi, praticamente un romanzo che abbraccia tutta Milano.
Robecchi ha costruito un giallo-commedia o una commedia in giallo, agilità di scrittura, piacevolezza di accompagnamenti musicali.
La storia è raccontata in terza persona, tutto filmato con una certa dose di ironia, una commedia “nera” piena di suspense, di sorprese, di richiami.
Molti hanno visto in Monterossi un investigatore alla Chandler, pieno di sarcasmo, quasi un incosciente, spesso ridondante nella sua sfacciataggine
e nel suo coraggio oltre misura.Ma semmai pur nella sua cinicità sempre teso a far si che giustizia trionfi, insomma un thriller gustoso ma anche con
risvolti morali e sociali.
GIUSEPPE PREVITI